Le composizioni raccolte in questo libricino, sono un'espressione di “pensiers salhits” (pensieri emersi), come un magma che arriva da una zona più in profondità. Rappresentano un luogo emotivo protetto, dove posso rifugiarmi come nel sogno.
Ho scelto di scrivere in occitano alpino, perché è la mia lingua, quella che, con le sue numerose varianti si parla nel territorio in cui vivo, ricco di natura, di storia, di bellezza. Sento che questa lingua millenaria è più che mai viva e vibrante, in grado di comunicare concetti di oggi con parole di ieri.
Esiste una generazione che ha ancora intravisto di scorcio - e magari vissuto, con i nonni o attraverso i loro occhi - un mondo che andava finendo. Un vivere fedele a modelli sorpassati, quasi antichi, apparentemente inerti al divenire degli ultimi tempi. E a quel mondo continuano a guardare, pur saldamente ancorati nel presente: senza chiamarsi fuori dalle contraddizioni ma senza nemmeno lasciarsene travolgere (Matteo Rivoira).