Il libro “Eppur si vive. Nuove pratiche del vivere e dell'abitare nelle Alpi occidentali”, scritto dall'antropologa Maria Anna Bertolino e realizzato in collaborazione con la Chambra d'Òc, si è aggiudicato il terzo posto del Premio "Virtus ad fides. Per le specificità di vita e di cultura di tutte le Regioni alpine anche di là del confine" promosso dall'Istituto Bellunese di Ricerche sociali e culturali e dedicato alla Contessa dr.ssa Caterina De Cia Bellati Canal.
Presentato ad Ostana lo scorso dicembre, nell'ambito del 1° Festival invernale dei Borghi più belli d'Italia, il volume offre una riflessione sul ritorno alla montagna dovuto all’acquisizione di una nuova consapevolezza (ambientale, sociale, culturale ed etica) della relazione millenaria che ha legato l'uomo a questo meraviglioso scenario naturale. Quest'ultimo, non ancora standardizzato come larga parte dei territori antropizzati del nostro paese, è in grado di proporsi come una grossa risorsa di accoglienza, di lavoro e di piacere.
Partendo dall'analisi del recupero degli abitati tradizionali alpini piemontesi, l'immagine tutta contemporanea che si offre allo sguardo del ricercatore, così come dell'osservatore più attento, non è certo quella romantica e nostalgica. Infatti, dall'analisi comparativa avviata sul suolo regionale, i dati raccolti e i risultati ottenuti evidenziano delle progettualità inedite date da un'elevata conoscenza delle singole realtà territoriali, aprendo a nuovi ripensamenti dei territori marginalizzati da anni di politiche urbanocentriche. Una riflessione che, in questo caso, è sostenuta dall’adattamento allo specifico contesto di analisi di teorie, non solo antropologiche, quali ad esempio quella di Marc Augé sul concetto di "luogo/non luogo", di "Terzo paesaggio" di Gilles Clément, di margine e della contrapposizione rovina/maceria. Altrettanto rilevante, accostandosi all'uso nuovo dell'architettura rurale, è l’analisi di questa quale bene culturale di una collettività.
Sono numerose le testimonianze di recupero e valorizzazione di tale patrimonio secolare. Nel volume sono illustrati alcuni esempi, mossi da intenti diversi, da quelli più sentimentali e affettivi a quelli economici, permettendo al lettore di avere uno sguardo ampio sul fenomeno, trattato poi nello specifico per quanto riguarda il caso di Ostana (CN), dove l'autrice ha svolto una ricerca di campo etnografica di lungo periodo, riscontrando il fermento demografico, sociale, culturale del paese dopo anni di spopolamento. Una vivacità e dinamicità di cui il testo restituisce una fotografia di un periodo preciso e che, se potesse, attualmente si amplierebbe con nuovi protagonisti, abitanti e persone che sostengono un progetto privato e comune allo stesso tempo.
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