L’estrema polverizzazione e frammentazione della proprietà fondiaria rappresenta da decenni uno dei maggiori freni al recupero delle potenzialità agricole, pastorali e forestali della montagna. Nel tentativo di porre rimedio a questa problematica, a partire dal 2012 sul territorio piemontese (precisamente a Carnino, frazione del Comune di Briga Alta) sono nate le prime associazioni fondiarie (AsFo): si tratta di organizzazioni senza scopo di lucro aventi lo scopo di aggregare i proprietari di terreni –sia privati che pubblici – per costituire superfici di estensione sufficiente a permettere una gestione economicamente sostenibile. Il modello associativo prende ispirazione dalla Francia, che ha da decenni legiferato promuovendo la costituzione delle Association foncière pastorale per accorpare i terreni privi di gestione ed è stato sviluppato con il fondamentale contributo del Prof. Andrea Cavallero (Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino).
Con lo scopo di replicare l’esempio francese, anche grazie al lavoro della commissione tecnica presieduta da Uncem, Ipla e altri soggetti attivi sul tema, il 2 novembre 2016 è stata approvata la legge regionale n.21 “Disposizioni per favorire la costituzione delle associazioni fondiarie e la valorizzazione dei terreni agricoli e forestali”. La legge, oltre a riconoscere le associazioni fondiarie ed emanare norme sul loro funzionamento e sviluppo, istituisce una serie di incentivi per promuovere la costituzione di nuove AsFo riconoscendo fino all’80% delle spese sostenute, sostenere la loro gestione, finanziare la redazione dei piani di gestione e miglioramento e incoraggiare l’adesione da parte dei proprietari tramite il riconoscimento di un contributo una tantum nella misura massima di 500 a ettaro di superficie conferita.
I Comuni e le Unioni di Comuni hanno un ruolo di primaria importanza per l’efficace funzionamento delle AsFo. Oltre a diffondere la cultura associativa tra i proprietari fondiari, assegnare i cosiddetti terreni “silenti” (ovvero terreni dei quali non è possibile rintracciare il proprietario), offrire supporto tecnico-informativo e organizzare attività di sensibilizzazione dei proprietari fondiari verso la cultura associativa, i Comuni si fanno garanti dei proprietari non rintracciabili, assicurando l’ottimale gestione dei terreni in uso alle AsFo e riconsegnando il terreno nel caso in cui il legittimo proprietario rivendicasse il diritto di proprietà.
Nonostante la loro breve vita, diversi progetti sono già stati realizzati dalle AsFo maggiormente attive in Regione. Ad esempio, l’AsFo di Carnino, tramite il recupero di terreni incolti, ha permesso il recupero delle attività pastorali da tempo abbandonate con la redazione di un apposito piano di pascolo e la posa di tubazioni per la creazione di punti di abbeverata per il bestiame. Ad Ostana invece, l’AsFo “Ritorno ai prati” ha consentito il nuovo insediamento dell’impresa agricola “L’Orto di Ostana” di Serena Giraudo (24 anni) che, tramite l’utilizzo di più di 10'000 metri quadrati, ha avviato attività agricole finalizzate alla coltivazione di prodotti orticoli e piante officinali certificate secondo gli standard dell’agricoltura biologica.
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