Il Ministro della Giustizia francese ha lanciato il 13 ottobre una consultazione attraverso un questionario riguardo della Carta delle lingue regionali, chiedendo il parere dei cittadini su ciascuno dei 39 articoli che la Francia ha firmato nel 1999: http://www.textes.justice.gouv.fr/textes-soumis-a-concertation-10179/ratication-de-la-charte-des-langues-regionales-et-minitaires-28401.html .
In pratica ad ogni Stato è stato sottoposto un menù di articoli ai quali loro potevano o meno aderire, tenendo conto che c’era una soglia al di sotto della quale non si poteva andare. La Francia ha dunque a suo tempo aderito con 39 articoli ma non l’ha mai ratificata (neanche l’Italia non l’ha mai fatto!). Il 14 ottobre la Commissione designata del Senato ha esaminato il progetto di legge che apre la via alla revisione della Costituzione, atto necessario alla ratificazione della Carta Europea delle lingue regionali e minoritarie.
A tale proposito va detto che l’Italia, con l’approvazione della L. 482 del 1999 “Norme a tutela delle minoranze linguistiche storiche”, è arrivata al punto in cui ora vorrebbe arrivare la Francia, ma per contro non si capisce il perchè lì si è fermata e non ha mai ratificato la Carta.
Philippe Bas, Presidente della Commissione, ha depositato una mozione preventiva di rigetto del progetto, che è stata adottata. Il Senato deve ora discutere la mozione il 27 ottobre, se verrà adottata in modo definitivo il progetto di legge sarà respinto e questo porrà fine al dibattito.
Come possiamo vedere la posta in gioco è alta e gli Occitani d’oltralpe si sono mobilitati e ancor più credo si mobiliteranno su questo argomento alla manifestazione del 24 ottobre a Montpellier “Anem! Òc! Per la lenga occitana”.
Naturalmente non mancano gli strenui avversari a questo argomento. Il Senatore Philippe Bas si è mobilitato per la sua Santa Crociata contro la diversità linguistica, per una Francia monolingue e sicuramente farà arrivare una valanga di pareri contrari attivando in merito la rete dei suo militanti e simpatizzanti che andranno a inondare il ministero con dei “clic” contro.
E’ importante che tutti coloro che hanno a cuore la promozione delle lingue regionali, indipendentemente dalle loro eventuali critiche riguardo alla Carta, reagiscono e chiedano a chi li circonda di reagire a sua volta. La posta in gioco è enorme e ancora una volta, se queso tentativo va in porto, la Francia ripiomberà in un altro periodo di storia negata per interi territori che messi insieme rappresentano gran parte del paese: baschi, catalani, occitani, corsi, alsaziani, bretoni. Ma com’è possibile che nel 2015 l’argomento della diversità linguistica e del sui diritti sia ancora così indietro nelle coscienze collettive e nei diritti acquisiti?
Sono necessari incubatori di riflessione su questo tema. A volte vedo persone anche impegnate nel campo dell’ecologia, della biodiversità del cibo, storcere il naso di fronte a questo argomento, li vedo con gli occhi spersi che guardano nel vuoto quando se ne parla. E’ necessaria una terapia collettiva che sappia portare alla luce le dinamiche collettive positive che si possono scatenare promuovendo il rispetto della diversità linguistica e devo dire che sovente i rappresentanti culturali delle lingue minoritarie non sono molto bravi a farlo.
In Italia abbiamo un Confemili congelato da ormai più di 20 anni e in questo periodo non ci sono state azioni significative collettive da parte delle “minoranze linguistiche storiche” riconosciute dalla legge 482 del 1999.
Il Comitato “Anem! Òc! Per la lenga occitana” invita tutti a Montpellier il 24 ottobre ed è importante più che mai a tre giorni dal dibattito al Senato esserci. Noi delle valli Occitane abbiamo organizzato pullman e viaggi singoli per esserci e per sostenere l’azione.
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