• Venerdì 24 giugno, 21:00
c/o Centro Polifunzionale Lou Pourtoun
A VISO APERTO (titolo provvisorio),
un documentario di Fabio Ferrero
In occasione del Premio Ostana viene presentata
in anteprima una versione non definitiva del film.
La sua conclusione è prevista per fine 2022.
A partire dal suo ultimo film, Bogre e seguendo un percorso a ritroso, il documentario vuole raccogliere e ordinare in un discorso organico, i vari frammenti della produzione creativa di Fredo Valla, che ha dedicato gran parte della sua vita alla lingua e alla valorizzazione della cultura occitana, ma che è prima di tutto un uomo di cultura poliedrico e spirito libero. Nel corso degli anni, attraverso le produzioni e le numerose collaborazioni, Fredo è stato capace, con differenti linguaggi, di rilanciare con forza la riflessione di chi è minoranza della minoranza e mantenere viva l’attenzione su temi di interesse comune che, in un tempo di forti polarizzazioni, diventavano frecce necessarie a mantenere vivo il senso critico e scagliate contro il pensiero unico dominante. “A Viso aperto" (titolo provvisorio) inizia nel periodo di restrizioni legate alla pandemia, durante la quale mi trovavo ad Ostana e ho potuto conoscere più da vicino l’uomo dietro la produzione creativa. L’intenzione del film è restituire, in forma autentica e intima, di dialogo, la prospettiva di uomo che ha fatto della sua vita una scelta costante, a volte radicale, ma che è sempre rimasto fedele ai suoi ideali e alle sue visioni eretiche. Perché, come lui stesso sostiene in Bogre: eresia deriva dal greco hairesis e significa scelta. Eretico è colui che afferma il diritto/dovere di scegliere secondo coscienza.
Fabio Ferrero è autore di testi teatrali e documentari creativi presentati in Festival di rilievo nazionale e internazionale. Durante gli studi in filosofia collabora con Voci Erranti e Progetto Cantoregi a produzioni di teatro sociale, allestimenti e installazioni visive. Frequenta la scuola di perfezionamento in regia cinematografica a Genova. Negli anni seguenti, realizza i primi documentari e collabora con autori e produzioni indipendenti, seguendo la produzione o firmando la sceneggiatura. I lavori su commissione, in ambito sociale e culturale, gli hanno permesso di sviluppare una sintesi personale tra visione umanistica e competenza tecnica, e di focalizzare l’obiettivo della sua attuale ricerca creativa: portare alla luce il paesaggio del volto dei personaggi dei suoi film.
• Sabato 26 giugno, 16:15
c/o Centro Polifunzionale Lou Pourtoun
Songs of the water spirits
un documentario di Nicolò Bongiorno
Il Ladakh è una regione dell’India in profonda trasformazione, sta affrontando un percorso di rigenerazione culturale costantemente in bilico tra il richiamo di una tradizione antica e uno sviluppo rampante, che mette a rischio l’ambiente e snatura i suoi abitanti. Il film “Songs of the water spirits” sonda l’identità culturale contemporanea di questo lembo dell’altopiano tibetano. Menti coraggiose vogliono superare questo dualismo proponendo una mediazione virtuosa per restare se stessi senza chiudersi al mondo, valorizzando gli stimoli di una modernità che non implichi una mutazione antropologica. Allagamenti, siccità, guerre per l’acqua e per i territori confinanti mettono in difficoltà gli abitanti del Ladakh, oggi importante laboratorio sociale, economico e culturale che può insegnare molto a noi occidentali, responsabili di aver esportato un sistema economico predatorio nei confronti della Natura e degli uomini.
Nicolò Bongiorno è regista, sceneggiatore e produttore cinematografico. Autore di lavori televisivi e di svariate opere cinematografiche e documentaristiche, Nicolò Bongiorno adopera uno stile che, partendo da una dimensione introspettiva, esplora lo spirito umano ed il suo legame con gli aspetti più selvaggi della natura, restituendo al pubblico approfondimenti critici nei campi storiografici, etnoantropologici, dello sviluppo sostenibile e della ricerca umana.
Con la partecipazione di
Nicolas Tournadre, professore all’Università della Provenza specializzato in morfosintassi e tipologia. È membro del laboratorio LACITO del CNRS. La sua ricerca riguarda principalmente la morfosintassi ergativa e la semantica grammaticale del tempo, dell’aspetto, dell’umore e dell’evidenza. Tournadre è specializzato in lingue tibetane. Dal 1986 ha svolto ricerche sul campo sull’altopiano tibetano, in Himalaya e nel Karakorum in Cina, India, Bhutan, Nepal e Pakistan. Tournadre ha insegnato all’Institute of Oriental Languages (Inalco), all’Università Paris 8, all’Università della Virginia e ha condotto ricerche presso l’Accademia delle scienze sociali del Tibet. Nel 2000 gli è stata conferita la medaglia di bronzo del CNRS.
• Domenica 26 giugno, 14.30
nel corso della cerimonia di premiazione
Omaggio a Pier Paolo Pasolini
a cura di Valter Giuliano
Fu grazie all’Amico e Maestro Tavo Burat (Gustavo Buratti, 1932 - 2009) che incontrai il Pier Paolo Pasolini di Volgar’eloquio e le sue parole a difesa delle lingue, dei dialetti, della diversità culturale che comincia con la lingua madre. Parole pronunciate in una lezione-dibattito nella mattinata dal 21 ottobre 1075 presso il Liceo classico “Giuseppe Palmieri” di Lecce in occasione di un corso di aggiornamento per docenti del Ministero della Pubblica Istruzione.
Il corso era diretto dallo stesso Gustavo Buratti (Presidente dell’Associazione Internazionale per la difesa delle lingue e delle culture minacciate) e da Antonio Piromalli e la sessione svoltasi tra il 20 e il 26 ottobre ebbe come tema “Dialetto e scuola”.
Pasolini introdusse brevemente leggendo un monologo dal suo dramma Bestia da stile da cui aveva preso lo spunto per il titolo del suo intervento, per poi passare subito al dibattito.
Questo l’incipit:
«Il volgar’eloquio: amalo! / Porgi orecchio benevolo e fonologico,/ alla lalìa (“ Che ur a in”) / che sorge dal profondo dei meriggi , / tra siepi asciutte, / nei Mercati -nei Fori Boari- /nelle Stazioni -tra Fienili e Chiese -/ poi si spegne - e col sospiro / d’universo erboso - si riaccenderà / verso la fine dei crepuscoli. / Su tal lalìa chinati come sacerdote sulla Castalìa / tra le api che si abbeverano, laboriose. ( ...)
Il testo fu pubblicato in una prima edizione (Athena, Napoli, 1976) poi, a cura di G.C. Ferretti (Editori Riuniti 1987) e infine inserito nella raccolta di saggi dei Meridiani Mondadori (1999). Rappresentò un punto di riferimento imprescindibile per chi ha a cuore la pluralità linguistica quale elemento fondante della democrazia e della libertà di espressione.
Quel testo - ultima conversazione pubblica di Pasolini - è una sorta di “manifesto – denuncia” della drammatica aggressione che il consumismo «una forma assolutamente nuova, rivoluzionaria del capitalismo» sta portando al pluralismo linguistico e culturale della penisola sino al punto di distruggerlo in nome della massificazione che si fa egemone nella moderna civiltà. Ne sono strumenti la televisione e la scuola. Uniche speranze, da un lato l’auspicio dell’emergere di un conservatorismo sano, di una “Destra sublime”; dall’altro la trasformazione dei dialetti in armi rivoluzionarie, come in alcuni casi di separatismo che tuttavia restano palesemente in controtendenza rispetto al naturale andamento della storia.
Sensazioni allora largamente condivise tra i militanti dei territori protagonisti delle lingue minorizzate che, nel frattempo, avevano preso coscienza della loro condizione linguistica.
Dopo restava solo la pasoliniana utopia del «pensare l’impensato».
La vibrante testimonianza tra carica rivoluzionaria, protesta e provocazione eversiva è il risultato di una riflessione che dura una vita e riprende un tema che Pasolini ha esplorato nell’intero percorso poetico-letterario, da Poesie a Casarsa a La meglio gioventù a Nuova gioventù (“poesie italo-friulane”), alla curatela del volume Poesia dialettale del Novecento (Guanda 1952).
È dunque doveroso rendergli omaggio in questo centenario dalla nascita e lo facciamo riproponendo due liriche da Poesie a Casarsa testo pubblicato presso la Libreria Antiquaria Mario Landi nel 1942.
Scrive l’autore, in una nota conclusiva: «L’idioma friulano di queste poesie non è quello genuino, ma quello dolcemente intriso di veneto che si parla sulla sponda sinistra del Tagliamento; inoltre non poche sono le violenze che gli ho usato per costringerlo ad un metro e a una dizione poetica.
Vorrei inoltre invitare il lettore non friulano a soffermarsi sopra certi vocaboli, come “imbarlumìo”, “sgorlâ”, “svampidìt”, “tintinulâ”, etc. che io, nel testo italiano, ho variamente tradotti, ma che, in realtà, restano intraducibili».
È la certificazione di come le lingue restino espressione unica in grado di dire non solo parole ma fare sintesi di esperienze e sentimenti che in altra maniera non possono essere detti.
Parlando di quel testo dirà: «Io scrissi i primi versi in friulano a Bologna, senza conoscere neanche un poeta in questa lingua, e leggendo invece abbondantemente i provenzali».
Ràdio Lenga d’Òc
Ràdio Lenga d’Òc è una radio associativa di espressione occitana che propone un programma di diffusione 24/24 composto da trasmissioni, reportage, rubriche e musica. Si dà inoltre la missione di mostrare la creazione occitana e locale. La animano impiegati e volontari.
Ràdio Lenga d’Òc stabilisce dei partenariati con
e istituzioni e le associazioni per coprire al meglio l’intero lavoro svolto in lingua occitana nell’ambito dell’intero territorio coinvolto.
Creata nel 1999 e dopo anni di lotta e di funzionamento temporaneo, nel 2006 ottiene un proprio marchio ufficiale e permanente.
ceglie di assumere come identità la lingua
la cultura occitana e di lavorare in collaborazione con gli altri operatori dei mezzi di comunicazione occitani per creare una rete di diffusione che miri a diventare un “Servizio Pubblico Regionale”
i diffusione radiofonica occitana.
Oggi gli studi sono vicino a Montpellier. Diffondiamo in FM a partire da 8 frequenze su 4 dipartimenti (Montpellier, Sète, Lodève, Alès, Millau, Saint-Affrique, Mende), sul digitale DAB+ di “Nissa local” e a partire da ottobre 2022 sui DAB+ di “Montpellier étendu” e “Nîmes local”.
Per maggiori informazioni, visitare il sito
www.radiolengadoc.com
Mélanie Laupies
biografia
Mélanie Laupies insegna occitano all’Université Paul-Valéry da più di quindici anni. Sin dall’inizio dei suoi studi di occitano collabora con Ràdio Lenga d’Òc, ciò che le permette di incontrare un gran numero di attori culturali di tutto il paese occitano: autori, musicisti, cantanti, attivisti.
Ha vissuto alcuni anni a Barcellona e continua a recarsi sovente nei Paesi Catalani, parla il catalano e il castigliano.
Suona l’oboe, strumento tradizionale del Basso Languedoc. Con il gruppo Mar e Montanha, di cui è presidente, ha montato il progetto culturale euroregionale Arc Nòrd Mediterranèa, che riuniva musicisti d’Occitania, della Catalogna, di Maiorca e della Calabria.
Nella sua vita associativa e professionale, partecipa ed anima incontri letterari.
Jornalet Gaseta Occitana d'Informacions
Jornalet è un quotidiano online scritto in occitano, pensato con animo occitano e destinato agli occitani allo scopo di informare, essere un punto nevralgico di tutte le opinioni del paese ed essere un portavoce delle opinioni dei lettori. Collabora per quanto può con gli altri mezzi di comunicazione di espressione occitana.
Dalla sua fondazione nel marzo del 2012, ha raggiunto un ruolo centrale nella vita culturale di lingua occitana e i suoi testi e audio sono adoperati nei corsi di lingua. Come giornale web, è pensato con una serie di meccanismi di partecipazione che permettono ai lettori di commentare e valutare i commentari, il quale genera dibattiti, talvolta alquanto intensi.
Jornalet ha creato il suo proprio occitano giornalistico e il corpus di testi più grande riguardo all’occitano attuale.
Per maggiori informazioni, visitare il sito
www.jornalet.com
Ferriol Macip i Bonet
biografia
Ferriol Macip i Bonet è un giornalista, glossatore, traduttore, musicista, occitanista e esperantista catalano. Da più di trent’anni è impegnato nella tutela e promozione della cultura catalana e occitana. Attualmente è redattore, editore e presentatore dell’edizione aranese della trasmissione in occitano #aranésòc, coprodotta da Barcelona tv e l’Associació per la Difusió d’Occitània a Catalunya (ADÒC), scrive sulla rivista Kataluna Experantisto e il periodico internazionale Monato e collabora con diverse istituzioni nel campo della traduzione. È membro attivo dell’Associacion Catalana d’Esperanto. Dal 2012 dirige il quotidiano digitale in occitano Jornalet.
Come musicista, è violinista tradizionale e parte del gruppo Kaj Tiel Plu (il cui nome significa “eccetera”), che propone musiche popolari catalane, occitane, sefardite e d’altre origini cantate in esperanto, oltre che un apprezzato interprete della “glosa”, o canzone improvvisata, genere poetico e musicale che consiste nell’improvvisare versi secondo uno schema metrico e rime su una determinata melodia.
Amanda Kauranne
biografia
Amanda Kauranne una musicista folk finlandese e una giornalista freelance di musica folk.
Il suo programma radiofonico di musica folk “Sydänjuurilla”(grosso modo tradotto come “alle radici della terra/alle corde del cuore”) viene trasmesso sul canale principale della Yle, l’emittente radiofonica finlandese, Yle Radio 1.
Inoltre Amanda scrive articoli e recensioni per riviste di cultura e musica come ad esempio il “Finnish Music Quarterly”, o il “Kansanmusiikki” o il “Pirta”.
Nel gennaio del 2022 Amanda ha co-condotto, insieme con la musicista e produttrice culturale Julia Palmu, una serie radiofonica e una serie di podcast “Musiikin Juurilla” (alle radici della musica), su radio Helsinki.
Amanda si è laureata come Maestre di Musica all’accademia Sibellius, musica folk presso il dipartimento di Arti, dell’Università di Helsinki.
Il suo interesse principale sia come artista sia come giornalista si rivolge a come la musica conservi le culture e come le rinnovi.
Amanda ha origini sia finlandesi sia careliane e attualmente sta imparando la lingua careliane, fortemente minacciata.
Negli anni addietro uno dei suoi argomenti privilegiati riguardava gli orientamenti a proposito di uguaglianza di genere, di molestie sessuali e ambienti più sicuri, nell’ambito della scena della musica folk finlandese, così come della musica e della cultura delle popolazioni indigene, concentrandosi in particolare sulla collaborazione con il popolo Sámi.
Il sostegno del Decennio Internazionale delle Lingue Indigene,
di ELEN e da NPLD al Premio Ostana
Il Premio Ostana festeggia il sostegno internazionale che riceve dal Decennio Internazionale per le Lingue Indigene dell’UNESCO, e da due enti di riferimento nel settore delle lingue: la rete ELEN (European Language Equality Network) e la rete NPLD (Network to Promote Linguistic Diversity).
L’impegno della Chambra d’Òc e il Premio Ostana in queste iniziative europee e mondiali è iniziato ad agosto nel 2020, quando si è svolto un incontro online con altri soggetti italiani coinvolti nella difesa delle nostre minoranze linguistiche storiche. Riuniti ad Ostana, abbiamo adottato un Manifesto intitolato “Niente per noi senza di noi / Pas ren per nos sensa nos” ispirati dalla visione e dagli obiettivi della Declaración de Los Pinos, documento di chiusura dell’Anno Internazionale delle Lingue Indigene 2019 (già sostenitore del Premio Ostana) che annunciava l’inizio di un lavoro comune per il Decennio Internazionale delle Lingue Indigene dal 2022 al 2032. Nel manifesto, la Chambra d’Òc, il comitato organizzatore del Premio Ostana, il Comune di Ostana, il CONFEMILI e l’UNCEM si sono impegnati a creare opportunità ed eventi per le nostre lingue che possano contribuire a raggiungere gli obiettivi del Decennio. Entrare nella rete ELEN nel 2020 ha permesso la creazione di nuove e ricche collaborazioni, consolidando numerosi progetti per lavorare sulla promozione e visibilità dell’occitano e del francoprovenzale, anche aldilà dei nostri territori.
Gli obiettivi del Premio Ostana si sono quindi incontrati con quelli di ELEN e del Decennio internazionale e successivamente con la rete NPLD (Network to Promote Linguistic Diversity).
Tutti i nostri sforzi di promozione linguistica hanno un duplice obiettivo: accompagnare il nostro territorio in uno sviluppo sostenibile e rispettoso della cultura e della natura (in questo senso parliamo di “biodiversità linguistica”) e lavorare con altre comunità linguistiche per confrontarci, ispirarci a vicenda e sfruttare al meglio la nostra esperienza nella rivitalizzazione delle lingue.
L’intento è di unire le nostre forze – tuchi ensem lo farem tot!
Sito del Premio Ostana
nella piattaforma del Decennio:
XIV Premio Ostana · 14thOstana
Prize - Writings in Mother Tongue - 2022 - 203.
Per maggiori informazioni, visitare il sito
https://idil2022-2032.org
Coinvolti gli 11 Istituti scolastici della Rete CollinRETE compresi nel territorio del Friuli Collinare e della zona pedemontana, con capofila l’Istituto Comprensivo di Basiliano-Sedegliano (UD).
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