C’è un solo modo per rendere giustizia alle vittime dei soprusi, delle persecuzioni, dei massacri, ai tanti innocenti che nei secoli sono stati incarcerati, torturati, uccisi: non dimenticarli.
Quindi è meritoria e lodevole l’iniziativa del collettivo Occitania e Libertat che ogni anno organizza una cerimonia per ricordare l’immenso rogo del 16 marzo 1244, in cui furono uccisi in modo atroce i 210 catari che si erano rifugiati sulla rocca di Montségur. Quest’anno la cerimonia si svolgerà domenica 20 marzo, sul «Prat dels Cremats», ai piedi del castello di Montségur, nell’Ariège, alle ore 11,00.
Non dimenticare, ricordare, tenere viva la memoria. Perché? Non, come in genere viene detto, affinché la cosa non si ripeta: basta sfogliare un qualsiasi manuale di storia o anche un giornale per rendersi conto che la cosa continua a ripetersi, senza sosta, in forme un po’ diverse, in luoghi diversi... ma è sempre la stessa faccenda: soprusi, persecuzioni, massacri.
La famosa frase che dice che chi non conosce la storia è condannato a ripeterla suona molto bene, ma non è vera. Che la storia si ripete lo diceva già Tucidide, ma ancor più pregnante è Primo Levi quando osserva che il fatto che una cosa sia già successa non riduce, ma moltiplica le possibilità che ritorni.
Non dimenticare è tuttavia fondamentale. Non solo per rendere giustizia, come dicevo, o per tributare un omaggio. Nel caso dei Catari, i «martiri del puro amore cristiano», come è inciso sulla stele di Montségur, c’è in gioco qualcosa di più, perché, nonostante siano passati 772 anni, le rovine puzzano ancora di bruciato e la ferita è ancora aperta. Il catarismo è scomparso, è vero, ma il messaggio che i Catari hanno affidato ai loro versi, e la lingua, la gloriosa lingua occitana con cui si sono espressi, non sono scomparsi. Non dimenticare serve a mantenerli vivi, a evitare che svaniscano, anche perché le forze che li hanno voluti morti – non più così brutali, ma altrettanto pericolose – sono tuttora presenti. Non dimenticare, quindi, per salvaguardare la loro lingua e il loro messaggio di amore e di libertà.
NDR. Dei Catari parlerà Maria Soresina a Bra venerdì 1 Aprile 2016 in un incontro dal titolo «Dante e l’eresia dei Catari». L’incontro è organizzato dall’Università Popolare della Terza Età di Bra e avrà luogo dalle ore 15.00 alle ore 17.00, presso l’aula magna del Liceo Scientifico, Linguistico e Classico “Giolitti-Gandino”, via F.lli Carando n. 43.
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