Dicevo qualche mese fa che Renzi avrebbe distrutto la sinistra italiana: missione compiuta!
Il PD è ormai un partito ridotto all’obbedienza su provvedimenti chiaramente da leggere in chiave di politica di destra senza naturalmente quelle visioni che dai tempi di Gramsci erano stati gli elementi caratterizzanti e legittimanti dell’area riformista. Provvedimenti fatti passare con lo strumento della fiducia dove si controlla il dissenso e dove chi non si allinea potrebbe non essere candidato nella nuova tornata elettorale (che potrebbe essere dietro l’angolo..). Provvedimenti che la destra, aldilà delle solite sceneggiate, apprezza lasciando che il governo vada avanti.
E’ Berlusconi il vero vincitore di questa fase politica: ottiene provvedimenti che lui non è mai riuscito a far passare e che proteggono i suoi interessi (complice ovviamente il partito di Alfano).
Un solo esempio: che fine ha fatto la vendita delle frequenze libere che avrebbero fruttato più o meno 4 miliardi di euro? Per non parlare del conflitto di interessi ed altre bazzecole come la patrimoniale (almeno “leggera” ).
Renzi non ha colpa del disastro economico nel quale è piombata l’Italia dopo 30 anni di governi inefficienti tesi a soddisfare la fame di posti ben remunerati dei postulanti allevati nei partiti, in cambio del consenso; generazioni di inetti aventi il solo scopo di accumulare fortune e potere, ben lontani dal ricercare il bene del Paese e svolgere con competenza e professionalità il proprio lavoro (anche perché non lo sapevano fare …).
Quale abisso nei confronti dei parlamentari eletti nella primissima repubblica che andarono a Roma (naturalmente non tutti …. il verme nella mela c’era già allora …. ma c’erano comunque più statisti che politici !) per contribuire a risollevare l’Italia dal disastro nel quale il fascismo, purtroppo anche applaudito dal popolo bue, l’aveva condotta!
Momenti di passioni, di generosità, di grande lavoro. Momenti che dopo qualche decennio si sono tramutati in quello che vediamo: tangenti, favoritismi, privilegi, complicità, prepotenze, ricatti, ecc.
Il massimo dello scandalo (non percepito dall’opinione pubblica come tale) è la riforma della legge elettorale che chi comanda vuol fare a sua misura (come è sempre avvenuto negli ultimi decenni) infischiandosene dell’efficacia e della democraticità della stessa.
Così lo scioglimento delle camere: si fa quando si pensa che la propria parte ne potrà avere tutti i vantaggi.
Una democrazia non può vivere in eterno con le ingiustizie, le prevaricazioni, le prepotenze, le umiliazioni, le violenze intellettuali, le derisioni dei diversamente pensanti, che quotidianamente vengono perpetrate. Con una giustizia rapida per i poveri ma in attesa di prescrizione per i ricchi; senza giustizia vera una democrazia non ha futuro.
Renzi non è stato la causa scatenante di tutto questo. È solo quello che voleva (vuole) sfruttare questo momento.
La violenza con cui ha defenestrato Letta era frutto di una falsa convinzione: presto l’Europa si sarebbe incamminata verso la ripresa e chi fosse stato al comando in quel momento si sarebbe gloriato dei risultati. Non è andata così!
Vedremo se il nuovo Capo dello Stato sarà una personalità autorevole o, più prevedibilmente, qualcuno che non disturbi il/i manovratore/i…….
L’Italia non è in grado di riprendere a far crescere il PIL se non con uno spostamento di risorse da settori “improduttivi” ad altri in grado di creare un’economia sana.
In Italia questo vuol dire eliminare sprechi e posti di lavoro parassitari e privilegi che queste risorse succhiano.
L’inventario sarebbe lungo: si sa che gli enti pubblici più sono grandi più sono inefficienti. Basta andare negli uffici di Regione e province dove, di fianco a chi lavora in modo esemplare esistono persone che hanno perso il senso (e la dignità) dell’operare in cambio di uno stipendio. La mancanza di una effettiva catena di comando e di controllo (che nel privato colpisce i fannulloni: a volte fin troppo …) fa si che sovente non si premino le professionalità e le validità dei comportamenti ma tutto venga appiattito da meccanismi promozionali praticamente automatici.
Bisognerebbe poi ragionare sugli enti inutili o soppressi (che però continuano a vivere e ad assumere …), su stipendi non proporzionati alle responsabilità , su sprechi enormi che nessuno vuol eliminare (siamo sicuri che i prezzi CONSIP siano così concorrenziali?), sui grandi appalti fatti con affidamenti diretti che generano collusioni e ricche tangenti (mentre nei nostri piccoli comuni non si possono spendere 100 euro se non passando attraverso atti burocratici stupidi e privi di senso). Questa è la palla al piede dell’Italia che nessuno riuscirà ad eliminare perché chi ha il privilegio non lo molla e crea lobbies che bloccano tutto (con o senza clamore …). L’eterno ritorno del gattopardo.
Il paese Italia viaggia, senza essere pilotato, verso una meta sconosciuta. Se è impensabile tornare, se non in parte, all’economia ante inizio crisi, non vengono individuati i possibili obiettivi che porterebbero sviluppo.
L’Italia ha ricchezze uniche in termini di ambiente, opere d’arte, culture regionali, architetture e monumenti, gastronomia, ecc. Tesori unici sui quali potrebbe reggere buona parte delle attività economiche; tutte risorse non gestite ne valorizzate e sulle quali la politica è assente perché vive in un mondo surreale che non contempla alcuna riflessione se non la perpetuazione dello status quo.
In questi giorni siamo stati investi dalla nuova normativa sull’iva relative alle opere pubbliche.
I burocrati romani (i nuovi Sceriffi di Nottingham?) e i parlamentari, forse ignari, hanno approvato, all’interno della Legge di Stabilità ( 190/2014) il cosi-detto Split Payment che impone che l’iva sui lavori pubblici non venga più pagata dall’ente pubblico all’impresa che fattura ma direttamente allo stato. Il tutto con un provvedimento legislativo praticamente non operativo perché mancante del Decreto Attuativo (siamo in attesa: ma comprendiamo le esigenze di un riposo natalizio prolungato per gli esausti burocrati romani …). Questo folle provvedimento avrà due risultati:
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Da subito i pagamenti alle imprese vengono bloccati in attesa sulle modalità di pagamento degli importi ante iva;
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Vengono “drenati” alle imprese somme che in parte le stesse hanno pagato ai rispettivi fornitori. E’ vero che prima o poi queste somme (l’iva che i Comuni verseranno allo Stato, per ora non si sa come!!!) verranno compensate ma naturalmente, conoscendo i tempi relativi, le aziende avranno tempo di fallire.
Ci sono già imprese che hanno declinato lavori nuovi da parte delle Amministrazioni ………..
Tutto questo provocherà una parziale paralisi economica alla faccia dei proclami che chiedono alle banche di dare credito alle forze produttive ….
Ignari , o meglio, dimentichi, di tutto questo i media continuano a sparare nel mucchio senza i necessari approfondimenti: se qualcuno esce con una bugia gli altri vengono dietro (purché crei clamore) senza controllare la veridicità delle notizie. Ma le tematiche importanti che toccano tutti continuano ad essere insabbiate. Disturbare si, ma fino ad un certo punto, tenendo ben viva la solidarietà (trasversale) di casta
Il libro LA CASTA ha preso come capri espiatori dei mali italiani le comunità montane che sono state cancellate a livello nazionale. Dopo è toccato, in modo lineare e senza entrare nel merito , ad altri enti pubblici (ma non tutti: si è preferito colpire dove c’erano scarse possibilità di reazione) . Naturalmente il debito pubblico continua a crescere: segno che si è tagliato dove non bisognava tagliare! Ma chi riesce a ragionare su queste cose? Avanti con il prossimo superficiale e inopportuno provvedimento. La fantasia romana non ha limiti.
Vedremo i risparmi che saranno realizzati con l’eliminazione delle province (ma saranno veramente eliminate? Il disordine regna sovrano..) attuato senza una globale riforma dell’architettura istituzionale e con la creazione di mostri come la provincia metropolitana.
Naturalmente organismi come le Prefetture o l’istituto del Segretario Comunale (che ricordano prassi medioevali o del ventennio) rimangono intatti senza che nessuno possa pensare di riconsiderarne le funzioni e l’utilità (Cotarelli, dove sei?).
Ora assisteremo alla vendita degli ultimi gioielli di stato (cioè a privatizzazioni) per abbassare il debito. Questo vorrà dire altri servizi tagliati o ridotti (ovviamente a essere colpiti saranno i più deboli …).
Le Poste vogliono chiudere i residui (ora funzionano a giorni alterni) uffici postali dove l’utenza è scarsa. Considerando le carenze della distribuzione dell’ energia elettrica (vedremo le interruzioni alla prima nevicata..), la scadente rete telefonica e di internet veloce, il problematico sgombero neve delle strade provinciali (ad oggi la Provincia non dispone dei fondi necessari..) cosa rimarrà della presenza dello Stato sulle montagne non firmate? Sicuramente le tasse!
Naturalmente la questione delle lingue minoritarie che una legge dello stato (482/99) dovrebbe tutelare, ma che in pratica è in parte ignorata, (scuole, Rai) non trova udienza presso la politica che conta. Ho potuto parlare occasionalmente con la ministra competente (Maria Carmela Lanzetta) afferrando bene che per lei questa era materia sconosciuta.
E i nostri comuni, virtuosi per natura, ovviamente pagheranno per quelli che qualche decennio indietro si erano imbottiti di personale: conta la spesa storica e le amministrazioni corrette ancora una volta pagano per gli altri. Dov’è finito il federalismo e i relativi costi standard?
Assistiamo ad un abbassamento delle professionalità, della deontologia, del piacere del lavoro ben svolto: l’importante è portare a casa più soldi possibili rivendicando i propri diritti e dimenticando i doveri.
E’ lo scadimento morale e comportamentale di molta parte del Paese frutto dei nuovi “ideali” inculcati dalle televisioni commerciali. Ovviamente la solidarietà, il senso e l’importanza della comunità, devono essere, concretamente, vecchiumi del passato.
Solo gravi ed estremi eventi (che non sono da augurare) potrebbero portare tutti a ragionamenti meno egoistici. E all’orizzonte non si vede alcun Menenio Agrippa !
Come mi ha rivelato Annibale Salsa, Denis Mack Smith, grande storico, ci insegna che questo malgoverno è frutto delle modalità con le quali è stato creato lo stato nazionale. Se è così, e c’è da crederci, i nostri problemi non sono finiti!
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