Enti in rete L.482/99   

Edizione 2010

Ostana: le radici della lingua

di Valter Giuliano

Ostana: le radici della lingua
La consapevolezza dell’importanza attribuita alla diversità linguistica nelle strategie internazionali ha indotto la piccola comunità di Ostana a cercare di offrire il proprio contributo sia sul fronte del recupero e rilancio della lingua dei padri, sia su quello della costruzione di occasio di pratica linguistica in cui tutto il patrimonio linguistico può tornare ad essere al centro non solo dell’attenzione e della ricerca culturale, ma della vita stessa dell’intera comunità.
Ecco perché dal 2008 il Comune di Ostana promuove un appuntamento volto a sostenere e far conoscere le lingue madri del territorio e non solo la propria. Un impegno nato dalla storia del Comune e della sua amministrazione, in prima linea nel chiedere prima, e nel far applicare poi, la legge nazionale che tutela le lingue minorizzate dell’Italia.
In questo caso si tratta della lingua d’oc, dalla tradizione letteraria che affonda le sue radici nel Medioevo dei Troubadours, per arrivare al Premio Nobel Frederic Mistral.
La prima edizione si è svolta sotto la denominazione “Premio Civiltà delle minoranze” e ha visto l’assegnazione dei premi allo scrittore gallego Alfredo Conde e al compianto Carlo Sgorlon, nonché un momento di approfondimento della figura e dell’opera di un grande intellettuale occitano come Max Roquette.
La seconda edizione, con la nuova denominazione “Premio Ostana - Scritture in lingua madre / Escrituras in lenga maire” che meglio corrisponde agli obiettivi del Premio, si apre a nuove sezioni, articolandosi in sei categorie di Premio: Internazionale, Nazionale, Letteratura d’Oc, Giovani, Traduzione e Speciale.
Le categorie internazionale e nazionale individuano Autori che abbiano scritto o utilizzato, anche in parte, le lingue minoritarie riconosciute nelle loro opere; uno specifico riconoscimento, vista la collocazione in area occitana è stato previsto per un Autore di lingua d’oc, mentre la sezione dedicata a giovani intende incentivare le nuove scritture in lingua madre e quella per la traduzione sostenere gli specialisti che si incaricano di diffondere i contenuti delle opere traducendole nelle lingue nazionali e internazionali o viceversa.
Per ogni edizione è inoltre assegnato un Premio speciale a un protagonista della cultura che si sia distinto particolarmente nella difesa, nella valorizzazione e nella promozione dell’impiego delle lingue meno diffuse.
L’obiettivo del Premio non è solo quello di far conoscere a un pubblico sempre più vasto gli autori che utilizzano per le loro opere la lingua di appartenenza territoriale, seppur minoritaria, ma anche stimolare un sempre maggiore e più incisivo impiego di questi idiomi nelle opere dell’intelletto.
Con questo strumento si vuole altresì portare la realtà del piccolo Comune di Ostana e della vivace e intraprendente comunità che lo anima, al centro dell’attenzione di un pubblico sensibile e attento alla qualità della vita e dunque alle occasioni culturali.
Tutto questo in rigorosa continuità con quell’impegno, prima sommarriamente descritto, che va dall’attenzione al recupero filologico delle architetture tradizionali all’utilizzo delle energie rinnovabili; dalle attività di animazione culturale che vedono nel locale museo la punta di diamante, all’intensa azione di promozione della lingua occitana. Azioni che da tempo pongono Ostana quale Comune all’avanguardia nelle politiche culturali e ambientali.
Il Premio Ostana “Scritture in lingua madre / Escrituras en lenga maire” si inserisce con coerenza in questo contesto, affiancandosi e completando le proposte di promozione della letteratura, del Premio-Concorso letterario “La tua montagna, le tue emozioni”, attivo da oltre dieci anni.
Si tratta di una sfida che assegna alle qualità del territorio, alla sua eccellenza di paesaggio ambientale e culturale, ma anche di “sentimento”, valori da giocare anche sul terreno della competitività territoriale.
Un contributo al rilancio possibile delle terre alte del nostro Paese per il quale occorre chiamare a raccolta e investire risorse umane, intellettuali e finanziarie in imprese nelle quali la fantasia e la creatività siano messe a disposizione di progettualità capaci di pensare al rilancio di aree dalle grandi potenzialità e prospettive, segnata da due elementi straordinari come il Monviso e il Po.
Intorno a questi argomenti di sviluppo locale è ipotizzabile immaginare la prospettiva di un’economia innovativa e di nuove possibilità occupazionali e, sopratutto,la ricarica di fiducia nel futuro che sta percorrendo la comunità in ogni suo componente. Le iniziative culturali restituiscono, infatti, l’orgoglio dei propri saperi consentendo di riscoprire come il territorio umano sia depositario di ideali, di valori, di conoscenze, di capacità, che per troppo tempo sono state dimenticate o disconosciute.
La lingua dei propri padri non è che un simbolo -peraltro di grande forza evocativa- nel percorso di autostima che percorre numerose realtà, in risposta alla necessità di trovare nuove strade per un futuro socialmente e ambientalmente sostenibile.
Tornare ad esprimersi, a parlare, cantare, nella propria lingua madre è segnale di ritrovata vitalità per comunità spesso esangui, al limite della sopravvivenza. Il Premio intende aiutare questo percorso di riconciliazione con la storia privata e collettiva delle nostre comunità di espressioni linguistiche minoritarie.
L’augurio è che questo esempio si possa moltiplicare, contaminando le tante realtà che, analogamente, ricercano una strada per ritrovare la propria identità culturale e sociale, non per giocarla in anacronistiche rivendicazioni territoriali, ma per manifestare con orgoglio la ricchezza delle diversità che si declinano su tutto il territorio di quell’Europa che, in prospettiva, è e deve diventare il nostro orizzonte comune.
L’Europa, nostro naturale spazio di vita, potrà realizzare i suoi obiettivi solo se saprà costruire un orizzonte culturale comune, capace di valorizzare la ricchezza delle diversità che lo compongono, non in competizione tra loro, ma nella esaltante prospettiva di coagularsi per divenire patrimonio condiviso. L’Europa dei popoli, prima che delle nazioni, comporrà una rinnovata geografia del Vecchio Continente. In essa troveranno, finalmente, il dovuto riconoscimento le lingue madri di un paesaggio ambientale ed umano così vasto da non poter far altro che registrare le reciproche contaminazioni, per constatare che la nostra identità non è che il risultato di incontri, contatti, conoscenze, frequentazioni, intimità personali e collettive.
Di fronte a questa evidenza risulta del tutto sciocco erigere, come qualcuno ostinatamente vorrebbe fare per ricacciarci indietro nella Storia, barriere, fondate sulle paure, tra le genti che popolano quella Terra che a tutti appartiene.
Il senso di questo Premio sta anche in questo messaggio di speranzache, da un piccolo centro orgoglioso della propria identità. vuole espandersi per trasmettere l’evidenza di una necessità di politiche che, ovunque nel mondo, abbiano rispetto delle diversità, riconoscendone lo straordinario contributo al futuro di ognuno di noi.
Affermare la propria identità per unire, nella consapevolezza di condividere il comune futuro. Nella gioia di conoscersi e convivere e non nella disperata e disperante prospettiva di dividersi.


Ostana: le radici della lingua

di Valter Giuliano

Ostana: le radici della lingua
La consapevolezza dell’importanza attribuita alla diversità linguistica nelle strategie internazionali ha indotto la piccola comunità di Ostana a cercare di offrire il proprio contributo sia sul fronte del recupero e rilancio della lingua dei padri, sia su quello della costruzione di occasio di pratica linguistica in cui tutto il patrimonio linguistico può tornare ad essere al centro non solo dell’attenzione e della ricerca culturale, ma della vita stessa dell’intera comunità.
Ecco perché dal 2008 il Comune di Ostana promuove un appuntamento volto a sostenere e far conoscere le lingue madri del territorio e non solo la propria. Un impegno nato dalla storia del Comune e della sua amministrazione, in prima linea nel chiedere prima, e nel far applicare poi, la legge nazionale che tutela le lingue minorizzate dell’Italia.
In questo caso si tratta della lingua d’oc, dalla tradizione letteraria che affonda le sue radici nel Medioevo dei Troubadours, per arrivare al Premio Nobel Frederic Mistral.
La prima edizione si è svolta sotto la denominazione “Premio Civiltà delle minoranze” e ha visto l’assegnazione dei premi allo scrittore gallego Alfredo Conde e al compianto Carlo Sgorlon, nonché un momento di approfondimento della figura e dell’opera di un grande intellettuale occitano come Max Roquette.
La seconda edizione, con la nuova denominazione “Premio Ostana - Scritture in lingua madre / Escrituras in lenga maire” che meglio corrisponde agli obiettivi del Premio, si apre a nuove sezioni, articolandosi in sei categorie di Premio: Internazionale, Nazionale, Letteratura d’Oc, Giovani, Traduzione e Speciale.
Le categorie internazionale e nazionale individuano Autori che abbiano scritto o utilizzato, anche in parte, le lingue minoritarie riconosciute nelle loro opere; uno specifico riconoscimento, vista la collocazione in area occitana è stato previsto per un Autore di lingua d’oc, mentre la sezione dedicata a giovani intende incentivare le nuove scritture in lingua madre e quella per la traduzione sostenere gli specialisti che si incaricano di diffondere i contenuti delle opere traducendole nelle lingue nazionali e internazionali o viceversa.
Per ogni edizione è inoltre assegnato un Premio speciale a un protagonista della cultura che si sia distinto particolarmente nella difesa, nella valorizzazione e nella promozione dell’impiego delle lingue meno diffuse.
L’obiettivo del Premio non è solo quello di far conoscere a un pubblico sempre più vasto gli autori che utilizzano per le loro opere la lingua di appartenenza territoriale, seppur minoritaria, ma anche stimolare un sempre maggiore e più incisivo impiego di questi idiomi nelle opere dell’intelletto.
Con questo strumento si vuole altresì portare la realtà del piccolo Comune di Ostana e della vivace e intraprendente comunità che lo anima, al centro dell’attenzione di un pubblico sensibile e attento alla qualità della vita e dunque alle occasioni culturali.
Tutto questo in rigorosa continuità con quell’impegno, prima sommarriamente descritto, che va dall’attenzione al recupero filologico delle architetture tradizionali all’utilizzo delle energie rinnovabili; dalle attività di animazione culturale che vedono nel locale museo la punta di diamante, all’intensa azione di promozione della lingua occitana. Azioni che da tempo pongono Ostana quale Comune all’avanguardia nelle politiche culturali e ambientali.
Il Premio Ostana “Scritture in lingua madre / Escrituras en lenga maire” si inserisce con coerenza in questo contesto, affiancandosi e completando le proposte di promozione della letteratura, del Premio-Concorso letterario “La tua montagna, le tue emozioni”, attivo da oltre dieci anni.
Si tratta di una sfida che assegna alle qualità del territorio, alla sua eccellenza di paesaggio ambientale e culturale, ma anche di “sentimento”, valori da giocare anche sul terreno della competitività territoriale.
Un contributo al rilancio possibile delle terre alte del nostro Paese per il quale occorre chiamare a raccolta e investire risorse umane, intellettuali e finanziarie in imprese nelle quali la fantasia e la creatività siano messe a disposizione di progettualità capaci di pensare al rilancio di aree dalle grandi potenzialità e prospettive, segnata da due elementi straordinari come il Monviso e il Po.
Intorno a questi argomenti di sviluppo locale è ipotizzabile immaginare la prospettiva di un’economia innovativa e di nuove possibilità occupazionali e, sopratutto,la ricarica di fiducia nel futuro che sta percorrendo la comunità in ogni suo componente. Le iniziative culturali restituiscono, infatti, l’orgoglio dei propri saperi consentendo di riscoprire come il territorio umano sia depositario di ideali, di valori, di conoscenze, di capacità, che per troppo tempo sono state dimenticate o disconosciute.
La lingua dei propri padri non è che un simbolo -peraltro di grande forza evocativa- nel percorso di autostima che percorre numerose realtà, in risposta alla necessità di trovare nuove strade per un futuro socialmente e ambientalmente sostenibile.
Tornare ad esprimersi, a parlare, cantare, nella propria lingua madre è segnale di ritrovata vitalità per comunità spesso esangui, al limite della sopravvivenza. Il Premio intende aiutare questo percorso di riconciliazione con la storia privata e collettiva delle nostre comunità di espressioni linguistiche minoritarie.
L’augurio è che questo esempio si possa moltiplicare, contaminando le tante realtà che, analogamente, ricercano una strada per ritrovare la propria identità culturale e sociale, non per giocarla in anacronistiche rivendicazioni territoriali, ma per manifestare con orgoglio la ricchezza delle diversità che si declinano su tutto il territorio di quell’Europa che, in prospettiva, è e deve diventare il nostro orizzonte comune.
L’Europa, nostro naturale spazio di vita, potrà realizzare i suoi obiettivi solo se saprà costruire un orizzonte culturale comune, capace di valorizzare la ricchezza delle diversità che lo compongono, non in competizione tra loro, ma nella esaltante prospettiva di coagularsi per divenire patrimonio condiviso. L’Europa dei popoli, prima che delle nazioni, comporrà una rinnovata geografia del Vecchio Continente. In essa troveranno, finalmente, il dovuto riconoscimento le lingue madri di un paesaggio ambientale ed umano così vasto da non poter far altro che registrare le reciproche contaminazioni, per constatare che la nostra identità non è che il risultato di incontri, contatti, conoscenze, frequentazioni, intimità personali e collettive.
Di fronte a questa evidenza risulta del tutto sciocco erigere, come qualcuno ostinatamente vorrebbe fare per ricacciarci indietro nella Storia, barriere, fondate sulle paure, tra le genti che popolano quella Terra che a tutti appartiene.
Il senso di questo Premio sta anche in questo messaggio di speranzache, da un piccolo centro orgoglioso della propria identità. vuole espandersi per trasmettere l’evidenza di una necessità di politiche che, ovunque nel mondo, abbiano rispetto delle diversità, riconoscendone lo straordinario contributo al futuro di ognuno di noi.
Affermare la propria identità per unire, nella consapevolezza di condividere il comune futuro. Nella gioia di conoscersi e convivere e non nella disperata e disperante prospettiva di dividersi.