Intervista a Florian Mussner, Assessore alla Scuola e Cultura ladina, ai Lavori pubblici e al Patrimonio della Provincia Autonoma di Bolzano e Assessore alle Minoranze Linguistiche della Regione Autonoma Trentino – Alto Adige/Südtirol
Trento, 10 maggio 2011
A cura di Marco Viola
D. Assessore Mussner, il Sudtirolo rappresenta una sorta di piccola repubblica in cui i sudtirolesi di lingua tedesca sono la netta maggioranza (al censimento del 2001 risultavano poco più di 100.000 italiani, circa 300.000 tedeschi e 18.000 ladini): ha ancora senso parlare di minoranza linguistica tedesca?
R. Le identità di minoranza linguistica sono importanti per il futuro di una nazione: l’Europa è la patria delle minoranze, non esiste una cultura egemone, specie in presenza del fenomeno attuale della nomadizzazione dei popoli. Ogni cittadino ha l’esigenza e il diritto di affermare la propria cultura, partecipando così consapevolmente alla vita dello Stato, come fanno ad esempio quelli che prestano servizio nel volontariato, così diffuso nelle nostre valli. In Italia oggi c’è grande rispetto per la varietà culturale, per le minoranze non solo linguistiche ma anche religiose: la 482 è una buona legge, che riconosce il valore del mosaico di culture che compone l’identità nazionale.
D. Le celebrazioni del 150° dell’unità d’Italia: perché voi non fate festa?
R. In Italia si è giustamente festeggiata questa tappa importante della storia, ma va rispettata anche la diversità di opinioni. Io riconosco l’apertura dello Stato verso le minoranze, ma non ho fatto festa per il 150° dell’unità d’Italia. I miei genitori sono nati austriaci, perché allora la mia terra apparteneva all’Austria, la mia famiglia ha vissuto nel 1939 il dramma delle opzioni (avete idea di cosa significhi essere costretti a scegliere brutalmente tra la propria identità e la propria terra? Vedere gli amici e i parenti lacerati e divisi tra chi resta e chi parte? E’ una ferita ancora aperta tra la nostra gente, ancor oggi non riusciamo a parlarne serenamente). Io difendo la cultura ladina, e rispetto la cultura italiana, ma non ho motivo di festeggiare, il 150° non ha significato per me. La mia terra è diventata italiana sessant’anni dopo il 1861.
D. A giudicare dagli stanziamenti di bilancio, lo Stato sembra perdere interesse per le minoranze. Accade lo stesso a livello locale?
R. La legge 482 ha rappresentato un buon avvio, c’è bisogno dell’attenzione dello Stato per le minoranze linguistiche, ma occorre innanzitutto una sensibilità forte da parte della comunità regionale e locale: non solo la disponibilità di risorse finanziarie, che pure sono importanti, ma soprattutto la considerazione, il riconoscimento del valore imprescindibile delle minoranze linguistiche. Nel mondo sempre più globale e uniforme che stiamo vivendo dobbiamo agire sulla leva della diversità per assicurarci un futuro in linea con la nostra storia. Per noi autonomisti, si tratta anche di coerenza: la dignità e il rispetto per la cultura locale che chiediamo allo Stato dobbiamo a nostra volta riconoscerli alle identità peculiari che compongono il nostro panorama.
D. Assessore Mussner, lei sta per concludere il mandato di assessore regionale per le minoranze linguistiche: quale il bilancio di questi anni?
R. La Regione ha sempre fatto molto per le minoranze, e anche se noi siamo contrari alla Regione va dato atto della positiva azione svolta in questo campo. A livello regionale, credo che tedeschi e ladini godano di un livello di tutela eccezionalmente alto, che non ha paragone. Proprio per questo dobbiamo dimostrare maggior sensibilità verso le minoranze meno favorite, come i ladini del Veneto (ai quali vorrei dire: non è con il cambio dei confini che si risolvono le cose, ma intensificando la collaborazione) e le piccole comunità germanofone del Trentino, troppo piccole per sopravvivere da sole senza aiuto. In questo senso ritengo utile ed opportuno il dialogo tra Province e Regioni per rafforzare il comune sentimento di rispetto e attenzione verso le lingue meno diffuse, verso le identità e le culture antiche delle Alpi.
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