Testimoni brigaschi
Valli occitane in movimento: Briga e brigaschi
Briga e lhi brigascs
di Maurizio Dematteis

Il Paese brigasco è il territorio abitato dagli omonimi brigaschi, minoranza etnica e linguistica, in una regione compresa tra Italia e Francia. Si tratta di una vasta area alpina attorno al Monte Saccarello, che ha in Briga Marittima, La Brigue in francese, Ra Briga in brigasco, il centro principale, la sua piccola capitale. La Tera brigasca, come la chiamano i suoi abitanti, oltre che essere ripartita tra Italia e Francia, è suddivisa in tre regioni (Liguria, Piemonte e Provenza), due province italiane (Imperia e Cuneo) e un dipartimento francese (Alpes Maritimes).
Allora, verrebbe da dire, cosa accomuna questa terra tanto da poterle dare un nome comune? La sua gente, la sua storia e la sua cultura. Ma soprattutto, la lingua occitano-brigasca.
La storia della Terra brigasca è una storia tormentata. Inserita all'interno dei possedimenti Savoia, nel corso della Seconda guerra di indipendenza italiana (1859) venne risparmiata alle concessioni a Napoleone III su richiesta specifica di Camillo Benso Conte di Cavour, in quanto parte integrante della riserva di caccia reale. Passa a far parte del Regno di Sardegna e poi del Regno d'Italia. Ma con la fine della Seconda guerra mondiale, nel 1945, la Francia rivendicò il territorio brigasco. Che venne diviso in due, per motivi prettamente strategico militari, lungo il crinale tra la valle Argentina e la Valle Roia.
Dell'antica unità territoriale rimangono la cultura e la lingua comune che hanno tenuto insieme una comunità umana millenaria. L'Associazione A Vastera, associazione di Tera brigasca, viene raccontata dal suo presidente Nino Lanteri, tra i più impegnati nel non perdere questa importante eredità culturale.
Info: www.vastera.it
Lo país brigasc es lo territòri abitat dai brigascs, minorança étnica e linguística, dins una region compresa entre l'Itàlia e la França. Es una vasta àrea alpina a l'environ dal mont Sacarèl, que a dins Briga Marittima (La Brigue en francés, Ra Briga en brigasc), lo centre principal, sa pichòta capitala. La "tera brigasca", coma ilh dion lhi siei abitants, en mai qu'èsser espartia entre Itàlia e França, es dividua en tres regions (Ligúria, Piemont e Provença), doas províncias (Imperia e Coni) e un departament francés (Alpes Maritimes).
Alora, veneria da dir, çò que acomuna aquesta tèrra tant da lhi poler donar un nom comun? Sa gent, son estòria e sa cultura. Mas sobretot, sa lenga, l'occitan brigasc.
L'istòria de la tèrra brigasca es un istòria tormentaa. Inseria al dedins di possediments di savòia, durant la seconda guèrra d'indipendença italiana (1859) ven resparmiaa a las concessions a Napoleon III sus demanda específica de Camillo Benso Conte di Cavour, en tant que part integranta de la resèrva de chaça reala. Passa a far part dal Règne de Sardenha e puei dal Règne d'Itàlia. Mas embe la fin de la seconda guèrrra mondiala, ental 1945, la França revéndica lo territòri brigasc. Que ven partatjat en dui, per de rasons purament estratégicas militaras, lo lòng dal crest entre la Val Argentina e la Val Ròia.
De l'antica unitat territoriala reston la cultura e la lenga comuna, qu'an tengut ensem una comunitat unama millenària. L'associacion A vastera, associacion de "tera brigasca", ven contiaa da son president Nino Lanteri, entre lhi mai empenhats per que se pèrde pas aqueste important eretatge cultural.
Info: www.vastera.it
commenti
Alessio
2 anni fa
MISTIFICAZIONI PALESI del retaggio storico: Ignoranza.. o MALAFEDE? (PARTE 1)
EHM.. nessuno, prima di te - illustre laureato in "Scienze Politiche" - aveva chiamato questo dialetto parlato fra Liguria e Val Roya con l'altisonante nome di «OCCITANO-Brigasco».. NEANCHE LANTERI, che al massimo lo definisce (su questo sito!) "NON PRETTAMENTE LIGURE":
E infatti parto PROPRIO dal Giudizio di NINO LANTERI che riportate alla vostra pagina ZONA DEL BRIGASCO: http://www.chambradoc.it/zonaDelBrigasco.page
Mi permetto di scrivere in quanto sono originario di Torria (frazione di Chiusanico, IM) da parte di madre; per di più, ho vissuto coi nonni "materni" fino a 16 anni, in un paese che dista appena 50 minuti di auto da Piaggia.
L'affermazione di Nino Lanteri in cui dichiara che «il brigasco NON possa essere considerato PRETTAMENTE LIGURE, come lo sono, per fare degli esempi, il triorese, il bordigotto e il sanremasco»..
Ha qualcosa di BUROCRATICO, quasi UNA SUPERCAZZOLA degna del "Latinorum" di manzoniana memoria.
Intanto pongo dei seri dubbi sulla "professionalità" della FONTE che permette a Nino Lanteri di giungere alle suddette "conlusioni", il sig. Franco Bronzat, che addirittura sbaglia il nome della "Association Internationale d’Études Occitanes" facendola diventare "Association INTERNATIONAL d’ETUDE OCITANS" (https://www.vastera.it/rivista/44/pagine%2044/44_posizione_linguistica.htm)
come ben ricorda Fiorenzo Toso in un articolo che avete "dimenticato" di citare, facilmente scaricabile dal web in formato PDF («L'occitanizzazione delle Alpi liguri e il caso del Brigasco» in "Quem Tu Probe Meministi" Torino, CENTRO STUDI PIEMONTESI, 2009).
Per la cronaca, la RISPOSTA di BRONZAT a Fiorenzo Toso, per aver addirittura sbagliato il nome della PRINCIPALE associazione al Mondo di STUDI OCCITANI, è stata – oltre ai possibili errori di stampa – che comunque il nome della AIEO «era scritto in maniera QUASI corretta»!!! (non sto scherzando)
E infatti parto PROPRIO dal Giudizio di NINO LANTERI che riportate alla vostra pagina ZONA DEL BRIGASCO: http://www.chambradoc.it/zonaDelBrigasco.page
Mi permetto di scrivere in quanto sono originario di Torria (frazione di Chiusanico, IM) da parte di madre; per di più, ho vissuto coi nonni "materni" fino a 16 anni, in un paese che dista appena 50 minuti di auto da Piaggia.
L'affermazione di Nino Lanteri in cui dichiara che «il brigasco NON possa essere considerato PRETTAMENTE LIGURE, come lo sono, per fare degli esempi, il triorese, il bordigotto e il sanremasco»..
Ha qualcosa di BUROCRATICO, quasi UNA SUPERCAZZOLA degna del "Latinorum" di manzoniana memoria.
Intanto pongo dei seri dubbi sulla "professionalità" della FONTE che permette a Nino Lanteri di giungere alle suddette "conlusioni", il sig. Franco Bronzat, che addirittura sbaglia il nome della "Association Internationale d’Études Occitanes" facendola diventare "Association INTERNATIONAL d’ETUDE OCITANS" (https://www.vastera.it/rivista/44/pagine%2044/44_posizione_linguistica.htm)
come ben ricorda Fiorenzo Toso in un articolo che avete "dimenticato" di citare, facilmente scaricabile dal web in formato PDF («L'occitanizzazione delle Alpi liguri e il caso del Brigasco» in "Quem Tu Probe Meministi" Torino, CENTRO STUDI PIEMONTESI, 2009).
Per la cronaca, la RISPOSTA di BRONZAT a Fiorenzo Toso, per aver addirittura sbagliato il nome della PRINCIPALE associazione al Mondo di STUDI OCCITANI, è stata – oltre ai possibili errori di stampa – che comunque il nome della AIEO «era scritto in maniera QUASI corretta»!!! (non sto scherzando)
Alessio
2 anni fa
MISTIFICAZIONI PALESI del retaggio storico: Ignoranza.. o MALAFEDE? (PARTE 2)
Riguardo alla "buona fede" di Nino Lanteri.. intanto vi ricordo che lo stesso COMUNE di TRIORA chiese nei primi anni '80 delle precise «CONSULENZE LINGUISTICHE» ad alto livello sulla presunta "OCCITANITA' del dialetto" parlato nelle 2 frazioni di Realdo e Verdeggia, e quando gli studiosi interpellati diedero PARERE NEGATIVO a tale quesito – come ricorda Sandro Oddo nel 2005, sul numero primaverile del periodico «Le stagioni di Triora» – GLI STESSI PARERI (richiesti dal Comune!) vennero puntualmente IGNORATI.
In quegli anni era consigliere e poi Sindaco di Triora lo stesso Lanteri.. vedi il numero 18 di A VASTERA (aprile-luglio 1995).
Mi chiedo su che basi Nino Lanteri (consigliere e poi sindaco di TRIORA) abbia scelto il parere AMATORIALE di Franco Bronzat, e non quello di altri due appartenenti alla stessa "Associazione Internazionale di Studi Occitani" come Werner FORNER e Jean Philippe DALBERA – con ben altra esperienza e ben altri curricula universitari – che riguardo all'appartenenza del dialetto ROIASCO (e quindi Brigasco) all'area LIGURE si erano già ampiamente espressi.
Il loro parere è lo stesso del noto poeta e scrittore provenzale LOUIS FUNEL, grande amico di MISTRAL che già nel 1897 pubbicò la presente cartina sui "confini linguistici" fra Val Roya e Nizzardo: https://it.wikipedia.org/wiki/File:ArticleSalatProven%C3%A7al.png
Insomma.. se le presunte «Tradizioni Occitane» della Terra Brigasca erano GIA' DI PER SE così "ovvie", per quale motivo i suoi «promotori» hanno cercato con tanto impegno di mostrarne anche l'APPARTENENZA LINGUISTICA ?
In quegli anni era consigliere e poi Sindaco di Triora lo stesso Lanteri.. vedi il numero 18 di A VASTERA (aprile-luglio 1995).
Mi chiedo su che basi Nino Lanteri (consigliere e poi sindaco di TRIORA) abbia scelto il parere AMATORIALE di Franco Bronzat, e non quello di altri due appartenenti alla stessa "Associazione Internazionale di Studi Occitani" come Werner FORNER e Jean Philippe DALBERA – con ben altra esperienza e ben altri curricula universitari – che riguardo all'appartenenza del dialetto ROIASCO (e quindi Brigasco) all'area LIGURE si erano già ampiamente espressi.
Il loro parere è lo stesso del noto poeta e scrittore provenzale LOUIS FUNEL, grande amico di MISTRAL che già nel 1897 pubbicò la presente cartina sui "confini linguistici" fra Val Roya e Nizzardo: https://it.wikipedia.org/wiki/File:ArticleSalatProven%C3%A7al.png
Insomma.. se le presunte «Tradizioni Occitane» della Terra Brigasca erano GIA' DI PER SE così "ovvie", per quale motivo i suoi «promotori» hanno cercato con tanto impegno di mostrarne anche l'APPARTENENZA LINGUISTICA ?
Alessio
2 anni fa
MISTIFICAZIONI PALESI del retaggio storico: Ignoranza.. o MALAFEDE? (PARTE 3)
La risposta è che la presunta "questione Linguistica" serviva a Lanteri e Bronzat come semplice «cavallo di Troia» per ottenere un riconoscimento "ufficiale" (con conseguente ARRIVO di DENARO PUBBLICO) che altrimenti non sarebbe mai arrivato: la legge nazionale 482/1999 sulle Minoranze infatti, pone proprio l'ASPETTO LINGUISTICO come UNICO CRITERIO per identificare una data "Minoranza".
Senza LA LINGUA, tutte le "tradizioni" e le memorie "agro-pastorali" di questo mondo non sarebbero servite a niente, AL FINE DI OTTENERE "SOLDI" DALLO STATO, e men che mai «la consegna della bandiera Occitana dalle mani del Presidente del CAI».
(Oltrettutto.. il Club Alpino Italiano, che tipo di "legittimità" potrebbe aver mai dato, in merito a QUESTIONI LINGUISTICO-CULTURALI !?!?)
Senza "disturbare" un etno-antropologo come MASSAJOLI (che, come ben ricordate sul VOSTRO SITO, sono GIA' 33 anni che HA MODIFICATO OPINIONE, sostenendo DAL 1987 l'appartenenza del Brigasco all'area LIGURE) avreste fatto meglio a puntare su una più onesta "valorizzazione delle Tradizioni Locali"..
Sarebbero arrivati meno soldi, certo, che al comune di Triora fanno sempre bisogno (https://www.riviera24.it/2017/06/amministrative-2017-a-triora-riconfermato-sindaco-angelo-lanteri-256878/)
MA ne avreste guadagnato in ONESTA'.
Senza LA LINGUA, tutte le "tradizioni" e le memorie "agro-pastorali" di questo mondo non sarebbero servite a niente, AL FINE DI OTTENERE "SOLDI" DALLO STATO, e men che mai «la consegna della bandiera Occitana dalle mani del Presidente del CAI».
(Oltrettutto.. il Club Alpino Italiano, che tipo di "legittimità" potrebbe aver mai dato, in merito a QUESTIONI LINGUISTICO-CULTURALI !?!?)
Senza "disturbare" un etno-antropologo come MASSAJOLI (che, come ben ricordate sul VOSTRO SITO, sono GIA' 33 anni che HA MODIFICATO OPINIONE, sostenendo DAL 1987 l'appartenenza del Brigasco all'area LIGURE) avreste fatto meglio a puntare su una più onesta "valorizzazione delle Tradizioni Locali"..
Sarebbero arrivati meno soldi, certo, che al comune di Triora fanno sempre bisogno (https://www.riviera24.it/2017/06/amministrative-2017-a-triora-riconfermato-sindaco-angelo-lanteri-256878/)
MA ne avreste guadagnato in ONESTA'.
Alessio
2 anni fa
MISTIFICAZIONI PALESI del retaggio storico: Ignoranza.. o MALAFEDE? (PARTE 4)
Posso capire che sentirsi "Liguri della Montagna", quasi "di periferia" non sia gratificante.. Tanto più che Realdo e Borniga fino al 1947 erano parte del comune unificato di BRIGA (provincia di CUNEO, e quindi Piemonte!).
Ma davvero il modo migliore per distinguersi dai "figun" giù al mare, era di «riscoprirsi» OCCITANI!?
Come "prova", i ricordi di chi emigrava per lavoro in Francia, e poi tornava indietro, creando una sorta di "dialetto misto"..
DECISAMENTE OPINABILE: anche al mio paese emigravano verso Nizza, e spesso imparavano il francese (e forse un po' di nizzardo).. ma non per questo si sentivano poi "Occitano-Liguri", una volta tornati a casa!!
Quanti albanesi o rumeni emigrano in Italia, e ci stanno per anni? ma quando tornano a casa – pur avendo con sé un "bagaglio enorme" di termini italiani che faranno confluire nella lingua materna, come molti "Studi di settore" dimostrano – non per questo si identificano dal quel momento come "italo-rumeni" o "italo-albanesi" !!
Il SENSO DI APPARTENENZA è una cosa delicata, lo posso ben immaginare.. basta seguire i ragionamenti di un grande storico marxista come Eric HOBSBAWM quando parla di «invenzione della tradizione», oppure lo splendido saggio di Benedict ANDERSON sulle «Comunità Immaginate» per trovare comunque un senso di "dolorosa dignità" nella vostra spasmodica ricerca di un «fratello maggiore», di una Comunità più grande, più attraente e più "esotica" della quasi anonima eredità Ligure-Alpina..
Ma davvero il modo migliore per distinguersi dai "figun" giù al mare, era di «riscoprirsi» OCCITANI!?
Come "prova", i ricordi di chi emigrava per lavoro in Francia, e poi tornava indietro, creando una sorta di "dialetto misto"..
DECISAMENTE OPINABILE: anche al mio paese emigravano verso Nizza, e spesso imparavano il francese (e forse un po' di nizzardo).. ma non per questo si sentivano poi "Occitano-Liguri", una volta tornati a casa!!
Quanti albanesi o rumeni emigrano in Italia, e ci stanno per anni? ma quando tornano a casa – pur avendo con sé un "bagaglio enorme" di termini italiani che faranno confluire nella lingua materna, come molti "Studi di settore" dimostrano – non per questo si identificano dal quel momento come "italo-rumeni" o "italo-albanesi" !!
Il SENSO DI APPARTENENZA è una cosa delicata, lo posso ben immaginare.. basta seguire i ragionamenti di un grande storico marxista come Eric HOBSBAWM quando parla di «invenzione della tradizione», oppure lo splendido saggio di Benedict ANDERSON sulle «Comunità Immaginate» per trovare comunque un senso di "dolorosa dignità" nella vostra spasmodica ricerca di un «fratello maggiore», di una Comunità più grande, più attraente e più "esotica" della quasi anonima eredità Ligure-Alpina..
Alessio
2 anni fa
MISTIFICAZIONI PALESI del retaggio storico: Ignoranza.. o MALAFEDE? (PARTE 5)
Eppure, sono convinto che possiate ancora «salvare Capra e Cavoli»: pensate al caso dell'ALSAZIA.
Da secoli la regione Alsaziana appartiene allo Stato francese (pace di Westfalia, 1648) ma la "lingua madre" dei suoi abitanti è da sempre un «idioma germanico» strettamente legato alle parlate circostanti del Baden-Wurttenberg e di tutta la Svizzera tedesca.
La fedeltà dell'Alsazia verso Parigi è fuori di ogni dubbio; ma non per questo a Metz o Strasburgo hanno mai sentito il bisogno - per giustificare la propria «identità di frontiera» - di comprovare l'appartenenza del Dialetto Alsaziano a un qualsivoglia gruppo di origine Latina, adducendo la (pur massiccia) "presenza di termini francesi" nella moderna parlata regionale.
Riescono insomma a mantenere un "equilibrio dinamico" fra un retaggio «culturale» chiaramente tedesco (di cui vanno fieri) e la loro fedeltà istituzionale alla Francia..
In sostanza NON devono RINNEGARE la NATURA GERMANICA della propria «lingua madre» per sentirsi comunque parte del Mondo e della cultura Francesi nel suo insieme.
Ora, LA MIA DOMANDA E' SEMPLICE: davvero c'era bisogno di NEGARE la natura LIGURE-ALPINA del BRIGASCO (come la definiscono A LIVELLO SCIENTIFICO Massajoli, Forner, Toso, Dalbera, Pfister, ecc.) per poter "abbracciare" la RINASCITA CULTURALE che voi identificate dagli anni '60 con il «Revival Occitano»?
Questa "coscienza linguistica" Occitana CREATA EX NOVO serviva davvero, per mantenere PIU' viva e AFFASCINANTE la vostra tradizione?
Da secoli la regione Alsaziana appartiene allo Stato francese (pace di Westfalia, 1648) ma la "lingua madre" dei suoi abitanti è da sempre un «idioma germanico» strettamente legato alle parlate circostanti del Baden-Wurttenberg e di tutta la Svizzera tedesca.
La fedeltà dell'Alsazia verso Parigi è fuori di ogni dubbio; ma non per questo a Metz o Strasburgo hanno mai sentito il bisogno - per giustificare la propria «identità di frontiera» - di comprovare l'appartenenza del Dialetto Alsaziano a un qualsivoglia gruppo di origine Latina, adducendo la (pur massiccia) "presenza di termini francesi" nella moderna parlata regionale.
Riescono insomma a mantenere un "equilibrio dinamico" fra un retaggio «culturale» chiaramente tedesco (di cui vanno fieri) e la loro fedeltà istituzionale alla Francia..
In sostanza NON devono RINNEGARE la NATURA GERMANICA della propria «lingua madre» per sentirsi comunque parte del Mondo e della cultura Francesi nel suo insieme.
Ora, LA MIA DOMANDA E' SEMPLICE: davvero c'era bisogno di NEGARE la natura LIGURE-ALPINA del BRIGASCO (come la definiscono A LIVELLO SCIENTIFICO Massajoli, Forner, Toso, Dalbera, Pfister, ecc.) per poter "abbracciare" la RINASCITA CULTURALE che voi identificate dagli anni '60 con il «Revival Occitano»?
Questa "coscienza linguistica" Occitana CREATA EX NOVO serviva davvero, per mantenere PIU' viva e AFFASCINANTE la vostra tradizione?
Alessio
2 anni fa
MISTIFICAZIONI PALESI del retaggio storico: Ignoranza.. o MALAFEDE? (PARTE 6)
Personalmente, sono convinto di NO.
Sino ad ora, infatti, CHAMBRA D'OC non ha mostrato tutta questa "attenzione" AL "RIGORE SCIENTIFICO" nel selezionare i membri della sua «famiglia allargata»: scommetto che la loro Grande Associazione vi avrebbe cmq ospitato alle sue manifestazioni e sul proprio sito Internet, COME GIA' FA con i WALSER (germanici!) e con le "Parlate del Kyè" a voi attigue.
In ogni caso, è un DATO di FATTO "ASSODATO" che la Terra Brigasca COLTIVA da SEMPRE - e in modo del tutto "naturale" - i PROFONDISSIMI LEGAMI con la LIGURIA "propriamente detta":
NINO LANTERI ad esempio RISIEDE stabilmente a SANREMO, in piena Riviera Ligure, dove ha pure SEDE LEGALE nonché «Direzione, Redazione e Amministrazione» A VASTERA (la rivista delle "Tradizioni locali Brigasche") - mentre Carlo Lanteri vive addirittura ad ALBENGA, provincia di Savona.
Scopriamo che sempre A VASTERA viene ospitata per la sua ASSEMBLEA ANNUALE nella sede della "Cumpagnia de L'Urivu", ubicata a IMPERIA, e sul cui stendardo appare scritto bello chiaro «ET NOS LIGURES SEMPER»..
Anche la MAGGIOR PARTE dei concerti del Gruppo musicale de I CANTAUU di UPEGA avviene in Terra LIGURE, come si evince dalle foto su Facebook e dal sito di A VASTERA; cito da quest'ultimo sito web Carlo Lanteri: «I Cantaùu [...] Sono stati presenti nel 2007 al Festival internazionale “Musiche della terra” di CERIANA (IM); nel 2009 hanno vinto il terzo premio per la Sezione Gruppi al “FESTIVAL della CANZONE DIALETTALE LIGURE” di San Giorgio d’Albenga (Sv) e si sono esibiti nel Teatro “Rina e Gilberto Govi” di GENOVA Bolzaneto; hanno cantato in diverse località, PERLOPIU' LIGURI».
Sino ad ora, infatti, CHAMBRA D'OC non ha mostrato tutta questa "attenzione" AL "RIGORE SCIENTIFICO" nel selezionare i membri della sua «famiglia allargata»: scommetto che la loro Grande Associazione vi avrebbe cmq ospitato alle sue manifestazioni e sul proprio sito Internet, COME GIA' FA con i WALSER (germanici!) e con le "Parlate del Kyè" a voi attigue.
In ogni caso, è un DATO di FATTO "ASSODATO" che la Terra Brigasca COLTIVA da SEMPRE - e in modo del tutto "naturale" - i PROFONDISSIMI LEGAMI con la LIGURIA "propriamente detta":
NINO LANTERI ad esempio RISIEDE stabilmente a SANREMO, in piena Riviera Ligure, dove ha pure SEDE LEGALE nonché «Direzione, Redazione e Amministrazione» A VASTERA (la rivista delle "Tradizioni locali Brigasche") - mentre Carlo Lanteri vive addirittura ad ALBENGA, provincia di Savona.
Scopriamo che sempre A VASTERA viene ospitata per la sua ASSEMBLEA ANNUALE nella sede della "Cumpagnia de L'Urivu", ubicata a IMPERIA, e sul cui stendardo appare scritto bello chiaro «ET NOS LIGURES SEMPER»..
Anche la MAGGIOR PARTE dei concerti del Gruppo musicale de I CANTAUU di UPEGA avviene in Terra LIGURE, come si evince dalle foto su Facebook e dal sito di A VASTERA; cito da quest'ultimo sito web Carlo Lanteri: «I Cantaùu [...] Sono stati presenti nel 2007 al Festival internazionale “Musiche della terra” di CERIANA (IM); nel 2009 hanno vinto il terzo premio per la Sezione Gruppi al “FESTIVAL della CANZONE DIALETTALE LIGURE” di San Giorgio d’Albenga (Sv) e si sono esibiti nel Teatro “Rina e Gilberto Govi” di GENOVA Bolzaneto; hanno cantato in diverse località, PERLOPIU' LIGURI».
Alessio
2 anni fa
MISTIFICAZIONI PALESI del retaggio storico: Ignoranza.. o MALAFEDE? (PARTE 7)
Io apprezzo davvero molto il «pragmatismo» che dimostrano l'associazione A VASTERA e il Gruppo musicale de I CANTAUU nell'intrattenere SALDE e COSTANTI RELAZIONI con la LIGURIA "nel suo complesso".
Critico invece i discorsi di stampo "proto-razzista" (quasi da "GENETISTA convinto"?) che ha fatto Nino Lanteri per ricordare che
«la secolare comunità brigasca, costituitasi a Briga, nella Valle Livenza-Roja, e successivamente estesasi nell’alta Valle Argentina [...] è stata creata da gente GIUNTA dalla MONTAGNA, con storie, radici e tradizioni FRANCO-PIEMONTESI, diverse da quelle della gente ligure PROVENIENTE dal MARE.»
Intanto, come ricorda Fiorenzo Toso, i «dialetti LIGURI si parlano fino a prova contraria ANCHE IN MONTAGNA, non certo per importazione DALLA COSTA»..
e POI, come direbbe sempre Toso: CHE C'ENTRANO LE «TRADIZIONI FRANCO-PIEMONTESI» col dimostrare che QUINDI a Briga si parla un dialetto «OCCITANO»??
Partendo dall'antica famiglia Lanteri-Lascaris (CONTEA di TENDA e Briga) passando per la Contea di Nizza (dal 1388 un dominio "fedelissimo" ai SAVOIA) arrivando alle fasi finali del REGNO di SARDEGNA.. ma quando mai, PRIMA DEL 1860, la Valle Livenza-Roja ha avuto modo di sentirsi anche solo "Provenzale" - figurarsi Occitana!?
Critico invece i discorsi di stampo "proto-razzista" (quasi da "GENETISTA convinto"?) che ha fatto Nino Lanteri per ricordare che
«la secolare comunità brigasca, costituitasi a Briga, nella Valle Livenza-Roja, e successivamente estesasi nell’alta Valle Argentina [...] è stata creata da gente GIUNTA dalla MONTAGNA, con storie, radici e tradizioni FRANCO-PIEMONTESI, diverse da quelle della gente ligure PROVENIENTE dal MARE.»
Intanto, come ricorda Fiorenzo Toso, i «dialetti LIGURI si parlano fino a prova contraria ANCHE IN MONTAGNA, non certo per importazione DALLA COSTA»..
e POI, come direbbe sempre Toso: CHE C'ENTRANO LE «TRADIZIONI FRANCO-PIEMONTESI» col dimostrare che QUINDI a Briga si parla un dialetto «OCCITANO»??
Partendo dall'antica famiglia Lanteri-Lascaris (CONTEA di TENDA e Briga) passando per la Contea di Nizza (dal 1388 un dominio "fedelissimo" ai SAVOIA) arrivando alle fasi finali del REGNO di SARDEGNA.. ma quando mai, PRIMA DEL 1860, la Valle Livenza-Roja ha avuto modo di sentirsi anche solo "Provenzale" - figurarsi Occitana!?
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