R.Spero proprio di si. La nuova creazione è sempre una buona cosa e poter trasmettere oggi un messaggio in lingua occitana è parte della mia storia. Sono nato a Mentouilles, una borgata di Fenestrelle, il paese conosciuto turisticamente per il suo immenso forte, in casa i miei genitori parlavano occitano tra di loro ma con me hanno parlato in italiano. Le mie orecchie si sono imbevute di occitano e intorno a me sentivo anche spesso parlare in piemontese. Ad un certo punto questi due linguaggi sono sgorgati come una sorgente dal profondo di me stesso perchè mi appartenevano, facevano parte della storia della mia vita ed è così che ho iniziato a comporre testi in occitano e in piemontese.
D.Che significato volete attribuire oggi al vostro nome "Bojanen?"
R.Oggi a questo nome vogliamo attribuire quello sforzo più o meno comunitario del resistere contro un mondo che va disgregandosi di quei valori culturali, sociali come la lingua e la cultura dei territori, la capacità dei popoli ad autodeterminarsi, il significato di comunità.... Tutti valori che si stanno inesorabilmente perdendo nel nome del consumismo, dell' appiattimento culturale/linguistico verso una globalizzazione delle genti volta non all' abbattimento delle frontiere statali ma agli aspetti culturali dei popoli stessi col fine di poter vendere il più possibile in questo centro commerciale che ha già il nome di Babele.
Il pensare, comporre, comunicare in un' altra lingua significa pensare, comporre, comunicare utilizzando la propria testa e quindi essere meno soggetti alle influenze del sistema.
D. Il progetto Bojanen oggi?
R. Il progetto "Bogianen" nato dall'incontro di Luca Poetto (voce e scrittore dei testi) e Francesco Cavallero (ghirondista arrangiatore e compositore) oggi ha portato alla produzione del Cd "Liriche subalpine", composto da nove pezzi: Assiêtta, Ij ciapacioch, Ço que nous avem, Rigodon, Charcor carcaren, Arcòrd delay, Sem montanhòls, Sêum, Ji bogianen. E' una prima tappa alla quale vogliamo ne seguano molte altre. Intanto per perfezionarmi nella lingua e nella musica occitana ho iniziato un percorso artistico presso la Scuola di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo dove studio ghironda con Luca Pellegrino e frequento il corso di lungua e cultura occitana con Gianna Bianco.
D. Come definiresti il tipo di musica che state proponendo?
R: Una mescolanza tra folk, rok, rap, suoni elettronici. Una musica che vogliamo arrivi a delle orecchie giovani.
D. E arriva?
R: Sicuro, i giovani ascoltano le nostre composizioni e in un primo tempo non fanno molto caso alle parole,si comportano come fanno in genere con l'inglese. Ma poi molti di loro sono presi dalla curiosità e approfondiscono, vogliono sapere di cosa trattano i nostri testi, vogliono conoscere in modo più approfondito la nostra storia, conoscere le nostre motivazioni.
D. Dunque una lingua viva per parlare di tutto?
Sicuro vogliamo una lingua viva per parlare di tutto. Il testo che presento all'ascolto dei lettori di Nòvas d'Occitània per es. è un testo che parte da una visione introspettiva, che mi è arrivato attraverso una ricerca interiore, dallo stato di un momento.
Charchor cacaren
io non so cosa devo fare per sentirmi vivere
dove andare per meravigliarmi cosa devo bere?
del mondo voglio scrivere ma di ciò che si può dire
non sono sicuro
non mi aiuta dannazzione ne canzoni ne liquori
il passato se n' è andato con sogni donne e amori
noi siamo sempre gli stessi anche se nello specchio cambia il volto
sognamo di andare lontano senza mai sapere la meta
sempre il mondo ci lascia senza parole per ciò ci facciamo trovatori
per cercare qualcosa anche la dove non c'è nulla
commenta