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Nòvas n.148 Setembre 2015

Questionario UNCEM sul “Digital divide”: difficoltà di incontro tra paese immaginario e paese reale

Questionari UNCEM sus lo “Digital divide”: dificultats d’encòntre entre lo país imaginari e lo país real

di Ines Cavalcanti

Questionario UNCEM sul “Digital divide”: difficoltà di incontro tra paese immaginario e paese reale
italiano

In questi ultimi tempi c’è stata un’accelerazione da parte di tutti gli enti nella richiesta di invio on line della documentazione relativa a pratiche di vario tipo, per ognuna un suo procedimento e una difficoltà di apprendimento. E fin qui pazienza, i tempi cambiano, andiamo verso una modernizzazione telematica con la quale gente della mia età tribola a tenere il passo. D’altronde anche mia nonna, quando è scesa giù da Elva, ha tribolato ad abituarsi ad alcune cose allora definite moderne, che al suo paese natio non aveva mai posseduto.

Quello che è tuttavia intollerabile è che la modernizzazione on line venga definita come un assunto assoluto e eguale per tutti ancor prima che vengano messi a punto i normali procedimenti di funzione della struttura.

Questo argomento ben riassume la reale difficoltà di incontro tra paese immaginario e paese reale. Il paese immaginario è quello che i politici ci descrivono e con il quale quotidianamente si confrontano per fare le leggi, i decreti, le circolari attuative e quant’altro; il paese reale è quello dei territori ed il divario tra i due è sempre più grande, è il gioco di due parti che non si incontrano mai. Da lungo tempo la politica ha smesso di ascoltare i territori, soprattutto se marginali.

Un ricordo nitido della mia infanzia è quello dei politici appartenenti a tutti i colori e a tutti i partiti che salivano ad Elva e venivano a dialogare con la gente, arrivavano sulla piazza di Elva, stringevano mani e ascoltavano i problemi che la gente gli poneva. Non mitizzo nulla, non erano molto diversi nelle loro ambizioni più profonde e inconfessate dai politici di oggi, ma tuttavia il sistema elettorale li obbligava in qualche modo a confrontarsi. Esisteva un equilibrio tra quanto imponevano le segreterie dei partiti e il contatto con il territorio.

L’Uncem rende visibile questo scollamento attraverso un questionario sul “Digital divide” rivolto ai Comuni della montagna piemontese. I dati che arrivano sono negativi, risultano gravi mancanze nei territori, anche per linee telefoniche.

Le linee telefoniche fisse e mobili, non funzionanti, o con carenze gravi sono il principale problema da risolvere nelle aree montane del Piemonte. Questo, unito alla difficoltà di vedere i canali Rai e Mediaset sul digitale terrestre e a navigare su internet a velocità decenti, ci porta verso uno studio di un’azione efficace contro gli operatori nazionali del settore delle telecomuicazioni che hanno abbandonato le “zone a fallimento di mercato” per rivolgersi solo alle “remunerative aree urbane”.

Sono 553 i Comuni montani e in questa azione legale annunciata dall’UNCEM potrebbero unirsi altre regioni alpine.

I comuni, i professionisti, gli operatori di settore sono obbligati a usare internet per lavoro, ma la loro attività è fortemente penalizzata dalla lenta connessione e così si trovano a pagare per un servizio che non hanno. Dalle risposte al questionario il 90% considera la velocità di navigazione in internet più bassa di quella pagata e il 95% vorrebbe navigare a velocità più elevate. Sempre il 90% vorrebbe la fibra ottica e il 92% una copertura wi.fi gratuita nei luoghi pubblici del proprio Comune.

Penso che i 553 Comuni del Piemonte dovrebbero creativamente inventarsi uno sciopero. Smettono di inviare alla Prefettura e ai vari uffici burocratici le pratiche che gli vengono richieste. Mandano solo le pratiche utili, quelle che se non inviate danneggerebbero il territorio. Le altre si stampano in cartaceo, si caricano su un carro trainato da un cavallo di Merens e si portano direttamente a piedi nei luoghi deputati.

Forse anche la montagna deve inventarsi un sistema creativo per protestare.

occitan

Dins aquesti darriers temps lhi a agut un’acceleracion da part de tuchi lhi organismes dins la demanda d’enviada on line de la documentacion relativa a de pràcticas de tipe variat, per chascuna una sia procedura e una dificultat d’aprendissatge. E fins aicí paciença: lhi temps chambion, anem vèrs una modernizacion telemàtica embe la quala de gent de mon atge trebula a tenir lo pas. D’autre cant bèla ma ieia, quora es calaa da Elva, a trebulat a s’acostumar a cèrtas causas alora definias modèrnas, que a son país avia pas jamai agut.

Totun, çò qu’es intolerable es que la modernizacion on line vene definia coma una assercion absolua e eigala per tuchi já derant que venen mesas a ponch las normalas proceduras de funcion de l’estructura.

Aqueste argument resum ben la reala dificultat d’encòntre entre lo país imaginari e lo país real. Lo premier es aquel que lhi polítics nos penhon e embe lo qual chasque jorn se confronton per far las leis, lhi decrets, las circularas actuativas e mai d’autre; lo país real es aquel di territòris vers e l’escart entre lhi dui es de mai en mai gròs, es lo juec de doas parts que s’encòntron pas jamai. Depuei de temp la política a quitat d’escotar lhi territòris, sobretot se marginals.

Un recòrd net de mon enfança es aquel di polítics apartenents a totas las colors e a tuchi partits que montavon amont a Èlva e venion a devisar embe la gent, arribavon sus la plaça d’Èlva, estrenhion las mans e escotavon lhi problèmas que lhi pausava la gent. Siu pas a mitizar ren, eron pas despariers dins lors ambicions mai profondas e inconfessaas dai polítics d’encuei, mas totun lo sistèma electoral lhi oblijava d’un biais o l’autre a se confrontar. Existia un equilibri entre çò qu’empausavon las secretarias di partits e lo contact embe lo territòri.

L’UNCEM rend visible aqueste descolament a travèrs un questionari sal “Digital divide” adreçats a las Comunas de la montanha piemontesa. Lhi dats qu’arribon son negatius, resulton de gravas mancanças enti territòris, bèla per las linhas telefònicas.

Las linhas telefònicas fixas e mòbilas, ren foncionantas, o embe de carenças gravas son lo premier problèma da resòlver dins lhi airals de montanha dal Piemont. Aiçò, unit a la dificultat de veire lhi canals Rai e Mediaset sal digital terrèstre e de navigar sus internet a una velocitat decenta, nos mena vèrs un estudi d’una accion eficaça còntra lhi operators nacionals dal sector des telecomunicacions qu’an abandonat las “zònas a faliment de marchat” per s’adreçar masque ai “remuneratius airals urbans”.

Son 553 las Comunas de montanha e dins aquesta accion legala anonciaa da l’UNCEM polerion se jontar d’autras regions alpinas.

Las comunas, lhi professionistas, lhi operators dal sector son oblijats a adobrar internet per trabalh, mas lor activitat es fortement penalizaa da la lenta connexion e coma aquò se tròbon a pagar per un servici qu’an pas. Da las responsas al questionari lo 90% consídera la velocitat de navigacion sus internet mai bassa d’aquela pagaa e lo 95% voleria navigar pus aisament. Sempre lo 90% voleria la fibra òptica e lo 92% una cubertura wi.fi gratuita enti luecs públics de sa Comuna. Penso que las 553 Comunas dal Piemont deurion s’inventar creativament una grèva. Quiton d’enviar a la Prefectura e ai diferents oficis burocràtics las pràcticas que lhi venon demandaas. Mandon masque las pràcticas útilas, aquelas que se son ren enviaas dalmatjarion lo territòri. Las autras s’estampon sus papier, se charjon sus un carroç tirat da un caval de Merens e se menon directament a pè enti luecs deputats.

Benlèu decò la montanha deu s’inventar un sistèma creatiu per protestar.


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