Felici le processioni: l’andare a spalla a spalla cantando “per il sentiero della luna”. Ma perché si chiama “Ritorno” questa processione? È forse al ritorno dei contadini alle loro case che Varujan allude nel titolo di questa poesia? O non sarà invece che egli, incarcerato e prossimo alla morte, allude al suo stesso desiderio di tornare, e ci trasmette che sta tornando, almeno poeticamente – “Questa sera veniamo da voi, cantando un canto” –attraverso “l’amore”, “la speranza” e “il pane”?
Siobhan Nash-Marshall
Questa sera veniamo da voi, cantando un canto,
per il sentiero della luna,
o villaggi, villagi;
nei vostri cortili
lasciate che ogni mastino si svegli,
e che le fonti di nuovo
nei secchi irrompano a ridere –
Per le vostre feste dai campi, vagliando
vi abbiamo portato con canti la rosa.
Questa sera veniamo da voi, cantando l’amore,
per il sentiero della montagna,
o capanne, capanne;
di fronte alle corna del bue
lasciate che infine si aprano le vostre porte,
che il forno fumi, che si incoronino
di fumo azzurro i tetti –
Ecco a voi le spose con i nuovi compagni
hanno portato il latte con le brocche.
Questa sera veniamo da voi, cantando la speranza,
per il sentiero del campo,
o fienili, fienili;
tra le vostre buie pareti lasciate che risplenda un nuovo sole,
sui tetti verdeggianti
lasciate che la luna setacci la farina –
Ecco vi abbiamo portato il fieno raccolto in covoni
la paglia con il dolce timo.
Questa sera veniamo da voi, cantando il pane,
per il sentiero dell’aia,
o granai, granai;
nell’oscurità del vostro seno immenso
lasciate che sorga il raggio della gioia;
la ragnatela sopra di voi
lasciate che sia come un velo d’argento;
poiché carri, file di carri vi hanno portato
il grano in mille sacchi.
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