Maite Brazales è nata a Sineu nel 1977.
Ha pubblicato le raccolte Solstici d'estiu (Fundació ACA, Búger, 1997), Pèl de cony (Passaforadi, 1999) e Sang de me (2008).
È pubblicata nelle antologie: Veus paral·leles (Ed. , 2010, Barcelona), Erato bajo la Piel (Ed. Sial, 2009, Madrid), Enganxa’t a la Poesia (Servei Lingüístic UIB, 2008), Eròtiques i Despentinades (Arola Editors, 2008), 13 X 3 Poesia Periférica (Ed. Perifèrics, 2006), Segle 21: vint-i-una poetes per al segle vint-i-u (Ed. Capaltard, Palma 2001), Col.lecció poesia de paper (núm. 65). Memòria de M. Antònia Salvà (Ed. Caixa de Balears i Universitat de les Illes Balears, 1997), o Paraula de Poesia, (1997).
Ha partecipato nel 2010 all’ottava edizione del festival della poesia itinerante Veus Paral·leles (Tarragona, Badalona, Vilafranca del Penedès, Vielha, València, Mallorca, Barcelona), che con il tema “De l’Èbre al Ròse” era in particolare dedicato ai poeti catalani e occitani. Nel 2011, quello spettacolo di poesia è stato rappresentato all’Estivada di Rodez. Ha inoltre partecipato al XIIIen Festival de Poesia de la Mediterranèa, (Teatre Principal, Palma, 2011).
Maite Brazales effettua regolarmente letture a Maiorca, il luogo dove vive e in Catalonia.
ANTOLOGIA MAITE BRAZALES
Sempre morti
(contribuendo culturalmente alla genetica)
Trasciniamo morti
sempre trasciniamo morti
morti viventi morti pietra
morti morti morti ruota
morti coscienti morti memoria
morti chissà
sempre morti che camminano insieme...
E ogni volta meno spazio e più fossa
meno luogo e più offerta
meno strada e più gente
meno passaggio e più impazienza (intralcio)
meno veleno e più evidenza (pietra)
meno lontano e più fuori
più per dentro e meno per fuori
più disgrazia più gioia
più coraggiosa meno schiava... (confusa)
Schiava di me dell’io
delle circostanze,
dei detti delle feste
delle droghe,
dell’amore dell’amore?
dell’amore forse ancora,
degli eretici delle novità
della lotta della rivolta
della diffidenza...
e ciò nonostante ancora paurosa
malgrado tutto malgrado te
malgrado me che ora mi parli
malgrado che questa serata grigia mi abbia aperto le sue porte
Un pelo di fica
Un pelo di fica
Mi sussurra la fine della nostra era.
Mi racconta tutto delle storie pornografiche
a cui ha avuto la fortuna di sopravvivere.
Mi guarda fissamente mi costringe a toccarmi.
Cercando per terra ne trovo altri trenta
e mi faccio una canna.
Dopo la lingua afferra la sventura
Succhia forte e lentamente arriva l’estasi.
Che divertente! Ormai non ho più bisogno di voi!
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