Français
Si sviluppa a quote tra 1700 m e 2400 m, là dove gli inverni sono molto lunghi e rigorosi. I suoi aghi da 4 a 8 cm sono fini a sezione triangolare e riuniti in gruppi da cinque.
I coni maschi sono in genere di colore rosso carminio, mentre i coni femminili sono viola-rosa. Il primo anno cadono senza aprirsi. Il seme viene chiamato pinolo senza ala misura da 10 a 12 mm ed è avvolto in un astuccio spesso e legnoso. È commestibile e apprezzato per il suo sapore dagli uomini ma anche dagli animali.
La diffusione di questa pianta, per tanto tempo vittima dal sopruso degli alpeggi, è legata a un uccello molto ghiotto, la nocciolaia che nasconde il suo raccolto dentro a delle ceppaie o altro. Qualche volta se ne dimentica e quindi la pianta si sviluppa.
È usato in ebanisteria, in sculture per la fabbrica di orologi a cucù per esempio, perché il legno tenero è facile da lavorare.
Se ne trovano tanti nel bosco di Sauze d’Oulx ma è soprattutto nella Val Varaita che si può ammirare, nel Bosco dell’Alevé.
Viene utilizzato anche per consolidare i versanti grazie alle sue forti radici.
italiano
Si sviluppa a quote tra 1700 m e 2400 m, là dove gli inverni sono molto lunghi e rigorosi. I suoi aghi da 4 a 8 cm sono fini a sezione triangolare e riuniti in gruppi da cinque.
I coni maschi sono in genere di colore rosso carminio, mentre i coni femminili sono viola-rosa. Il primo anno cadono senza aprirsi. Il seme viene chiamato pinolo senza ala misura da 10 a 12 mm ed è avvolto in un astuccio spesso e legnoso. È commestibile e apprezzato per il suo sapore dagli uomini ma anche dagli animali.
La diffusione di questa pianta, per tanto tempo vittima dal sopruso degli alpeggi, è legata a un uccello molto ghiotto, la nocciolaia che nasconde il suo raccolto dentro a delle ceppaie o altro. Qualche volta se ne dimentica e quindi la pianta si sviluppa.
È usato in ebanisteria, in sculture per la fabbrica di orologi a cucù per esempio, perché il legno tenero è facile da lavorare.
Se ne trovano tanti nel bosco di Sauze d’Oulx ma è soprattutto nella Val Varaita che si può ammirare, nel Bosco dell’Alevé.
Viene utilizzato anche per consolidare i versanti grazie alle sue forti radici.