L’auselòt (uccellino) dell’inno occitano Sa Chanta è volato ormai ben oltre la catena delle montagne che lo teneva prigioniero.
Il suo canto d’amore, grazie all’opera di Silvio Vigliaturo - la nostra statuetta “Oscar”- ha raggiunto le aree più remote del Pianeta, dove vivono e resistono, orgogliosamente, le lingue madri che in questi anni il “Premio Ostana, scritture in lingua madre” ha accolto e premiato a Ostana: Maori, Tibetana, Kurda, Yoruba, Tutunakù, Sàmi, Cheyenne, Rromani, Basca, Shuar, Sarda, Friulana, Ladina, Cimbra, Catalana, Maltese, Ebraica, Occitana, Sudtirol, Armena, Galiziana,.Corsa, Frisone, Grika, Huave, Bretone, Romancia.
In un atteggiamento che ci auguriamo possa divenire consuetudine: il desiderio di conoscere l’altro da sè, per entrare in un dialogo possibile, poi in una sintonia auspicabile e infine in un riconoscimento di fratellanza tra individui appartenenti a un unico destino e abitanti un’unica Terra.
Un arcobaleno di esistenze che vorremmo radunare il prossimo anno il occasione dei dieci anni del Premio.
Per celebrarlo Silvio - Maestro d’arte e di artigianato, capace di sintesi trs creatività artistica e antichi saperi artigianali reinterpretati con criteri di innovazione tecnologica - ha dato la sua generosa disponibilità a organizzare una personale del suo lavoro, improntato a questi stessi principi e valori.
E non escludiamo possa riservarci una sorpresa, con la quale testimonierà empatia e sintonia con le aspirazioni della nostra piccola comunità che con i suoi progetti vuole essere partecipe di dimensioni globali, pur agendo a livello locale.
L’auselot di Ostana ha chiesto di poter condividere il nido con chi il suo nido lo ha dovuto abbandonare.
Nel suo volo ha visto che c’era chi chiedeva accoglienza e ospitalità.
E non ha avuto esitazioni.
Ha sentito il profumo di quel mare che su molti si è chiuso come fossa di cimitero.
Il profumo di vite in cerca di futuro.
Un auselot, da solo non può molto.
Ma ha pensato alla leggenda del colibrì che di fronte all’incendio della foresta continuò a portare acqua, goccia dopo goccia: il suo contributo affinché fosse spento.
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