In genere Nòvas d'Occitània si occupa di dare informazioni sulle minoranze linguistiche. L'argomento è molto interessante e vasto e molteplici sono gli spunti riflessivi che si possono cogliere così come i punti di vista con cui si può osservare il soggetto. Ad esempio ultimamente il gruppo di lavoro degli sportelli linguistici, coordinati da Chambra d'Oc insieme alle realtà istituzionali di riferimento, sta lavorando sul concetto di biodiversità e su come anche le minoranze linguistiche possano essere considerate parte di un mondo che della biodiversità fa la propria struttura, la propria essenza. Un concetto, quello di biodiversità, molto contemporaneo quanto complesso, esteso, importante e ancora troppo sottovalutato. Quello di cui vado a scrivere rientra in questo campo, sebbene in modo forse lato. Due appartenenti alla comunità di minoranza linguistica francoprovenzale, chi scrive e Marzia Rey, sono stati chiamati per provare a interagire, tentare di comunicare, con la musica strumentale e il canto, con dei cetacei. E' stata un'esperienza straordinaria.
Il luogo è il mare di Ischia, nell'arcipelago delle isole Flegree all'estremità settentrionale del golfo di Napoli. Il progetto, scientifico, di Oceanomare-Delphis Onlus, un ente che opera per lo studio e la tutela dei cetacei e degli ecosistemi in cui abitano, grazie ad azioni di conoscenza, conservazione e informazione. Ci siamo così trovati su un veliero storico nell'incredibile blu del Mediterraneo, nel sole, spinti dal vento, lanciando suoni e voci nel mare in attesa di risposte. Risposte che non sono mancate, con grande stupore ed emozione di tutti i presenti. Ma un passo alla volta. Oceanomare-Delphis Onlus promuove la conoscenza e le pratiche di conservazione dei cetacei e della biodiversità marina, implementando studi non invasivi, promuovendo programmi di educazione e conservazione, sensibilizzando l’opinione pubblica sui cetacei e l’ambiente marino. Realizza programmi di ricerca e monitoraggio (propri o in collaborazione con Università, Enti di Ricerca, Imprese o altre organizzazioni non-profit) in ambiente naturale con imbarcazioni-laboratorio specificamente attrezzate con videocamere, idrofoni, macchine fotografiche, computer e software specifici. Noi abbiamo partecipato a un progetto di studio, in corso da anni, sulla bioacustica marina. Nei cetacei la produzione di suoni è molto varia, si differenzia da specie a specie in riferimento anche dell’utilità del suono emesso. Suoni differenti corrispondono a scopi differenti. Sono conosciuti infatti suoni percettivi, funzionali a muoversi e vivere in un determinato ambiente, quello marino, e suoni invece prodotti per comunicare, per scopi sociali. Il fine del progetto è principalmente quello di studiare l'ipotetica interazione uomo-animale attraverso il suono. E' affascinante pensare all'esistenza di una porta comunicativa, alla possibilità di comunicare sotto forma di suono e conoscersi meglio o forse “riconoscersi”. D'altronde cetacei e esseri umani hanno molte cose in comune e sono entrambi mammiferi. Mammiferi particolari, i cetacei, in quanto allevano e allattano la prole ma non hanno una tana, un rifugio specifico, perlomeno come immaginati e vissuti da noi. La loro tana è il mare tutto.
Il veliero-laboratorio su cui abbiamo viaggiato naviga nelle acque del Tirreno Centrale, al largo delle isole di Ischia, dove ci trovavamo, Procida, Capri, Ventotene e Ponza. Si tratta di un veliero storico costruito nel 1930 nel cantiere Grossi di Marsiglia su disegni del famoso architetto francese André Mauric. Un'altra connessione con le minoranze linguistiche è il fatto che il veliero abbia origini marsigliesi e quindi occitane! Il veliero si chiama Jean Gab, dal nome del primo proprietario: Jean Gabriel Daragnès (1889-1950), pittore "fauve", incisore, illustratore, editore e tipografo a Parigi, amico di Mauric. L'atelier di Daragnès a Montmartre era frequentato da scrittori come Colette, Carco, Valéry, Mac Orlan, Celine, Giraudoux, artisti tra i quali Galanis, Bofa, Dufy, Gen Paul, Falké e l'editore Emile Paul.
Ogni uscita in mare del progetto sulla bioacustica prevedeva poco dopo la partenza, al mattino, una sorta di rito. Lo straordinario comandante Angelo, nativo dell'isola, preparava delle altrettanto straordinarie bruschette da accompagnare con un ottimo bicchiere di vino bianco fresco locale. Pare che la bruschetta e i suoi elementi tra cui l'aglio e il vino siano ottimi alleati contro l'eventualità della naupatia, il mal di mare. Il comandante è anche un ottimo cuoco e nella piccola cucina di legno del veliero ci ha preparato sempre ottimi pranzi e ottime cene. Al largo, nel meraviglioso blu, si stava in attesa, sospinti dalle vele, accompagnati dal loro suono, osservando il mare, aspettando qualche spruzzo che potesse indicare la presenza di cetacei. Si calava l'idrofono in acqua e a turno qualcuno si occupava di ascoltare in cuffia il paesaggio sonoro marino, individuando se si avvertivano suoni di cetacei e in caso affermativo il timone si spostava verso quella direzione. Si utilizzavano quindi anche coordinate acustiche. L'avvistamento comporta conoscenze che si apprendono sul campo e nel tempo. Per noi montanari francoprovenzali il primo giorno di vela è coinciso con il primo avvistamento, ma ancora privi di adeguata conoscenza a riguardo la giornata non è stata priva di divertimento per gli altri esperti membri dell'equipaggio. Appena abbiamo visto qualcosa saltare fuori dall'acqua ci siamo subito emozionati e abbiamo intensificato la nostra performance sonora. Presto però sentiamo urlare: «Pesci, pesci, sono soltanto pesci!». Per quanto belli erano “solo” dei tonni e stavamo suonando e cantando per dei tonni. Per noi è fantastico lo stesso quello spettacolo e continuiamo ancora più intensamente la nostra musica di richiamo rivolti al mare e ai suoi abitanti. Poco dopo accade qualcos'altro. L'attesa di tutti viene colmata dalla grande sorpresa nel vedere finalmente dei cetacei: uno splendido gruppo di grampi con un cucciolo e un neonato. Saltano attorno all'imbarcazione. Sono meravigliosi e riempiono l'imbarcazione di gioia e eccitazione. Non siamo ancora certi del motivo della loro visita, stanno elaborando i dati emersi dall’esperimento, ma ci piace credere che siano venuti a incontrarci incuriositi dai nostri richiami sonori. Secondo Azalais, mia figlia di tre anni, non c'è dubbio: il gruppo è arrivato con dei cuccioli perché sulla barca c'erano altri cuccioli, lei e Giaime, il suo fratellino di un anno. Un incontro emozionante e significativo.
In questo periodo di limitazioni segnato dalla pandemia in cui non è possibile suonare in presenza e per il ballo abbiamo però potuto suonare per un pubblico decisamente straordinario, i cetacei, che con i loro salti sembrava danzassero mostrandosi con tutto il loro splendore. Per noi profani è indubbiamente una forma raffinata di comunicazione. Un incontro che ti segna, un'esperienza che ti fa sentire quel grande mare più vicino e forse ancora più vivo e misterioso.
E' possibile partecipare come volontari alle campagne di avvistamento e altre iniziative di Oceanomare-Delphis. Per chi fosse interessato e per maggiori informazioni si può fare riferimento al loro sito internet, ricco di informazioni:
https://www.oceanomaredelphis.org/index.php?lang=it
Dal loro sito: “Noi crediamo sia necessario mettere insieme idee, competenze ed esperienze per realizzare obiettivi comuni; solo così saremo in grado di affrontare le sfide presenti e future che riguardano la conoscenza e la conservazione dei cetacei. La biodiversità, la complessità e il funzionamento dei sistemi ecologici hanno un valore intrinseco inestimabile e sono di fondamentale importanza per l’essere umano. Lavoriamo per preservarli”.
Flavio Giacchero
Fotografia: Luca Percivalle (lablues.it)
commenta