Le abitazioni tradizionali in Alta Valle di Susa, sono la conseguenza da una parte delle attività agricole e pastorali e dall’altra del clima e della natura del paesaggio del territorio, sono state realizzate dagli abitanti utilizzando in gran parte i materiali locali
Nell’alta valle Susa, l’innevamento ha reso necessarie grandi scorte di fieno, e quindi locali più grandi per stoccare il foraggio e le scorte. Anche l’ampia disponibilità di conifere in particolare di larici ha costituito un elemento caratteristico, favorendo la costruzione di strutture in legno che sono diventate sempre più complesse nel tempo. Le costruzioni sono quindi in pietra e legno, i tetti in lose o scandole.
La stalla, la cucina e la cantina si trovano al piano terra, mentre i locali di magazzino e alcune stanze sono al primo piano; vi si accede dall’esterno in modo indipendente, da una porta a doppio battente, protetti da una lunga balconata. Al primo o secondo piano, accessibile dal retro dell’abitazione, si trova il fienile molto grande, per facilitare il rifornimento della stalla fatto per caduta grazie a un botola. Nella seconda parte del 1900 le tecniche costruttive sono poi mutate, ed anche lo stile ha abbandonato quello della tradizione per seguire quello della città, utilizzando regole estetiche e funzionali diverse da quelli locali.
Oggi gli architetti si dedicano sempre più al recupero ed alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, adeguandolo ai nuovi parametri come il risparmio energetico. Si fa un largo uso delle scandole in legno perché il costo resta contenuto ma la loro durata di vita non supera i vent’anni. Grazie ad specifici contributi per tetti in lose, adesso si tende a preferire questo tipo di materiale che da un aspetto più montano, robusto e durevole alle abitazioni. Nella scelta dei materiali è da ricordare che la pietra originale detta di Luserna San Giovanni in passato era reperibile nelle cave locali ma oggi il mercato propone una pietra a volte da diverse provenienze come Spagna, Norvegia, Svizzera, Grecia, addirittura indiana a dei costi ovviamente differenti.
Il fienile all’ultimo piano, coperto da tavole di larice e poi da pietre di lose, deve essere arieggiato grazie a piccole aperture spesso di forma triangolare e esposto a sud, in modo che il sole e il calore entrino con più facilità per fare essiccare il fieno. In generale la pendenza del tetto adatta a contenere le acque e la neve si aggira sul 15 % e l’utilizzo di paraneve è indispensabile per evitare incidenti invernali legati alla caduta di strati di neve/ghiaccio. Gli spioventi del tetto a doppia falda sono abbondanti in modo da poter lasciar la legna al riparo, per camminare al riparo della pioggia o della neve e per consentire eventualmente di svolgere delle attività quotidiane anche in inverno, quando la neve è abbondante. Per contenere l’acqua, delle grondaie di legno di larice sono posizionate lateralmente. In facciata spesso venivano riportate la data di costruzione, una croce e le iniziali del proprietario.
Un tipico e interessante esempio da scoprire è la copertura uniforme e antica dei tetti in lose del paese di Exilles che possiamo ammirare passando dalla strada sta
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