Portal d’Occitània    Premio Ostana - Scritture in lingua madre

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Edizione 2022

Francho Nagore LAÍN - Premio internazionale

Antologia - Francho Nagore LAÍN

Lingua aragonese (Spagna) - "Premio Ostana scritture in Lingua Madre" edizione 2022

italiano

Nagore Laín, Francho nasce a Zaragoza il 5 Marzo 1951 da madre aragonese e padre navarro di Pamplona. Vive a Huesca nei Pirenei. 

Laureato in Filosofia e Lettere (specializzato in Filologia romanza) presso l’Università di Saragozza (1973). Dottore in filologia romanza presso l’Università dei Paesi Baschi (1992). Professore a contratto presso l’Università degli studi di Saragozza (1984-1988). Professore della Scuola Universitaria dell’Area di Lingua Spagnola (dal 1988 al 2007). Professore universitario (dal 2007) dell’Area di lingua spagnola presso l’Università di Saragozza, Campus di Huesca, fino al 19 settembre 2021. Nell’anno accademico 2021-2022 è “Collaboratore Straordinario” presso l’Università di Saragozza, collaborando alla ricerca e alla didattica post-laurea (insegna la materia di “Dialettologia” del Diploma
i Specializzazione in Filologia Aragonese).

Opere letterarie

Autore di libri di poesia in aragonese: Sospiros de l'aire (Suspiros del viento), 1971; Cutiano agüerro (Constante otoño), nuova edizione 1977, con studio e note di Chusé Inazio Nabarro - Zaragoza, 2007; Purnas en a zenisa (Chispas en la ceniza), 1984; Baxo a molsa (Bajo el musgo) 1999; Astí bi son (Ahí están), 2018; Os zeños d'a tardada (Las señales del atardecer), 2019. Il suo ultimo lavoro è En o branquil d'o lusco
En el umbral del crepúsculo)
, pubblicato nell’aprile 2022 in occasione della “Giornata del Libro”
e  della festa di San Giorgio, patrono d’Aragona.

Traduzioni in aragonese

Libertá, de Paul Éluard (1977); 

Triga breu, de Ángel Crespo (1996); 

O fosal marino, de Paul Valéry (1998); 

In nuce, de Hèctor Moret (2005); 

Bentidós salmos (2013); 

Un conzieto d’o dotor Ocs, de Julio Verne (2020).

 

MOTIVAZIONE

Scrittore in lingua aragonese e linguista, il lavoro di Francho Nagore è degno di nota per due aspetti: il primo, quello creativo, sviluppando un’opera poetica in sette libri di poesia, in cui si ritrova, nella sua continuità, la creazione di un mondo e un linguaggio poetico proprio, apportando un importante contributo per la costruzione ed il miglioramento della lingua letteraria; il secondo per l’imponente lavoro di ricercatore e divulgatore della lingua aragonese, avendo pubblicato la prima grammatica della lingua aragonese, oltre a diversi studi fondamentali. 

Nagore è stato fondatore del Consello d’a Fabla Aragonesa, pubblicando in quest’ambito diverse raccolte di libri, oltre a riviste, contribuendo alla conoscenza dell’aragonese da parte degli stessi aragonesi e al perfezionamento della lingua letteraria comune. 

Ha inoltre contribuito alla conoscenza delle diverse varietà diatopiche dell’aragonese e dell’aragonese medievale, favorendo l’arricchimento dell’aragonese moderno. Unendo insegnamento, ricerca, attivismo culturale, divulgazione, creazione e pubblicazione, ha contribuito a una maggiore conoscenza dell’aragonese, lingua romanza minoritaria in grave pericolo di estinzione (secondo la Lista dell’UNESCO - World Languages), nonché la sua valorizzazione come lingua romanza.

Nagore ha infine promosso e sostiene il riconoscimento dell’aragonese (ancora non ufficiale) nella Comunità Autonoma d’Aragona, per far sì che possa avere un futuro come lingua viva nella comunicazione, nella creazione, e come simbolo di identità.

PER SAPERNE DI PIÙ:

https://www.youtube.com/watch?v=_yJhxW_fb5Q

TESTO ARAGONESE

CAMINO ENTA L’OCASO

Camino enta l’ocaso

–ta ixo soi naxito–

por una pista trista

de castañeras biellas.

Y anque ro sol

bel meyodía alcaso,

creme como d’antis,

yo sé que no ye zierto

que o berano torna.

Ya ta cutio camino

por un cutiano agüerro.

Y ixa trista conzenzia

dentra en yo cada añada

cuan plegan os chordons

a mitá d’o berano,

o sol ya declinando,

u cuan mincho naranchas 

tardanas en agosto.

Una ideya ye fixa 

en o dolento esmo:

tornar me ye imposible,

a bida ye ta yo 

un agüerro cutiano.

(de Cutiano agüerro [Constante otoño], Luesia [Zaragoza]), 

Publicaciones Porvivir Independiente, 1977, p. 42)

TESTO ITALIANO

STRADA VERSO IL TRAMONTO 

Strada verso il tramonto

-Ecco per cosa sono nato-

per una strada triste

di castagni antichi.

E nonostante il sole,

forse un mezzogiorno,

bruci come in un altro tempo,

io so che non è vero

che ritorna l’estate.

Cammino per sempre

lungo un autunno costante.

E quella coscienza triste

entra in me ogni anno

quando arrivano i lamponi

in piena estate,

il sole già al tramonto,

o quando mangio le arance

tardive di agosto.

Un’idea rimane fissa

nella mia mente malata:

è impossibile per me tornare

la vita è per me

un autunno costante

Trad. Nuria Mignone Cirugeda

TESTO ARAGONESE

AGORA

Agora

qu’encara ye calién

a zenisa,

chuflemos fuerte

y faigamos una airera.

Pretará fuego lo calibo

y se tornará una xera,

de flamas royas 

como largas luengas.

Y as luengas 

fablarán a fabla

que chazeba amagata

en as zenisas.

Y os chilos puyarán ent’alto

fendo-sen bandera

calién y roya.

Y as luengas, flamas, xeras,

alumbrarán bella cosa 

ista pobra tierra.

(Dal libro Purnas en a zenisa [‘Chispas en la ceniza’], 

Uesca, Publicazions d’o Consello d’a Fabla Aragonesa, 

1984, p. 69).

TESTO ITALIANO

ADESSO

Adesso

che fa ancora caldo

la cenere,

soffiamo forte

e facciamo una burrasca.

Le braci si accenderanno

e diventerà una fiammata,

una fiaccola,

un falò,

di fiamme rosse

come lunghe lingue.

E le lingue

parleranno l’idioma

che giaceva nascosto

nelle ceneri.

E le urla si alzeranno

diventando una bandiera

calda e rossa.

E le lingue, le fiamme, i falò,

illumineranno qualcosa

questa povera terra.

Trad. Nuria Mignone Cirugeda

TESTO ARAGONESE

AMORTAR A RADIZ

Amortar a radiz 

ye fer leña d’o barco.

¿Y de qué nos serbirá 

aber-lo cremato?

Ya no podremos ir

ta garra puesto

nunca.

Solamén

ta dos nos quiera lebar

qui nos dixe amontar 

en o suyo trasatlantico.

Abril de 1974

(dal libro Baxo a molsa [‘Bajo el musgo’], 

Zaragoza, Xordica Editorial, 1999, p. 15)

TESTO ITALIANO

UCCIDERE LA RADICE

Uccidere la radice

è fare legna da ardere della nave.

E a cosa servirà

averla bruciata?

Ora non possiamo più andare

da nessuna parte

mai più.

Solo

dove ci vorrà portare

chi ci lascia salire 

sul suo transatlantico.

Trad. Nuria Mignone Cirugeda

TESTO ARAGONESE

GOYO

O mío corazón

imple de luz

a tardada.

Agüerro de 1986

(dal libro Baxo a molsa [‘Bajo el musgo’], 

Zaragoza, Xordica Editorial, 1999, p. 68)

TESTO ITALIANO

GIOIA

Il mio cuore

riempie di luce

il tramonto.

Trad. Nuria Mignone Cirugeda

TESTO ARAGONESE

ASINAS CHERMINE A PAROLA

Baxo a molsa,

umeda y calién,

chermina ra simién.

Y en l’agüerro,

cuan plebe y fa sol, 

amanexen guallardos os fongos.

Asinas chermine a parola

baxo l’olbido y o disprezio.

Y a nuestra luenga renaxca,

pincha y zereña,

cuan, 

dimpués de as primeras plebidas,

en Aragón

una miqueta de sol

bi aiga.

Uesca, 22 de setiembre de 1998

TESTO ITALIANO

ECCO COME SI DIFFONDE LA PAROLA

Sotto il muschio

umido e caldo,

il seme germoglia.

E in autunno,

quando piove e c’è il sole,

spuntano splendidi i funghi.

Così germoglia la parola

nell’oblio e nel disprezzo.

E la nostra lingua rinasca,

bella e robusta,

quando,

dopo le prime piogge,

in Aragona

un po’ di sole

spunti.

Trad. Nuria Mignone Cirugeda

TESTO ARAGONESE

O QUE SE’N YE ITO NO TORNARÁ

O que se’n ye ito no tornará. 

Pero solo cuan no bi son

trobamos as cosas á faltar.

Por ixo, apercaza-las con rasmia

cuan encara las tiens.

Esfiende a casa tuya,

os tuyos fillos, a tuya tierra,

como si estase o zaguer día

que i son con tu. 

Esfiende tamién a tuya luenga,

que ye o esmo coleutibo d’a chen.

Anque no se pueda tocar,

ye tan reyal como l’aire u o sol:

se puede sentir cuan se fabla,

se puede beyer cuan s’escribe. 

Porque un país, cualsiquier país,

que pierde a suya luenga

ye un pueblo sin alma,

ye un cuerpo sin corazón.

Uesca, 20 de chunio de 2018

[Del libro En o branquil d’o lusco, 

Jaca / Chaca, Librería General, 2022]

TESTO ITALIANO

CIÒ CHE È ANDATO NON TORNERÀ 

Ciò che se n’è andato non tornerà.

Ma solo quando non ci sono

ci mancano le cose.

Pertanto, afferrale con energia

quando le hai ancora.

Difendi la tua casa,

i tuoi figli, la tua terra,

come se fosse l’ultimo giorno

che sono con te.

Difendi anche la tua lingua,

che è la conoscenza collettiva della gente.

Anche se non la puoi toccare,

è reale come l’aria o il sole:

la puoi sentire quando si parla,

la puoi vedere quando si scrive.

Perché un paese, qualsiasi paese,

che perde la sua lingua

è un popolo senza anima

è un corpo senza cuore.

Trad. Nuria Mignone Cirugeda

TESTO ARAGONESE

ESCURRUCHA DICA RA FEZEGADA

Escurrucha dica ra fezegada

o día que escusero se’n ba

enta l’ueste con fosquera.

Acarraza fuerte o barral

dinantes de que s’escole

o bino d’a goyosa chobentú.

Pus luego plega á l’arreo

a inquesta e fastiosa biellera

con as suyas lurdas racadas.

A fuyita d’o sol enta l’ocaso

siga terne remeranza 

d’a curta durada d’a bida.

A suya imachen de polideza

nos aconorte en a chornada

que como un eslambio jopa.

Uesca, 7 de setiembre de 2021

[Dal libro En o branquil d’o lusco, 

Jaca / Chaca, Librería General, 2022]

TESTO ITALIANO

SPREMERE FINANCHE LE FECI

Spreme finanche le feci

il giorno che se ne va furtivamente

verso ovest con le tenebre.

Afferra saldamente l’ampolla

prima che si esaurisca

il vino della gioiosa giovinezza.

Ben presto arriva senza fermarsi

la molesta e fastidiosa vecchiaia

con i suoi noiosi acciacchi.

La fuga del sole verso il tramonto

sia memoria permanente

della breve durata della vita.

La sua immagine di bellezza

ci conforti durante nella giornata

che come una stella cadente se ne va.

Trad. Nuria Mignone Cirugeda