In questo momento così importante per la Catalonia crediamo utile pubblicare questa intervista con Jordi Savall sulla questione della sua richiesta d’indipendenza.
Jordi Savall i Bernadet, grande musicista catalano di fama mondiale (violoncellista, gambista [viola da gamba], direttore d’orchestra, musicologo) ci offre una visione che un po’ ci conforta sul buon senso che regna ancora nelle persone. In questi giorni siamo bersagliati da parole e atteggiamenti che spaventano. In Italia (ma a quanto ci risulta anche in Francia) giornali, radio, televisioni, non fan altro che diffondere falsità e opinioni distorte: “Un referendum che è giunto neppure al 50% dei votanti” (non considerando la situazione di terrore e repressione che il governo spagnolo e la polizia hanno creato per boicotttarlo; che vari seggi elettorali sono stati impediti; che la guardia civile ha sequestrato molte schede elettorali già votate; ecc.). “Gli indipendentisti hanno creato un clima di esaltazione, di terrore e d’intimidazione” (tutti sappiamo che le manifestazioni per l’indipendenza si sono svolte in completa serenità, concordia, spirito pacifico e civile).
È vergognoso sentire che la Catalonia vorrebbe l’indipendenza solo per questione di privilegi economici ed egoismo. La storia di quel popolo non conta? Non conta la repressione che ha subito durante il franchismo? Non si considera il mancato rispetto delle norme di autonomia promesse dallo stato spagnolo?
Si sentono quasi soltanto parole di vuota retorica: “Rispetto della costituzione per un principio di pace e convivenza”. Cosa vogliono intendere con “pace” l’abbiamo visto dalle cariche della polizia su gente che pacificamente andava a esprimere il loro voto, e poi se la costituzione spagnola non da nessuna possibilità ad un popolo di esprimere la sua volontà è semmai la costituzione che bisogna cambiare, non bastonare la gente.
Siamo di fronte ad un fenomeno di disinformazione veramente preoccupante. I catalani dimostrano un livello di civiltà e di pacifismo sicuramente straordinari soprattutto se consideriamo l’esasperazione raggiunta per colpa di un governo che li boicotta e che, nel caso specifico del referendum, dimostra sempre più il suo carattere franchista e fascista
È altresì preoccupante l’atteggiamento dell’Europa. Il parlamento catalano chiede un suo intervento, una sua mediazione, e quella se ne frega. Non è più un fatto interno alla Spagna come dicono da Bruxelles. Vi è oltrettutto una carta europea violata che dice che con metodi democratici un popolo ha il diritto alla sua autodeterminazione e in Spagna la rivendicazione popolare viene considerata alla stregua di eversione con una dura repressione istituzionale, giudiziaria e poliziesca. L’Europa ha il dovere di intervenire di fronte ad una chiara manifestazione di regime fascista da parte di un suo membro o dobbiamo trarre conclusioni funeste sul disegno politico di questa Europa e di chi la governa.
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