Il cielo limpido disvela la bellezza di uno scenario mozzafiato con lo sguardo che corre fino al capoluogo sabaudo, al cospetto di montagne maestose, dalla Quinzeina al monte Gavino. È il Balcone del Canavese: Frassinetto, tra le valli francoprovenzali Orco e Soana. Paese di circa trecento anime che nell'Ottocento ha dato i natali a un grande pittore: Carlo Bonatto Minella. Pennellate magistrali, opere avanguardiste, ritratti di un mondo letto attraverso gli occhi di un artista sensibile.
Dimenticato per molto tempo, finalmente i suoi dipinti hanno trovato casa nel paese natio. Grazie all'impegno del sindaco Marco Bonatto Marchello, una pinacoteca, ospitata nella chiesa di San Bartolomeo, raccoglie le opere del frassinettese: la grande pala sulla “Deposizione di Gesù dalla Croce", la “Madonna della seggiola”, il “San Rocco”, già presenti nella parrocchia, il “Valletto in livrea” e il “Cristo Risorto” rientrati a Frassinetto per merito della dedizione del Comune. Altre se ne aggiungeranno, come si prefigge il progetto che vuole riunire le opere originali (nessuna copia) del Bonatto Minella.
Nasce il 10 agosto 1855 da una famiglia umilissima che, nonostante l’indigenza, percepita la vocazione artistica del figlio, fa di tutto per mantenerlo agli studi. Frequenta l'Accademia Albertina di Torino e si distingue da subito per il suo talento: a quindici anni riproduce perfettamente “La Madonna della seggiola” di Raffaello, e vince anche il premio triennale della scuola. A 19 dipinge, per la sua parrocchia, un'opera, considerata il suo capolavoro (“La deposizione”), esposta nella chiesa di Frassinetto.
E ancora: “Giuditta”, “Donna ebrea”, “La Regione dei trapassati”, “La Pensierosa”, due autoritratti e il quadro di San Giacomo, conservato nella parrocchia di Salto, frazione di Cuorgnè.
Muore a soli 22 anni, il 6 giugno del 1878, stroncato dalla tubercolosi. Il mal sottile, lente attraverso la quale legge la realtà circostante: immanenza emotiva, cifra della sua pittura. Morte e nulla a cui l'uomo non può ribellarsi se non con la speranza di una vita ultraterrena.
Produzione innovativa e anti provinciale marcano i dipinti dell'artista che meritano di essere posti nuovamente in risalto. Sfida accolta dal suo paese, che negli ultimi anni si sta spendendo per diventare attrattiva non solo per le bellezze naturali di pascoli magnifici alternati a boschi di frassini, castagni e betulle, ma anche per attività ludiche come l'Arcansel, il volo dell'angelo. E ora per l'arte.
D'altronde c'è ancora chi crede nella forza della cultura.
commenta