Robilante, comune di 2500 abitanti posto in Val Vermenagna a 686 m di quota, deriverebbe il proprio toponimo Rubulandus, attestato nel 1041, o Ribolendus, nel 1311, da rivus (tur)bulentus, forse il gorgogliante torrente Cialancie. Altri fanno invece risalire il nome al latino rubicante, rosseggiante, con riferimento al colore rossiccio della terra di alcune sue zone. Le frazioni principali sono Malandrè, Montasso, Tetto Chiappello, Tetto Pettavino, Vermanera, Cialance, Snive , Rescasso, Agnelli.
Il villaggio fu a lungo legato all'abate di San Dalmazzo che l'aveva ricevuto in feudo dal marchese di Saluzzo; in seguito entrò nel distretto di Cuneo e pervenne ai Savoia nel 1364. Infeudato da Amedeo VII ai marchesi di Ceva (1373), verrà riconquistato da Amedeo VIII nel 1425, e riunito al mandamento di Cuneo. Nel 1619 il paese fu concesso in feudo ai Nicolis, signori di Varallo, che con il titolo di conti di Robilant, renderanno a lungo celebre il suo nome.
Il borgo si sviluppa intorno alla Parrocchiale di San Donato del XVIII secolo, con portici laterali realizzati ad inizio '800, che custodisce un pregevole Crocifisso ligneo tardo gotico del XIV secolo. Il campanile fu la base della torre di un’antica fortificazione, mentre la parte terminale risale al ‘600. Nei pressi della chiesa, in via Eminia, è conservato un affresco quattrocentesco, raffigurante una Madonna con Gesù Bambino. La settecentesca ex Chiesa di Santa Croce, sconsacrata nel 1960, è oggi salone espositivo e auditorium. La Cappella di Sant'Anna, del XVII secolo, sorge su una collina sulla preesistente chiesa di S. Bernardo: è affrescata con scene della vita di Gioachino ed Anna e presenta nel porticato un affresco del 1664 con la S. Sindone, protettrice contro la peste. Nella conca delle Piagge, a 1347 m, sorge la Cappella della Madonna delle Piagge o Nostra Signora del Laghetto, del 1899. La Cappella di S. Margherita e S. Lorenzo è molto antica e pare abbia avuto origine da una grazia straordinaria ottenuta per intercessione della Santa; il SS. Nome di Maria al Malandrè risale al ‘700, quando la popolazione della frazione era aumentata a tal punto da suggerire la costruzione di una chiesa e di una scuola propria. La Cappella di S. Giacomo è situata presso la frazione Agnelli, una delle più antiche, e risale alla fine del ‘600; quella del Cuore Immacolato di Maria, dal grazioso portico, è a Vermanera, e risale al 1954; ancor più recente è S. Giuseppe in località Montasso, della fine del XX secolo. Sono poi numerosi i piloni votivi, tra cui vanno ricordati quelli della Battaglia e del Moro, in frazione Malandrè, che ricordano le leggendarie incursioni saracene.
Accanto alle attività tradizionali come allevamento e silvicoltura, sorgono cave di silice e impianti cementiferi. In paese è ancora in funzione un antichissimo mulino ad acqua per la molitura di granaglie, oggi presidio Slowfood. Due sono i personaggi robilantesi più famosi, cui è dedicato anche il Museo della fisarmonica, della musica e dell'arte popolare: Notu Sunadur, soprannome di Giuseppe Vallauri, fisarmonicista autodidatta e costruttore e riparatore di fisarmoniche, e Jors de Snive, al secolo Giorgio Bertaina, scultore che ha inciso nel legno vere e proprie scene di vita popolare. Tipiche della Val Vermenagna sono le danze correnta e balet, alla cui diffusione e conservazione si dedica il gruppo folkloristico locale dei Balarin di Barme.
Il museo della fisarmonica di Robilante è aperto tutte le domeniche mattina di luglio, agosto e a ferragosto dalle ore 10 alle ore 12 e il 18 e 19 luglio (in occasione festa patronale di S. Anna) dalle ore 21 alle ore 23. Sempre possibili aperture su richiesta telefonando a: Alba 0171 789116, Renzo 347 7875025, Silvio 348 2484890, Comune di Robilante 0171 78101.
Ingresso a offerta libera. Per ulteriori informazioni: www.comune.robilante.cn.it
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