Nelle Valli per esprimere il concetto dell’italiano mi ricordo/ ricordarsi sono presenti diverse forme verbali: le valli del nord – Dora, Chisone, Germanasca- presentano il tipo sovenir “ ricordo, ricordare” possibile gallicismo ma imparentato con l’italiano sovvenire/ mi sovviene forma ora quasi completamente scomparsa nell’uso corrente. Nell’area occitana delfinese vi è un’altra forma, soventar (Mistral, Alibert, Moutier) sicuramente imparentata con le precedenti.
Nelle valli centrali il tipo più diffuso è recòrd ( ërkort/ arkort/ arkward) “ ricordo” e recordar-se “ ricordare/ ricordarsi” accanto ad una forma m’aviso /avisar-se imparentata sicuramente con il tipo far avís “ fare attenzione” e se navisar “ ricordarsi”.
In Val Pellice è presente una forma particolare arodarse/ m’aròdo “ricordarsi/ mi ricordo” e aròd “ricordo” presente pure nell’alta val Gesso ( Entracque) e mella zona di Magliano Alpi, Carrù, Piozzo ecc. Morosi (1890) negli Appunti Lessicali riporta la forma arordu/ arordju, per Praal ( Prali) ma oggi pare dimenticata. Quest’ultima forma è completamente sconosciuta ai vocabolari occitani e piemontesi.
La distribuzione areale di questo verbo – Val Pellice e mondovicese – autorizza pensare che un tempo questa parola avesse un’estensione maggiore e che ora ci si trovi innanzi ai resti di un’antica area lessicale; conseguentemente il verbo arodar non è un neologismo ma un’antico termine.
Il R.E.W Romanische Ethimologische Wortbourg riporta al 7129 il lat. rĕcǒrdāri “ ricordare” che in Piemonte presenterebbe pure le forme ariordé ( Monferrato), arordé ( Ast), arodé ( Castellinaldo) da un’antica forma lombarda e ligure aregordarse continuata da arregordá, ancora viva nella parlata di Genova la quale come l’italiano ricordare e l’occitano recordar derivano da rĕcǒrdāri composto dal suffisso re +corda “ cuore”. La parola è dovuta al fatto che un tempo si pensava che la sede della memoria fosse il cuore; perciò è sufficiente pensare al francese “ aprendre par cœur “ imparare a memòira. La parola è pure passata all’inglese to record “ ricordare, registrare“ e record “ nota, documento, atto, disco”.
Mistral riporta le forme recourda, arrecourda, rom. recordar/ arcordar, cat. esp. por. recordar, it. ricordare.
È possibile che da rĕcǒrdāri >aregordar si sia formata la nostra parola ? All’inizio si è verificata la pròstesi vocalica di re-> ër/ar; in seguito il passaggio alla forma aregordar; dopo con la caduta oclusiva sonòra g > areordar > ariordar > ariordé > arordé > arodé/ aroda(r).
La forma presente nelle valli sembra quindi essere più legata ad un’area padano-monferrina langarola più che ad una forma d’ambiente occitano alpino o semplicemente occitano.
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