On. Borghi: “Grazie alla legge di stabilità, una spinta necessaria per superare la frammentazione, grave problema nelle aree montane”. Tutti gli atti ed i provvedimenti emanati in esecuzione di piani di ricomposizione e di riordino fondiario promossi dagli enti territoriali (Regioni, Province, Comuni e Comunità montane) vengono esentati dall’imposta di registro, dall’imposta di bollo e dalle imposte ipocatastali.
C'è anche questo nella Legge di stabilità 2016, varata a fine anno dal Parlamento. Il provvedimento completa il capitolo agricoltura, ricco di misure per agevolare il settore, di certo trainante per il Paese e in particolare per moltissime Regioni tra le quali il Piemonte. Esentate da Irap le imprese agricole, eliminata l'Imu sui terreni agricoli in montagna e in collina, istituito un fondo per macchine e trattori agricoli forestali che inquinano meno, istituito un altro fondo incentivi per l’assunzione dei giovani lavoratori agricoli di 8,3 milioni per il 2016, 7,9 milioni per il 2017 e 8 milioni per il 2018.
"Si tratta di misure molto importanti - evidenzia l'on. Enrico Borghi, presidente dell'Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della Montagna e presidente Uncem - Sottolineo in particolare quella legata all'azzeramento delle imposte per i piani di ricomposizione e riordino fondiario promossi dagli enti locali. Le Alpi occidentali sono caratterizzate da un'altissima frammentazione delle proprietà agricole e forestali, con appezzamenti di dimensione molto inferiori all'ettaro, di più proprietari, in alcuni casi già deceduti. Molto spesso, nel corso degli ultimi cinque decenni non sono state avviate le pratiche per le successioni tra generazioni in quanto troppo esose, a volte più costose del valore stesso del fondo".
L'azzeramento delle imposte getta le basi per una nuova serie di piani di ricomposizione che dovranno essere ulteriormente incentivati, anche con precise norme che ogni Regione potrà varare. Il Piemonte sta ad esempio lavorando a un ddl che riconosce e incentiva le 'associazioni fondiarie' esistenti: finora sono una decina in altrettanti Comuni montani.
"Tutti gli indicatori economici ci confermano la crescita delle imprese agricole - continua Borghi - Molte nel 2015 le nuove registrazioni, in particolare da parte di giovani che hanno riscoperto il fascino dei mestieri legati alle produzioni agricole di qualità, alla loro trasformazione e vendita attraverso tutti i canali, compreso l'e-commerce. Ma si parte dalla terra. E la frammentazione non agevola chi vuole fare impresa nelle aree montane. Gli enti locali ora dovranno fare la loro parte. E così il Parlamento.
commenta