Non è mai semplice riassumere in poche parole l'esperienza Faberllull né quando si partecipa da soli, come nel 2020, quando a causa della pandemia Mariona Miret è riuscita ad andare da sola in presenza, né quando si va in tandem, come quest'anno 2021, quando Mariona Miret e Maria Teresa Atorino sono riuscite a partecipare insieme, in presenza, come rappresentanti della Chambra d'Òc.
L'atmosfera di quest'anno ha avuto un ingrediente in più: oltre alle attività, arricchite dalla presenza di altri studiosi e attivisti dei diritti linguistici, ai workshop in diverse discipline e su diverse realtà linguistiche studiate e valorizzate, si è aggiunta la dimensione della famiglia.
Una dimensione magica, creata anche dalla convivenza nello stesso spazio, alla condivisione della caffettiera, della cucina, dei prodotti lontani portati come dono per far assaggiare la diversa cultura anche nei momenti di pausa.
Io, Mariona Miret, era la seconda volta che andavo ad Olot, dopo la prima esperienza nella residenza sui diritti linguistici che ha avuto luogo nel novembre 2020, in cui Andrea Fantino e Flavio Giacchero si erano aggiunti come residenti online. Nella residenza, in tempi di covid, sono riusciti ad arrivare solo le persone che abitavano nello stesso territorio ed erano presenti solamente Macarena Dehnhardt e Maite Puigdevall. Inevitabilmente si è formata una forte amicizia tra di noi già in quell'anno in cui, come uniche residenti abbiamo fatto un pieno di avventure linguistiche comprendenti le esperienze portate da Maite sul gallese e sul catalano, e quelle di Macarena sullo spagnolo, il creolo haitiano e il mapuche.
Io, Maria Teresa Atorino ho piacevolmente avuto la mia prima esperienza ad Olot e, probabilmente anche a causa del periodo vissuto di chiusura e isolamento dovuto al covid, il poter lavorare insieme ad altre persone, confrontarci e avere spunti e punti di vista diversi in una full-immersion sui diritti linguistici mi è sembrata una delle esperienze più intense e significative avute nell'ultimo periodo. Il tema dei diritti linguistici ha infatti diverse applicazioni, non solo a livello accademico, giuridico socio-psico linguistico, ma anche a livello di sensibilizzazione sociale. Quest'anno infatti eravamo in 9 e più o meno abbiamo convissuto per lo stesso numero di giorni parlando e confrontandoci sulle lingue inventate, le lingue in pericolo, la visone e l'impatto che le lingue minorizzate del mondo hanno nella società della maggioranza.
Prima di raccontarvi del nostro progetto e del perché sia stata una esperienza così totale, vorremmo parlarvi dei residenti. Ogni giorno alle 16 ci riunivamo per presentare il nostro lavoro ai colleghi presenti e a quelli connessi via zoom. Vi facciamo un riassunto delle presentazioni che abbiamo visto e la variazione dei temi:
Il 3 novembre Sonia Antinori, dramaturga, attrice e direttrice di teatro, ha organizzato l’evento “Worlds with words” (“Dei mondi con delle parole”) insieme a Linguapax, per scambiare il lavoro che ogni residente fa sulle lingue minorizzate, e per generare buone pratiche e dei consigli pratici da applicare come “pillole” per disseminare dei concetti su una cultura linguistica democratica. Il 4 novembre Ammar Obeid, che ha partecipato nel Premio Ostana 2021, ha ripetuto il suo esperimento “Imparare una lingua dall’inconscio. Ad esempio, l’arabo” con i colleghi della residenza, ottenendo nuovi disegni frutto della intuizione linguistica collettiva che reside nei nostri cervelli.
Il 7 novembre, l’olandese Jan van Steenbergen ha parlato delle “Zonal Auxiliary Languages” (“Lingue ausiliarie zonali”), lingue che sono create apposta per degli obiettivi di comunicazione particolari. Nel suo caso, Jan partecipa a la creazione della lingua interslavica, una lingua artificiale che ha iniziato nel 2006 sotto il nome Slovianski per facilitare la comunicazone e intercomprensione fra i parlanti delle lingue slave. L’8 novembre, El Kheyer Zidani, cineasta algeriano di lingua amazigh, ha parlato di come promuovere la sua lingua madre, il tamazight di dialetto chaoui, attraverso i suoi film di tematica sociale.
Il 9 novembre ci siamo spostate al Museu Darder de Banyoles, una città vicina ad Olot, per ascoltare la conferenza di Maite Puigdevall e Macarena Dehnhardt, partecipanti al Premio Ostana 2021, che insieme a Valentina Planas hanno conversato sui diritti linguistici come diritti che marcano le possibilità di sviluppo personale, sociale, economico e culturale.
Il 10 si è svolta la presentazione di Abhimanyu Sharma, “India’s Language Policy for People with Hearing and Speech Impairment” (“la politica linguistica in India per le persone con disibilità di linguaggio e udito”), e la presentazione di Dipika Mukherjee sulla lingua, il governo e la diaspora, con speciale attenzione alla comunità malese-bengalí della valle del Klang. Negli ultimi giorni, dopo essere partite, Mattia Zeba ha presentato la sua ricerca sugli effetti delle migrazioni internazionali sulle dinamiche linguistiche, e Narcís Iglesias ha organizzato un seminario “Autobiografies, migracions i egodocuments” (“Autobiografie, migrazione ed egodocumenti”). In questa residenza era presente anche un amico nigeriano del Premio Ostana, Kola Tubosun, Premio Speciale 2016 che ha lavorato al suo progetto di traduzione letteraria dal Yoruba all’inglese.
Uno degli eventi più emozionanti è stato quello organizzato da Mariona Miret e Yael Peled insieme a Linguapax chiamato "Grieving the loss of my language "(“Il dolore di perdere la propria lingua”), consistente nella recitazione di poesie in una decina di lingue raccolte sul “dolore di lingua” da sottolineare come processo umano e psicologico che merita dignità ed attenzione: il viaggio per le emozioni ha permesso di ascoltare il suono di lingue come il catalano, l’occitano, il sardo, l’ojibwe, il tataro e il võro. Il risultato è stato stupendo, ha generato molto interesse e speriamo di continuare a lavorarci nel futuro.
Infatti Faberllull organizza delle attività sul posto, delle possibilità di sperimentare le proprie ricerche e cerca di valorizzare il lavoro personale di ogni residente mentre si lavora sui propri argomenti. Un confronto e un feedback possibili grazie alla condivisione dello stesso spazio tempo.
Durante il periodo di residenza noi, Mariona e Maria Teresa, abbiamo lavorato su un progetto che è nato fra Guillem Belmar e Mariona come possibile proposta di articolo scientifico per un convegno ad inizio del 2021. Il titolo di questa ricerca è “L'impatto del Premio Ostana” e cerca di studiare l’impatto sociale che eventi come il Premio Ostana possono avere sul territorio di nascita che a livello internazionale.
Nella prima fase del lavoro, abbiamo raccolto le opinioni dei partecipanti del Premio Ostana creando un questionario a modo di inchiesta e chiedendo ad una quindicina di persone di rispondere. La seconda fase è stata caratterizzata da una prima analisi delle risposte, sistematizzandole e raggruppandole in categorie. Abbiamo lavorato insieme nel sistemare le risposte e raggrupparle in categorie dello stesso tipo per avere un elenco di idee più semplificato ed evidenziando i lati positivi e quelli con valenza negativa.
Abbiamo raccolto una buona quantità di dati quantitativi e qualitativi e li abbiamo presentati in una riunione di focus group al ricercatore Guillem Belmar per confrontarci e analizzare insieme le risposte e capire i passi successivi da fare per continuare la ricerca. Alcune delle risposte che ci hanno colpito segnalano che la percezione del Premio Ostana, e quindi di eventi simili per valorizzare le lingue minorizzate, è molto differenziato. C'è chi pensa che il Premio abbia un valore e un arricchimento soprattutto localizzato alle terre occitane e chi invece ne respira un'aria internazionale, europea più che mondiale, pur ospitando artisti da tutto il mondo.
Maria Teresa Atorino durante la residenza ha lavorato anche alla possibilità di esportare la formula del Premio Ostana nel mondo creando un progetto insieme all’editore Clive Boutle e cercando possibili realtà dove far convivere diversi artisti provenienti da diverse realtà linguistiche minorizzate e presentare il loro lavoro militante e creando insieme prodotti unici da poter raccogliere in un documentario, un libro, un file musicale, etc. Ne è emerso che la Resideza Faberlull potrebbe essere la prima sede ad ospitare la formula Premio Ostana nell'edizione giovani nel 2023.
Per quanto riguarda il gruppo che si è creato durante quelle giornate c'è solo un termine che può descriverlo: stupendo. Abbiamo tutti sentito come se ci fosse qualcosa di speciale tra noi. Ogni persona proveniente da esperienze diverse, chi dal mondo del teatro, chi della traduzione, della ricerca universitaria, del cinema o dell'attivismo, aveva un profondo amore per le lingue, un'apertura verso la diversità, una curiosità viva ed un modo di farsi coinvolgere dagli altri che ci ha unito immediatamente. Si è quasi creata l'atmosfera del "Premio Ostana" e per una durata di 7 giorni, abbiamo instaurato un rapporto che è cresciuto ogni giorno e ci ha fatto sentire come appartenenti ad un'unica famiglia linguistica, dalla quale possono nascere tante nuove collaborazioni.
Sembra come se un filo rosso ci unisca e vogliamo che continui a farlo. Ai "feriti di lingua", ai sensibili al tema dei diritti linguistici, alla nostra rete di partecipanti del Premio Ostana che avevamo già conosciuto nel 2020, vogliamo aggiungere questi nuovi amici: Jan van Steenbergen, Sonia Antinori, Abhimanyu Sharma, El Kheyer Zidani, Narcís Iglesias, Mattia Zeba e Dipika Mukherjee... ci siamo dati appuntamento per ritrovarci e speriamo che sia possibile farlo Ostana nel giugno 2022! A tutti è venuta una gran voglia di conoscere il Premio, di vivere quelle giornate magiche e di conoscere la cultura occitana e le persone meravigliose che sanno valorizzarla.
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