E’ quello in cui vivono, sopratutto, i parlamentari italiani, ma anche alti vertici politici, alti burocrati e funzionari, (specialmente statali), alti gradi dell’esercito e della magistratura. Ma anche giornalisti che non approfondiscono e scrivono senza conoscere le cose di cui trattano.....
Il debito pubblico è in perenne aumento ( e nessuno se ne preoccupa), praticamente a causa dei ministeri; e non si può ridurre perché agli enti locali, molti al collasso finanziario, sono stati fatti tagli al limite della follia e non si può più continuare su questa strada. Solo i comuni grandi tirano avanti con una certa tranquillità grazie al recupero di grandi inefficienze (vedi gli impiegati di Sanremo che bollavano in pigiama e se ne andavano a spasso invece di lavorare); gli altri boccheggiano facendo miracoli per quadrare i conti e sottoponendo i pochi impiegati a super attività (quanti lavorano fuori orario nei piccoli comuni!) per ottemperare a normative sovente assurde e a statistiche sovente inutili e ridondanti, quando non fuorvianti (vedi SOSE), pena multe e blocco dei trasferimenti statali (quei pochi rimasti).
E’ questo un solo esempio di una più larga e per molti versi drammatica, situazione preagonica nella quale versa la finanza pubblica italiana. Ma i “nostri”, dal loro mondo parallelo, non sanno di questa “vita normale” o, se lo sanno, fanno finta di nulla consci dell’inutilità del loro ruolo.
I parlamentari sono nominati dalle segreterie dei partiti e devono ad esse ubbidire; gli argomenti della politica e di quello che viene “buttato” in discussione in Parlamento non spetta a loro ma a queste segreterie; il resto, quel poco di iniziativa dei singoli, se non è congeniale e funzionale ai vertici di partito, verrà incagliato prima di arrivare in aula. O supererà una sola Camera. Sempre che qualcuno abbia il coraggio di proseguire su una strada solitaria e non in sintonia con chi comanda.
Ma la riconferma delle candidature è dietro l’angolo quindi: giù la testa!
Ovviamente tutto questo blocca il paese. Le vere riforme non vengono neanche prese in considerazione (prima fra tutte quella della giustizia: la più urgente) e il paese è condannato alla stagnazione.
Non basta dire che c’è la ripresa; la gente lo verifica tutti i giorni nel mondo reale vedendo i propri figli disoccupati o condannati ad espatriare per trovare lavori qualificati.
La dimostrazione più recente di questo mondo parallelo ha visto la cancellazione dei voucher per paura del referendum. Chi vive nel mondo reale sapeva bene che il referendum non sarebbe passato in quanto i voucher sono necessari in certe situazioni (magari si poteva modificare la normativa) con buona pace dei sindacati (i cui vertici ormai sono a pieno titolo parte di questo mondo parallelo) ormai tenuti in piedi dai pensionati e dai dipendenti pubblici.
Ma i voucher sono stati eliminati ed ora si stanno ripristinando, pare con una normativa scoraggiante, per essere pronti ad un nuovo referendum.
Un mondo impazzito.
Un’altra cosa scandalosa è il percorso per una nuova legge elettorale.
Il buon senso, un minimo di sentimento democratico, il senso dello stato e il governare da buon padre di famiglia, vorrebbe che la legge elettorale producesse un efficace funzionamento del Parlamento a vantaggio di una buona legiferazione. Questo in un paese normale.
Ma in Italia non è così. Le proposte dei vari partiti sono in conseguenza dei loro interessi politici del momento e quindi si da la stura a proposte che potrebbero definirsi esileranti se non fossimo in una situazione tragica e foriera di un incerto futuro.
Calderoli, ideatore del “porcellum”, una porcata come ha definito lui stesso la sua legge, è tutt’ora in Parlamento a pontificare a 360 gradi. Ci voleva poco a capire che la sua legge era anticostituzionale ma ci sono voluti 12 anni per dichiararla tale.
Ma cosa ci sta a fare la 1° Commissione (Affari Istituzionali)? Ad avvallare ogni proposta della maggioranza?
E ovviamente la gente non sa più per chi votare.
Renzi ha distrutto la sinistra sostituendola con un partito che ricorda molto quello creato da Berlusconi (anche nella mimica dei parlamentari).
I fuoriusciti dal PD sono pieni di livore verso l’ex partito e stentano a produrre programmi chiari ed equilibrati. Più che altro fanno un’opposizione “variabile”.
I 5 stelle stanno dimostrando che non è sufficiente la buona volontà e l’onestà per produrre una buona gestione della cosa pubblica e che una politica ignorante della situazione reale del paese può produrre ulteriori disastri.
La destra di oggi è identica a quella di ieri con gli stessi vizi e difetti, a servizio delle persone che contano...
Dei partitini è inutile parlare.
E le tasse sono al massimo e gli enti locali senza soldi in conseguenza degli enormi sprechi della macchina statale, degli enti inutili, della corruzione, delle consulenze milionarie, F35, ecc.
Impossibile investire per il rilancio del Paese perché le possibili risorse sono impiegate per tenere in piedi queste situazioni parassitarie.
Di questa situazione bloccata la colpa principale è del PD. L’aver deviato dalle idealità della sinistra è stata una delle cause (forse la più importante) della nascita del partito di Grillo. I vertici del Pd si consolano guardando l’andare traballante delle amministrazioni grilline e del poco successo (per ora) dei fuoriusciti ( o meglio degli obbligati ad uscire); la mediazione è attiva solo verso destra!
E il mondo parallelo di quello che si autodefinisce ancora di sinistra è compatto (per ora) dietro a Renzi e non riesce neanche ad analizzare i motivi delle sconfitte: anche perché se Renzi scendesse chi salirebbe?
La distruzione della sinistra, specie nei quadri locali, ha impedito di fatto la crescita di leaders credibili nei quali la gente possa riconoscersi; leaders umili, germinati tra i problemi della gente, che non faccia politica per la saccoccia ma per gli altri, specialmente per chi non conta e non ha voce.
E in Italia tutto continua tra ingiustizie tollerate, tra disfunzioni croniche, tra inefficienze scandalose, tra riforme decantate quanto pessime in termini di risultati.
La soppressione delle Provincie fa parte di una modifica spot dell’architettura istituzionale; modifiche fatte senza considerare cosa ne potesse derivare al territorio e con la creazione del mostro delle città metropolitane di fatto ingovernabili ( o meglio governate a tutto vantaggio delle città!).
Scrivevo qualche anno fa che non ci sarebbero più stati i soldi per tenere in ordine le strade. Questo momento è arrivato: le strade provinciali sono degne dei paesi del terzo mondo e, particolarmente in montagna, “gallerie” sovrastate da vegetazione pendente. Vedremo cosa capiterà con le prime nevicate!
La gente patisce la prepotenza delle grandi imprese di servizi che fanno quello che vogliono tra disservizi spaventosi. Quelle telefoniche sono il caso più eclatante. E’ ben vero che c’è il CORECOM per chi vuole giustizia ma, ovviamente, allo stesso, nelle sedi regionali, non sono stati dati poteri giudicanti (troppo danno ne avrebbero avuto le compagnie telefoniche) ma solo possibilità di mediazione. Chi insiste deve andare dall’autority a Napoli! Magari per un danno di cento euro.
In Alta Valle Po i cavi telefonici sono abbandonati in mezzo ai boschi con alberi che vi si appoggiano (vedremo quello che capiterà alla prima nevicata). La Telecom non investe in montagna perché c’è poca utenza ed è senza finanze: e una volta operava in regime di monopolio (e faceva i prezzi che voleva) ma la cattiva gestione (e le ruberie…..) l’hanno ridotta a questo punto!
E provate a fare una pratica con Enel!
Si potrebbe entrare nel dettaglio e allargare l’elenco spaziando in altri settori ma è inutile: al “mondo parallelo” non interessano queste misere e disturbanti polemiche...Bazzecole!
Siamo in un “cul de sac” e la parte migliore della cittadinanza non sa per chi votare.
Una volta si sceglieva tra programmi, ideologie, concezione dello Stato e di stili di vita: ora non si va più neanche a votate.
Domani?
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