La presenza digitale è un obiettivo strategico per tutte le lingue minoritarie: un’idea che hanno condiviso i linguisti e gli attivisti partecipanti al seminario “Sobeiranetat digitala-tecnologica, pòbles e lengas minorizadas” che il Departament de Filologia Catalana e Comunicacion dell’Università di Lleida, il CIEMEN e la Fondacion pels Dreches Collectius dels pòbles hanno organizzato dal 13 al 16 di decembre del 2022 a Lleida, in Catalogna.
Per le lingue meno diffuse, la presenza digitale è fondamentale, ha spiegato l’attivista Alp Öktem: “Quando le persone vedono che la loro lingua è presente nel mondo digitale, cambia la loro prospettiva. La gente si accorge che può continuare ad usarla. E il fatto che ci siano persone che creano contenuti in queste lingue può servire da base per sviluppare nuove tecnologie linguistiche”, come strumenti di traduzione automatica, riconoscimento automatico di voci, generazione di testi a voce... con l’usi pratici come la traduzione assistita, la sottotitolatura automatica, il doppiaggio e l’apprendimento assistito di idiomi.
“Oggi, il 95% delle lingue non hanno la capacità di crescere digitalmente, ciò vuol dire che non possono tenere la loro versione di Wikipedia, né corsi di lingua, né creano dati di tecnologie linguistiche”, ha detto Alp ôktem, linguista informatico di Col·lectivaT, cooperativa specializzata nello sviluppo di strumenti linguistici digitali.
Un campo di battaglia essenziale è quello dell’attrattiva della lingua: secondo la rivitalizzatrice linguistica Mariona Miret: “il marketing è estremamente importante per le nostre lingue”. Ha mostrato al pubblico casi di successo come lo youtuber nizzardo Gabrièu Pelisson, che tiene il canale Parpalhon Blau con più di 6.000 firmatari. Pelisson è intervenuto al seminario in video: “Il mio canale”, ha spiegato, “ha dimostrato che c’era una certa quantità di gente che aveva l’aspettativa di vedere contenuti in occitano”. “E a me”, ha concluso lo youtuber, “è servito per non farmi troppe domande: lo faccio in occitano perché è la mia lingua”.
Continuiamo il reportage dando attenzione ai grandi progetti del Congrès permanent de la Lenga Occitana. Sapete cosa hanno appena tirato fuori? Dopo quattro anni di lavoro, finalmente è stato pubblicato in ottobre il traduttore automatico inline Revirada, che permette di fare traduzioni in occitano-francese in due dialetti: guascone-francese e linguadociano-francese.
Il traduttore Revirada contiene un milione di forme occitane, mezzo milione di forme flesse francesi, 170.000 terimini occitani e 1.600 regole di selezione lessicale per trovare il termine più adatto ad ogni momento. Inoltre, riconosce le coniugazioni e le declinazioni rappreserntative della diversità dei parlanti l’occitano guascone, in dialetto più occidentale, e dell’occitano linguadociano, il dialetto più centrale. Per maggiori informazioni.
Anche in Val d’Aran possono festeggiare! Un’altro progetto ancora da sottolineare nell’ambito tecnologico è Araina. Spinto dalla cooperativa Col·lectivaT con la collaborazione dei ricercatori Jordi Suïls Subirà e Helena Torres Purroy, dell’l’Università di Lleida, e membri del Conselh Consultatiu der Aranés, il progetto ha come obiettivo di creare il primo corpus di voci in occitano aranese a partire dalla partecipazione collettiva, attraverso la piattaforma Common Voice.
Il 17 dicembre del 2022, a Vielha, in Val d’Aran, la Maraton de Votzes del progetto Araina ha unito più di 8 ore di voci in aranese di un centinaio di partecipanti. L’evento, in presenza e virtuale, ha registrato 4.000 frasi in questa variante guascone dell’occitano. Secondo Col·lectivaT, bisogna registrare 100 ore per sviluppare i primi prototipi di sintesi di voci in aranese.
Per iniziare il 2023 con forza, non mancherò inoltre di spiegarvi il progetto di Ryan Furness, un nordamericano di Minneapolis (Stati uniti), laureato in filologoa ispanica all’Università del Minnesota, il quale quindici anni fa ha allestito il primo dizionario bilingue aranese-inglese (Pagés Editors).
Il dizionario contiene più di 13.000 termini in occitano aranese con i suoi equivalenti in inglese e più di 12.000 entrate in inglese con i suoi equivalenti in occitano aranese, comprendendo un vocabolario generale e una terminologia specializzata. Durante il 2023, Furness ha previsto di di farne una revisione, di ingrandirne il lessico e soprattutto di farne il progetto di digitalizzazione.
“Pur essendo un territorio assai piccolo, sento che la gente ama la propria lingua, malgrado l’influenza che riceve dal catalano e dallo spagnolo. Le istituzioni si sforzano per incentivare ogni tipo di insegnamento in aranese. I mezzi di comunicazione vi giocano un ruolo chiave, ed il fatto che i mezzi di comunicazione pubblici catalani emettano un’informazione in aranese aiuta a normalizzarlo.senza il supporto istituzionale, e soprattutto senza la volontà di appartenenza delle persone, è impossibile che una lingua minoritaria sopravviva”, commenta l’americano.
“Mi sono rivolto al Conselh Generatz d’Aran e li ho convinti all’istante. Ha loro interessato, soprattutto, che la lingua fosse l’inglese”. Erano alcuni anni che nell’insegnamento in Val d’Aran l’inglese aveva più seguaci che il francese, e era una buona opportunità di aprire nuovi sguardi.
Come vedete, abbiamo molte ragioni per essere ottimisti, poiché abbiamo più risorse in occitano dell’anno scorso. La speranza crea più speranza. La Chambra d’oc lavora senza sosta alla preparazione del dizionario dell’occitano alpino e il dizionario del francoprovenzale, entrambi online. Tuttavia,non bisogna dimenticare le necessità dei parlanti e la realtà della lingua, per evitare di creare prodotti tecnologici senza obiettivo. Bisogna affinare ciò che vogliamo e dunque ciò che facciamo, perché abbia utilità.
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