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L’occitano nel cuneese: l’associazione Chambra d’Oc e la salvaguardia della minoranza linguistica

L’occitan dins lo cuneés: l’associacion Chambra d’òc e la salvagarda de la minorança linguística

di Daria Corti
Tesi di laurea scaricabile a fondo pagina

L’occitano nel cuneese: l’associazione Chambra d’Oc e la salvaguardia della minoranza linguistica
italiano

Sono Daria Corti, 22 anni, studentessa neolaureata in Lingue, Culture e Letterature Straniere presso l’Università degli Studi di Bergamo. Attualmente frequento il primo anno del corso magistrale di Cooperazione Interculturale, sempre nello stesso ateneo. Ho discusso la mia tesi di laurea, dal titolo “L’occitano nel cuneese: l’associazione Chambra d’Oc e la salvaguardia della minoranza linguistica”, il giorno 8 novembre 2018, seguita dalla Prof.ssa Francesca Pagani in qualità di relatrice. Scrivo questo articolo con un certo ritardo a causa di alcuni impegni universitari, ma spero comunque possa essere apprezzato.

Il momento di scrivere la mia tesi triennale in Lingue era arrivato, ed era per me tempo di decidere quale argomento avrei trattato. Data la mia passione per le lingue romanze, e qualche nozione rimasta impressa dopo un esame di filologia, ho iniziato a fare qualche ricerca. Finché un giorno non mi sono imbattuta nel sito della Chambra d’Oc. Da subito, il loro lavoro mi ha molto colpita e così non ho esitato a mettermi in contatto con la vicepresidente, Ines Cavalcanti. Grazie al suo entusiasmo e disponibilità ci siamo accordate per un’intervista via Skype. E così una calda mattina di luglio, io dalla mia casa in provincia di Lecco mi sono messa in contatto con quella di Ines nella provincia di Cuneo, pronta a scoprire una nuova e affascinante cultura: quella delle Valadas Occitanas. Il resto è venuto da sé. La trascrizione dell’intervista, l’aggiunta di elementi tratti da alcuni libri consigliatemi da Ines. Dopo la pausa estiva, l’impaginazione e la stampa. È stata per me una grande emozione vedere il mio lavoro prendere vita, tutto ciò anche grazie all’aiuto di questo team di persone amichevoli e sempre pronte ad aiutarmi.
L’8 novembre, giorno della laurea, sfogliando il mio elaborato, anche amici e parenti si sono accostati a questa realtà fino a un istante prima sconosciuta. Inutile dire che l’argomento ha destato in loro un grande interesse, ma non solo. I docenti della commissione mi sono sembrati molto coinvolti durante la discussione, che è riuscita scorrevole proprio per l’entusiasmo che io stessa avevo nel presentare qualcosa che a parer mio era nuovo e per nulla banale.
La conferma di tutto ciò mi è arrivata al momento della proclamazione: 108 su 110. La mia gioia e quella dei miei cari è stata incontenibile.
In tutto questo non mi sono mai dimenticata di coloro, e in particolare colei, che mi hanno aiutata a raggiungere questo traguardo. Ennesima conferma del loro animo aperto e gentile è stata la richiesta di scrivere questo breve articolo sulla mia esperienza. Forse per loro non è scontato, ma per me si tratta di un vero e proprio onore, la coronazione di questo percorso estremamente arricchente e gratificante. Spero di aver reso, nella modestia del mio elaborato, la dovuta giustizia a una terra, una lingua e una cultura così antiche, ricche e preziose. E mi auguro, dal profondo del cuore, che possano mantenersi vive nel tempo.
Grazie di cuore a tutti.

Lecco, 16/12/2018 

occitan

Siu Daria Corti, ai 22 ans estudenta neolaureaaa en Lengas, Culturas e Literaturas Estrangieras a l’Universitat de Bergamo. Actualament frequento lo premier an dal cors magistral de Cooperacion Interculturala, totjorn dins lo mesme atenèu. Ai discutut ma tèsi de làurea, dal títol “L’occitan dins lo cuneés: l’associacion Chambra d’òc e la salvagarda de la minorança linguística2, lo jon 8 de novembre 2018, seguia da la prof. Francesca Pagani en qualitat de relatritz. Escrivo aqueste article abo un cèrt retard a causa de qualqui empenhs universitaris, mas espero totun que pòle èsser apreciat.

Lo moment d’escriure ma tèsi trinennala en Lengas era arribat e per mi era vengut lo temp de decíder qual argument auriu tractat. Vista ma passion per las lengas romànicas e qualque nocion restaa gravaa après un exam de filologia, ai començat a far qualque recèrcha. Fins que un jorn siu tombaa sal site de la Chambra d’òc. Da súbit lor trabalh m’a colpia un baron e parelh ai pas esitat a me butar en contact abo la vice-presidenta, Ines Cavalcanti. Gràcias a son estosiasme e sa disponibilitat nos siem acordaas per un’entrevista via Skype. E parelh una chauda matinaa de lulh, da ma casa en província de Lecco, me siu butaa en contact abo aquela de Ines en província de Coni, prompta a descurbir una cultura nòva e encharmanta: aquela d’las Valadas Occitanas. La rèsta es vengua coma aquò. La trascripcion de l’entrevista, l’ajonta d’elements trachs da qualqui libres me conselhats da Ines. Après la pausa estiva, l’impaginacion e l’estampa. Es istaa una granda emocion veire mon trabalh prene vita, tot aquò decò gràcias a l’ajut d’aquel grop de personas amistosas e totjorn prèstas a m’ajuar.

L’8 de novembre, lo jorn d’la làurea, en fulhetant mon elaborat, decò mi amís e parents se son arrambats an aquela realitat desconoissua fins a un instant derant. Es inútil dir que l’argument a revelhat en ilhs un grand interès, mas ren masque. Lhi docents de la comission son semelhats ben interessats durant la discussion, qu’es reüssia fluida pròpi per l’entosiasme que aviu ental presentar qualquaren que a mon avís era nòu e pas ren banal.

La confèrma de tot aquò m’es arribaa al moment de la proclamacion: 108 sus 110. Ma jai e aquela de mi chars es istaa incontenibla.

Dins tot aquò me siu pas jamai desmentiaa d’aquilhi, en en particular aquela, que m’an ajuat a rejónher aquela mira. Un enena en de lor còr dubèrt e gentil es istaa la demanda d’escriure aqueste brèu article sus mon experiença. Benlèu per ilhs es pas escomptat, mas per mi aquò es da bòn un onor, la coronacion d’aqueste percors extremament enrichent e gratificant. Espero d’aver rendut, dins la modèstia de mon elaborat, la justícia degua a una tèrra, una lenga e una cultura tan antícas, richas e preciosas. E m’àuguro dal profond dal còr que pòlen gardar-se vivas ental temp.

Gràcias de còr a tuchi.