Gli olmi
Sotto le palpebre ho grandi olmi
raccolti nella loro verde pace
che gettano ombra sulla strada
dove solo e invisibile vado nel giorno.
M. Roquette
Quando il fiore appare sotto il verde fogliame
Quando il fiore appare sotto il verde fogliame
e vedo il tempo chiaro e sereno
e il dolce canto degli uccelli nel bosco
mi rianima e mi addolcisce il cuore
cantando essi a piacer loro
io che nel cuore ho piu gioia
ben devo cantare poiché tutti i miei giorni
son gioia e canto senz’altro pensiero.
Bernart de Ventadorn
Rinchiuderemo il vento nella sua casella...
Rinchiuderemo il vento nella sua casella*
il vento e il suo tumulto pregno di futuro
fra il cipresso che sigilla l’orizzonte
e la vasta macchia immersa nel silenzio.
Ascolteremo dispiegarsi le rosse ali
di grisaglia delle cavallette e l’odore
del timo scolpire i suoi paesaggi d’aria
e il calore cercare i suoi candidi labirinti.
I miei occhi invano tenteranno il ricordo
vedranno al contempo ogni istante dell’estate
ma riconosceranno nell’aria assente del reale
che più lontano di noi si è spinta la loro vita...
Gli specchi d’acqua i prati i campi le pietraie
gli alberi vibranti di blu fino alle radici
i sentieri che il cielo rischiara senza ritorno
tutto in ciò che oggi mi nasconde il tuo sguardo.
R. Nelli
*Nel Mezzogiorno di Francia, tipico rifugio incavato nella roccia ad uso agro-pastorale; nel basso Piemonte e ponente ligure, costruzione in pietra a secco con cupola in aggetto (in fr. tradotto cabane).
Pianto
Più bello il fiore cui la pioggia estiva
lascia una stilla dove il sol si frange;
più bello il bacio che d’un raggio avviva
occhio che piange.
G. Pascoli
Dall’argine
Posa il meriggio su la prateria.
Non ala orma ombra nell’azzurro e verde.
Un fumo al sole biancica: via via
fila e si perde.
Ho nell’orecchio un turbinío di squilli,
forse campani di lontana mandra;
e tra l’azzurro penduli, gli strilli
della calandra.
G. Pascoli
Paesaggio VIII
I ricordi cominciano nella sera
sotto il fiato del vento a levare il volto
e ascoltare la voce del fiume. L’acqua
è la stessa, nel buio, degli anni morti.
Nel silenzio del buio sale uno sciaquio
dove passano voci e risa remote;
s’accompagna al brusío un colore vano
che è di sole, di rive e di sguardi chiari.
Un’estate di voci. Ogni viso contiene
come un frutto maturo un sapore andato.
Ogni occhiata che torna, conserva un gusto
di erba e cose impregnate di sole a sera
sulla spiaggia. Conserva un fiato di mare.
Come un mare notturno è quest’ombra vaga
di ansie e brividi antichi, che il cielo sfiora
e ogni sera ritorna. Le voci morte
assomigliano al frangersi di quel mare.
C. Pavese
Tu sei come una terra...
Tu sei come una terra
che nessuno ha mai detto.
Tu non attendi nulla
se non la parola
che sgorgherà dal fondo
come un frutto tra i rami.
C’è un vento che ti giunge.
Cose secche e rimorte
t’ingombrano e vanno nel vento.
Membra e parole antiche.
Tu tremi nell’estate.
C. Pavese
Estate
Cammina al sole acuto
la pastora sulla montagna –
Le api dalle alture
scendono verso il grano bruno.
J. Mouzat
Sta la luna sovra il prato
Sta la luna sovra il prato
come un circolo incantato
scintillando, e tace.
Bianco è il prato di corolle
scivolando nell’ombra molle
si riposa e giace.
Triste è uscire sulla via:
un’arcana nostalgia
regna nella pace.
Ma domani un chiaro lume
romperà le oscure brume
come una gran face:
e tu andrai lungo il sentiero,
mentre sotto il più leggero
filo d’erba vita nasce.
A. A. Blok
Trad. Renato Poggioli
La porta accostata
La porta accostata,
il lieve ondeggio degli alberi di tiglio…
Sul tavolo, chissà dimenticati,
un frustino e un guanto.
L’alone giallo della lampada…
Sento un fruscio.
Perché sei andato via?
Io non capisco…
Domani sarà un mattino
di serenità.
La vita è splendida,
sii saggio, cuore.
Sei così stanco,
rallenta, batti piano…
Pensa, ho letto
che l’anima è immortale.
-
Achmatova
Trad. Manuela Bagiardo
Quel giorno ci fu un tramonto…
Quel giorno ci fu un tramonto così insolitamente prolungato,
nel cielo rosso erano nere le case e il nostro giardino deserto.
Quella notte il cuore non ce la faceva più per le innumerevoli stelle
e spalancammo le finestre sulla vasta notte caldissima.
E al mattino un vento leggero portò il fresco dei mari,
ci furono troppi colori per via dei glicini e delle rose in fiore.
E quella sera me ne andai, pensavo al nostro destino,
pensavo al mio amore, di nuovo – a me e a te.
N. Berberova
Trad. Maurizia Calusio
245
Fra le mie dita tenevo un gioiello
quando mi addormentai –
La giornata era calda, era tedioso il vento
e dissi: “Durerà” –
Sgridai al risveglio le dita incolpevoli,
la gemma era sparita –
Ora solo un ricordo di ametista
a me rimane –
E. Dickinson
trad. M. Guidacci
È il mattino pieno...
È il mattino pieno di tempesta
nel cuore dell’estate.
Come bianchi fazzoletti d’addio viaggiano le nubi,
ll vento le scuote con le sue mani viaggianti.
Cuore innumerevole del vento
che palpiti sul nostro silenzio innamorato.
Ronzando tra gli alberi, orchestrale e divino,
come una lingua piena di guerre e di canti.
Vento che porti in ratto rapido il fogliame
E devii le frecce palpitanti degli uccelli.
Vento che l’abbatte in onda senza spuma
e in sostanza senza peso, e fuochi inclinati.
Si rompe e si sommerge il suo volume di baci
combattuto sulla porta del vento dell’estate.
P. Neruda
Trad. Giuseppe Bellini
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