Il 24 e il 25 giugno il direttore del progetto Paolo Verri ha incontrato amministratori, associazioni ed esponenti della cultura delle valli Po, Varaita, Maira e Grana. Gli incontri si sono svolti a Venasca e a Caraglio. Sono state illustrate le caratteristiche del dossier di candidatura. Attraverso vari interventi, sono stati quindi censite, in modo ovviamente ancora sommario, iniziative e attese dei territori nello spirito di una progettualità che la candidatura vuole orientata al futuro. A Caraglio erano presenti Ines Cavalcanti per la Chambra d’oc, il presidente di Espaci Occitan Michelangelo Ghio, Mariano Allocco e Fredo Valla. Ines Cavalcanti ha illustrato le iniziative di respiro internazionale della Chambra, quali il Premio Ostana sul tema della biodiversità linguistica e la produzione e promozione del film “Bogre – la grande eresia europea”. Michelangelo Ghio per Espaci Occitan ha portato l’attenzione sulla val Maira, con i suoi ecomusei e i mestieri itineranti. Fredo Valla ha parlato di una progettualità che sappia restituire una visione complessiva del territorio nelle sue parti montane d’oc e di pianura. La questione culturale/linguistica occitana è stata nuovamente sottolineata come caratteristica delle Valli attorno al Monviso in grado di aprire relazioni con le regioni d’Oltralpe e in virtù della quale la candidatura di Saluzzo potrà trarre prestigio e differenziarsi da quella di altre città candidate. A questo proposito intendo segnalare, a margine dell’incontro di Caraglio, un commento di Michele Antonio Fino dell’Università delle Scienze Gastronomiche di Pollenzo, che propone una titolazione bilingue (it / oc) del dossier di candidatura. Il commento, apparso sulla sua pagina facebook, è qui riprodotto integralmente:
“Personalmente sono un sostenitore appassionato e della prima ora della candidatura a capitale italiana della cultura per Saluzzo Monviso 2024.
Conscio del fatto che la candidatura si gioca sul progetto per il futuro di questa terra, ho sufficiente dimestichezza con la sua storia e i suoi ambiti per sapere che quel progetto di futuro deve affondare le radici nelle peculiarità storiche e culturali di questa terra plasmata non solo panoramicamente dal Monviso.
E tra quelle peculiarità certamente la più distintiva con riguardo ad altre potenziali capitali italiane della cultura è la multiformità linguistica.
Saluzzo potrebbe essere una capitale della cultura in cui si parlano con confidenza Italiano, Francese e Piemontese, ma è l'Occitano a stabilire il legame con la più nobile tradizione letteraria medievale, tanto speciale da essere quello l'unico altro idioma citato è utilizzato dall'Alighieri nella sua commedia.
E allora io ce l'ho un piccolo sogno per questo prosieguo di cammino: mi piacerebbe tanto che, come si fa d'abitudine nelle terre di frontiera, quale noi siamo orgogliosamente, si adottasse accanto al logo qui rappresentato la duplice dicitura in Italiano e Occitano.
Non si tratta di un grande sforzo, ma certamente di un grande segno.
Saluzzo Monviso 2024
Saluces Vísol 2024
commenta