Per restare nelle nostre valli, a Crissolo in Valle Po, dove il PD un anno fa era il quarto partito, ora è salito sul gradino più alto! Conversione di massa? Riposizionamenti interessati? Speranza? Disperazione? La problematica vale come riflessione per tutta l’Italia.
Perché la gente ha spostato improvvisamente il voto a “sinistra”?
Perché Renzi non è proprio di sinistra e quindi spaventa meno?
Perché la sinistra non è più sinistra ma si confonde nel grigiore del centro?
Perché gli italiani hanno sempre bisogno di qualcuno che racconti favole irrealizzabili?
Perché la preparazione e generosità, in termini di ideali e di giustizia sociale, della grande parte dei politici tende allo zero e quindi basta uno che dia l’illusione del miracolo?
Perché i valori della vita quotidiana sono cambiati e sempre di più la solidarietà e la difesa dei deboli, il desiderio di dare a tutti pari opportunità, i sentimenti di fratellanza e di condivisione, si stanno perdendo in una società che ha come valore assoluto il denaro, la prepotenza, l’apparire in una eterna visibilità, e di conseguenza si cercano soluzioni facili proposte dal prestigiatore di turno?
Domande cui solo la storia darà risposte certe. Per ora stiamo a vedere.
Naturalmente il “popolo” aspetta che le promesse si traducano in realtà e che arrivino provvedimenti che riportino la disoccupazione in percentuali accettabili per una società post-industriale, come è oggi quella italiana e, cosa altrettanto importante, riportino l’Italia ad avere un’economia concorrenziale con gli altri grandi paesi europei (ma considerando anche quei paesi, fino a ieri, del terzo mondo, che oggi si presentano sui mercati in condizioni di concorrenzialità, non solo più dovute ai bassi costi di manodopera)
Ce la farà Renzi? Solo gli sprovveduti possono rispondere, tout court, positivamente, alla domanda.
Pur non potendo a priori dubitare della buona volontà del Presidente occorre seriamente considerare che il lavoro che dovrà fare è immane: “pulire” un apparato pubblico (i grandi comuni, le Provincie, le Regioni, i Ministeri, le prefetture, l’esercito, gli alti gradi della magistratura e un’infinita ragnatela di enti “occupati” dai partiti) da situazioni di inefficienza, di rendita di posizioni, di privilegio, di assenza di responsabilità che si sono cristallizzate in questi anni. Pubblici dipendenti inefficienti e abituati a far poco (e quando mai li trovi in ufficio?) accanto a colleghi, che magari lavorano nella camera accanto in modo encomiabile, sputando l’anima.
Uffici sguarniti, rispetto alle cose da fare, accanto ad altri con personale in eccesso, ma difficilmente trasferibile per regole sindacali che appartengono al quasi “medioevo” quando i lavoratori dovevano essere difesi dalle angherie dei datori di lavoro. Tutto questo con infinite regole che, pur non impedendo truffe colossali, rende il lavoro negli uffici dei piccoli comuni (che hanno 1-2 impiegati) opera eroica.
Queste risorse, sprecate in lavori inesistenti, se disposte nel sistema produttivo, farebbero fare quel salto in avanti di cui l’Italia ha bisogno. Ma noi produciamo inutile burocrazia e la burocrazia non si vende e non si esporta… e i capitali esteri si guardano bene di venire ad investire nel “pantano” Italia. Ovviamente tutti ci auguriamo che Renzi faccia il miracolo ma per ora non è riuscito neanche a fare la riforma elettorale (fortunatamente perché la nuova proposta è peggio del PORCELLUM!!!!).
In questa apparente forza nuova nazionale dovuta alle elezioni, fortunatamente per la gente del Piemonte c’è la schiacciante vittoria di Chiamparino che mette fine al governo leghista che ha ridotto, in questi quattro anni, in ginocchio la Regione. Assessori inconcludenti e/o velleitari che non hanno, salvo qualcuno (uno dei pochi Vignale), consegnato ai posteri ingloriosi momenti di governo. La Maccanti, prima che fosse defenestrata, ha ridotto la governance montana del Piemonte ad una farsa con Commissari alle prese con la liquidazione delle Comunità Montane che si trascineranno (con danni alle casse regionali: Maccanti batti un colpo!) chissà per quanto tempo.
Lasciando da parte le tristezze, ora aspettiamo il lavoro di Chiamparino, che sicuramente ha le capacità, l’esperienza, la determinazione, per governare bene e mettere il Piemonte nelle condizioni di ripartire. Fortunatamente l’uomo non fa promesse mirabolanti e avrà il passo di un montanaro, che non ne vuole fare passi falsi, determinato a raggiungere la meta senza incidenti. La scelta degli Assessori appare azzeccata con le competenze che riguardano la montagna in mano all’ex sindaco di Cuneo, Valmaggia, di chiare origini montane e di chiare capacità e sensibilità. La Cultura sarà affidata ad Antonella Parigi e ci aspettiamo di vederla frequentemente nelle valli dove ancora resiste una cultura minoritaria, difesa, sempre meno, dalla legge 482/99, che hanno visto, vistosamente assente in questi quattro anni, l’ex assessore Coppola.
Ormai quasi un ricordo privo di rimpianti.
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