Se c’era qualcosa che poteva tenere accesa la luce della speranza in Italia era la fiducia nella magistratura. Ovviamente per chi crede ancora nei valori della democrazia e del vivere civile.
Il recente caso Palomara, con il relativo corollario, sta cancellando anche questa speranza.
Chi non ha potere ha bisogno di essere convinto del rispetto delle regole. E questo spetta alla magistratura.
Berlusconi e & per anni hanno parlato della giustizia ad orologeria, delle persecuzioni dei magistrati nei suoi confronti, della magistratura politica: e noi a credere che lo facesse solo per i suoi interessi che le leggi ad personam (sarebbe lungo elencarle tutti comprendendo i vari lodi...) non erano bastate ad immunizzarlo.
Ora, dopo i fatti di questi giorni, a quanti verranno dubbi sulla possibilità che avesse ragione? Ovviamente non l’aveva ma ora, chi vorrà proseguire su queste fantasie avrà disponibile un’autostrada.
Intrecci di tipo mafioso nei diversi poteri dello Stato costituiscono una lettura angosciante per chi ancora crede nella democrazia. E il coinvolgimento di esponenti PD la dice lunga sulla deriva del partito.
Il voto del 26 maggio si è dimostrato molto indicativo: nei momenti di crisi gli italiani si rivolgono a chi dà loro sicurezza (vera o presunta che sia) e predica cose semplici alla portata degli elettori meno acculturati che non verificano (non possono o non vogliono) gli elementi della propaganda. Ci sono in questi giorni riflessioni sul voto di chi non è informato.
Così come è preoccupante l’atteggiamento dei politici di fronte alla mancanza di cultura e professionalità. Corrado Augias rimane esterrefatto di fronte ad una componente del Governo che replica al prof. Pier Carlo Padoan che pacatamente ragionava sulla base di dati e cifre, obiettando: “va bene, lei ha studiato; e allora?”.
Basta questo episodio per farci capire in che mani siamo messi...
E gli italiani votano con indifferenza chi ruba, corrompe, o si fa corrompere e le bugie vengono accettate come prassi. Se rileggiamo il libro di Travaglio LA REPUBBLICA DELLE BANANE (2008) comprendiamo perfettamente l’origine dell’attuale disastro.
In questa atmosfera, la microcriminalità, anche se più o meno fisiologica (quella comune non quella di mafia o delle grandi corruzioni che non scandalizza ed è tollerata ) viene enfatizzata nonostante ci sia stata negli ultimi anni, dati alla mano, una sensibile diminuzione dei reati. Ma la gente si ferma all’enfasi dei titoli e dei proclami e non approfondisce ne verifica gli argomenti (anche perché ciò costerebbe fatica...). Sembra di essere tornati ai tempi dell’immigrazione meridionale a Torino.
La Lega nelle elezioni europee ha sfiorato il 35% facendo una campagna elettorale incentrata su due soli argomenti:
la “cattiva” Europa;
l’invasione degli immigrati clandestini.
la “cattiva” Europa;
Che l’Europa sia da cambiare lo dicono ormai quasi tutti ma incolparla di tutti i mali italiani è semplice propaganda e fuga della realtà mettendo la testa sotto la sabbia. Si può evitare così di approfondire le vere cause che hanno portato il Paese sull’orlo della bancarotta in uno stato di efficienza degno del terzo mondo. I temi di cui parlare sarebbero moltissimi, i due più importanti la riforma della Giustizia e le politiche di settore (tra cui quella industriale come dimostrato nel recente tentativo di apparentamento FIAT FCA-RENAULT).
Chi si occupa di cosa pubblica conosce bene l’inefficienza della pubblica amministrazione che progressivamente, con sistemi imposti dall’alto, penalizza, quando non paralizza, gli enti sottordinati con una burocrazia folle e inutile. E così facendo contribuisce non poco al rallentamento dell’economia.
Prendiamo per esempio la relazione di fine mandato obbligatoria per i sindaci uscenti. Si tratta di oltre trenta pagine, mi riferisco ad un comune piccolo (non so quanto possano essere quelle di un comune più grande), che illustrano a livello contabile, ma non solo, i consuntivi della gestione amministrativa del mandato. Relazione del tutto inutile che nessuno leggerà mai ma che costa giorni di lavoro per chi deve prepararla. Poi potremmo parlare delle varie statistiche (la più odiata è il SOSE) che non servono a nulla (o quasi, visto cosa ne deriva in caduta) tra difficoltà di trasmissione e programmi che non funzionano. Tutti dati tra l’altro, che i Ministeri già posseggono seppur in modo disaggregato. Ma è meglio far lavorate gli altri....
l’invasione degli immigrati clandestini.
Erano già diminuiti con Minniti e ora sono ridotti a poche decine di migliaia l’anno. Ultimamente, quelli che arrivano, vengono sistemati nei vari centri di accoglienza e non li si munisce neanche più del permesso di soggiorno provvisorio. Il rimborso giornaliero per chi li accoglie è crollato di un terzo rendendo impossibile per le strutture più piccole continuare l’accoglienza in termini dignitosi (ospitalità, generi alimentari, insegnamento dell’italiano, tutela legale, avviamento al lavoro, assistenza sanitaria, ecc.). Sopravvivono le grandi strutture che possono fare economia di scala, tagliando in parte i servizi. Non esiste una politica programmata da parte dello Stato per inserire gli immigrati nella società; una società che invecchia sempre di più e che avrebbe bisogno di giovani da inserire nel mondo lavorativo.Cresce il mercato degli irregolari che lavorano 10-15 ore al giorno per una paga misera.
Cosa capiterà ora in Italia?
Salvini potrebbe forzare la situazione cercando una scusa per andare ad elezioni anticipate sfruttando il momento favorevole. Ovviamente dovrebbe in qualche maniera far cadere la colpa sui 5stelle. Argomenti se ne presenteranno a iosa.
E’ altrettanto evidente che questo provocherebbe una forte reazione dei mercati con lo spread che schizzerebbe a livelli insopportabili per chi, come l’Italia, deve costantemente finanziarsi sui mercati internazionali. Questo dicono i guru dell’economia e gli istituti di rating.
Ma se la prospettiva di un futuro governo forte Inducesse gli stessi mercati ad un atteggiamento diverso: attendista in vista di una ripartenza dell’economia? I mercati non sono portatori di giustizia sociale ma guardano ai dividendi e ai tassi di interesse! Per ora lo spread è stabile.
Quindi aumento forte del debito pubblico che produce un aumento dei consumi e una ripartenza dell’economia dovuta ai maggiori consumi interni. L’innesto quindi di un circolo virtuoso comandato dalla Lega che aumenterebbe a dismisura i consensi. E se il debito aumentasse a dismisura? Basta leggere La Fontaine! I problemi saranno rimandati, esarcebati, al futuro..
La ricerca delle elezioni anticipate inoltre, per la Lega, presenta qualche rischio. Prima di tutto Mattarella è contrario alla fine anticipata della legislatura e, in una possibile empasse che potrebbe durare mesi, gli umori dell’elettorato potrebbero cambiare: anche a seguito di possibili eventi non prevedibili. E poi i 5 stelle potrebbero tentare un avvicinamento al PD nel quale, fortunatamente, Renzi conta sempre meno.
La perdita di comuni, rossi da sempre, fino a ieri, fa pensare, per ora, ad una marcia inarrestabile della Lega grazie anche alla mancanza di alternative credibili, con opposizioni senza grandi leaders. La lotta all’interno del PD è emblematica a questo riguardo: è di questi giorni l’uscita di Renzi per bocciare la candidatura di Enrico Letta negli organismi europei.
Tutto sommato a Salvini conviene perseguire una pace armata con i 5stelle facendo rinunciare a Di Maio a qualcosa dopo il successo elettorale; in termine di provvedimenti legislativi e di poltrone. Ai 5stelle non conviene andare in questo momento allo sbaraglio sperando che il tempo faccia loro trovare una strada per un possibile (ma improbabile, almeno a breve) rilancio. I limiti del movimento sono stati ampiamente dimostrati.
Aspettiamoci quindi una serie di provvedimenti indirizzati a quella parte del paese che chiede sicurezza e arresto dell’immigrazione. Qualcuno si ricorda ancora della legge 24/07/2008 n.125 (sulla sicurezza; era Berlusconi) con la ridicola polemica sul fatto che fosse applicata anche nei confronti delle badanti?
L’argomento Europa agli italiani interessa meno: basta far vedere un po’ i muscoli per accontentare la base.
In ogni caso l’Europa tollererà le “disubbidienze” italiane (entro certi limiti) perché non può indebolirsi ulteriormente in un momento delicato come questo.
Saranno i mercati a decidere il futuro della coalizione e del governo (e dell’Italia).
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