Con il glottonimo Kyé si indica la varietà locale parlata in alcune borgate e frazioni delle valli cuneesi Corsaglia ed Ellero, nella quale kyé corrisponde al pronome di prima persona singolare (=io).
Il parlá du Kyé viene contrapposto dai parlanti locali al dialetto du mi (il piemontese) e a quello du ciü (il ligure) per sottolineare la propria specificità linguistica rispetto ai parlanti dei dialetti circostanti.
I comuni di Frabosa Soprana, Frabosa Sottana e Roccaforte Mondovì e Villanova Mondovì si sono autodichiarati occitani, con delibera del consiglio comunale in applicazione della legge 482/99; tuttavia, l'appartenenza all'area occitanica dei dialetti ivi parlati è molto discussa tra i linguisti.
Il primo a considerare il parlá du kyé un dialetto provenzale fu Corrado Grassi, in quegli anni docente di linguistica presso l'Università di Torino; dopo aver stabilito nel 1958 il confine meridionale delle "parlate provenzali" nella Val Vermenagna (1), nel 1969, alla luce dei nuovi dati reperiti durante un'inchiesta sul campo, Grassi spostò ulteriormente tale confine osservando che "il parlà du kyé è effettivamente provenzale, con tratti arcaici che affiorano abbastanza chiaramente da uno strato fortemente influenzato dal gallo-italico" (2).
Arturo Genre (1937-1997), docente di Fonetica presso l'università di Torino, riprese poi nel 1978 le conclusioni di Grassi - "senza peraltro addurre novità atte a confermare l'ipotesi di partenza", aggiunge Fiorenzo Toso, docente di Linguistica generale all'Università di Sassari - ribadendo l'"antica provenzalità delle valli monregalesi" (3).
Toso riprende le argomentazioni di Grassi riesaminandole alla luce di nuove ipotesi interpretative; innanzitutto, come già fece Grassi a suo tempo, delimita a tre e forse quattro i tratti riconducibili alle caratteristiche linguistiche "provenzali"; successivamente, dimostra che in realtà "il fenomeno presente a livello residuale (..) non è necessariamente ascrivibile a una tipologia provenzale alpina, ma (...) può configurarsi come un episodio di residualità galloitalica arcaica" (4).
Toso vede nel parlá du kyé "un impianto comune al tipo basso piemontese, con componenti di tutt'altro genere: liguri con ogni evidenza, ma anche alto-italiane arcaiche" ed un "lessico palesemente in comune con le varietà piemontesi e liguri di contatto" (5).
Sostiene inoltre che l'area originariamente circoscritta da Grassi come zona del parlá du kyé, delimitata ad un "gruppo di villaggi e borgate montane" (6), sia stata indebitamente estesa ai centri di Frabosa Soprana, Frabosa Sottana e Roccaforte Mondovì.
Anche Canobbio e Telmon dell'Università di Torino escludono dalla zona del parlá du kyé la varietà del capoluogo di Frabosa Soprana, sottolineandone però l'appartenenza all'area occitanica in applicazione della legge 482/99:
Frabosa Soprana e Fontane appartengono all'area di minoranza occitanica secondo la recente delibera del consiglio comunale in applicazione della legge n.482 del 15.12.1999 per la tutela delle minoranze linguistiche storiche, anche se nel capoluogo comunale il repertorio linguistico è ormai dominato dal piemontese, dal ligure e dall'italiano (nettamente prevalenti sulla parlata locale), mentre a Fontane il kjé (per cui cfr.ancora GRASSI 1969) continua ad essere la lingua materna della comunità (7).
Diversa è invece la valutazione di Emanuele Miola, assegnista presso il centro di ricerca Lingue d'Europa, il quale, nello scritto Il sistema dell'articolo determinativo nella varietà di Prea di Roccaforte Mondovì, estende la zona del parlá du kyé a Fontane di Frabosa Soprana, Miroglio di Frabosa Sottana e a Baracco, Rastello e Prea di Roccaforte Mondovì.
Egli critica inoltre la posizione di Fiorenzo Toso (8) sottolineando che, se da un lato è vero che i dati forniti da Grassi nel 1969 provenivano da inchieste sommarie e al giorno d'oggi ormai datate, dall'altro lato "le conclusioni di Toso riposano sullo spoglio di materiali di una sola delle comunità oggi ancora largamente kjefone (nello specifico Fontane), per di più amatoriali e con poche ambizioni di completezza e scientificità". Citando Luca Quaglia (9), afferma che le ricerche condotte su tale area sono ancora parziali e si concentrano sul lessico e sulla cultura tradizionale, "tralasciando invece gli aspetti più prettamente linguistici, come la fonetica e - soprattutto - la morfologia".
Dopo aver analizzato il microsistema morfologico dell'articolo determinativo maschile singolare nella borgata di Prea, Emanuele Miola conclude che esso conserva "oggi ben poco del probabile substrato occitanico", ma al tempo stesso si differenzia "altrettanto chiaramente dalle varietà di lingua locale circonvicine", ribaltando quindi le conclusioni di Toso: "limitatamente al microsistema esaminato, il parlá du kjé non è (più) provenzaleggiante, ma non è neppure una varietà pedemontana meridionale" (10).
Come si evince dal dibattito sopra delineato, la discussione è tutt'altro che conclusa.
(Per un'analisi più approfondita della parlata di Prea, si veda la tesi inedita di Emanuele Miola Il kje di Prea di Roccaforte Mondovì. Fonetica, morfologia e sintassi di una varietà occitanica in Piemonte, Dottorato di Ricerca in Linguistica, XXII ciclo, Università di Pavia).
Diverso è il punto di vista delle istituzioni locali. Come ho già ricordato, i comuni di Frabosa Soprana, Frabosa Sottana, Roccaforte Mondovì e Villanova Mondovì si sono autodichiarati occitani, come previsto dalla legge 482/99.
Per quanto riguarda Frabosa Soprana, particolarmente attiva è l'Associazione Culturale "E KYÉ", la quale, come si legge nel testo della modifica dello statuto comunale con deliberazione del Consiglio Comunale del 2003, collabora con il Comune nella promozione della tutela della storia e della lingua occitana (11).
Nel Tresór de lenga-Corpus testuale sono stati raccolti due esempi di pubblicazioni edite dall'Associazione.
Puescie di noscc piz (1997):
Questa raccolta di poesie è rappresentativa della parlata della parlá du kyé ed in particolare di Fontane di Frabosa Soprana. Interpreti di questi scritti sono sia adulti che bambini, oltre che la poetessa Lucia Vinai. Il filo conduttore della raccota è il paese (Funtone), con il suo fiume Corsaglia (Coursaja), vissuto dagli abitanti con un forte senso della comunità. "Tutto un mondo ricuperato da chi usa la parola per salvarlo almeno nella memoria" -scrive Ezio Briatore nella premessa- scandito dai riti di una radicata religiosità (si veda ad esempio la preghiera E ben d'achei dla muntagna o la poesia di Lucia Vinai Rugaziun) e dalle veglie nelle stalle (Vjia 'ntla sctala).
La parlata del kyé. Note grammaticali e culturali (2004):
L'intenzione del libro, spiega l'autrice Livia Barbero Ruffino, è quella di
contestare un'antica valutazione negativa che lo considerava una parlata rozza di gente rozza. (...) Si tratta invece di una lingua naturale, ha nobile ascendenza nel latino attraverso l'italiano romancio, con interessanti apporti lessicali di altre lingue e dialetti, in conseguenza delle accennate vicende storiche e si è conservata immutata per almeno un millennio. Il
kyé va dunque inserito nel gruppo gallo-romanzo o occitano (12).
L'autrice sottolinea inoltre che il kyé ha subito l'influenza delle parlate confinanti ligure, franco-provenzale, provenzale alpino e piemontese; per dimostrare il legame con tali varietà dialettali, gli esempi della parlata du kyé sono messi a confronto con il piemontese e l'ormeasco.
L'ultima sezione del libro contiene un'antologia, in prosa e poesia, di brani in provenzale alpino, piemontese, ormeasco e kyé per permettere al lettore di confrontare tra loro le diverse parlate.
Sono stati archiviati nel Tresòr de lenga-Corpus testuale il capitolo dedicato alle frasi idiomatiche del kyé e quello dei proverbi esclusivi della parlata del kyé.
NOTE.
(1)C.Grassi, Correnti e contrasti di lingua e cultura nelle Valli cisalpine di parlata provenzale e franco-provenzale, Parte I, Le valli del cuneese e del saluzzese, 1958, Torino, Giappichelli.
(2)C.Grassi, Parlá du kyé: un'isola linguistica provenzale nelle valli monregalesi, in "Studi Linguistici salentini", 2 (1969), p.133.
(3)A.Genre, Temi e prospettive degli studi sulle parlate provenzali cisalpine, in G.P.Clivio e G.Gasca Queirazza (a cura di), Lingue e dialetti nell'arco alpino occidentale. Atti del Convegno Internazionale di Studi (Torino, 12-14 aprile 1976), Torino, Centro Studi Piemontesi, p.191.
(4)F.Toso, Quando il linguista diventa eponimo. Alcune riflessioni sull'"abilitazione" dell'occitano nelle valli del Monregalese, in Frevel, C., Klein, F.J. e Patzelt, C. (a cur.), Gli uomini si legano per la lingua. Festschrift für Werner Forner zum 65. Geburtstag, Stuttgart, Ibidem Verlag 2011, 269-295.
(5)F.Toso, A proposito dello spazio occitano, in La France Latine, 143, p.16.
(6)"In valle Ellero (Prea, Rastello, Baracco e in maniera residuale Norea, tutti in comune di Roccaforte Mondovì, parrocchia di Prea), nel Vallone della Maudagna (Miroglio, parrocchia autonoma e frazione di Frabosa Sottana con le borgate Feriosa, Pellone, Scarrone, Rodorera e Fornelli; la frazione e parrocchia di Seccata e le borgate Straluzzo, Lanza e Forneri della parrocchia di Frabosa Soprana, tutte amministrativamente comprese in quest'ultimo comune); in Val Corsaglia, Fontane, parrocchia autonoma di Frabosa Soprana, con le sue borgate Cané, Peirani, Filippi, Viné, Revelli, Ubé, Campé, Isole, Ferriera e l'altra frazione Bossea e, a livello residuale, la frazione Corsaglia dipendente in parte dal comune di Frabosa Soprana e in parte da quello di Montaldo", in F.Toso, op.cit.
(7)S.Canobbio-T.Telmon (a c.di), Atlante Linguistico ed Etnografico del Piemonte Occidentale-ALEPO. Presentazione e guida alla lettura, Pavone Canavese, Priuli & Verlucca (Regione Piemonte-Università degli Studi di Torino), p.348.
(8)Emanuele Miola critica la posizione sostenuta da Toso in "A proposito dello «spazio occitano», in La France Latine, 143, 2006, p.7-22.
(9)L.Quaglia, "Estudi sus la fonetica e la morfologia dels dialèctes alpencs parlats dins las valadas occitanas de la Província de Coni en Itàlia: arcaismes e formas particularas" in Linguistica Occitana, 2, 1-19, leggibile su www.revistadoc.org.
(10)Emanuele Miola, Il sistema dell'articolo determinativo nella varietà di Roccaforte Mondovì, leggibile su (http://iusspavia.academia.edu/EmanueleMiola/Papers/572545/Il_sistema_dellarticolo_
determinativo_nella_varieta_di_Prea_di_Roccaforte_Mondovi).
Si veda inoltre, del medesimo autore, l'articolo In margine a un recente concorso di etimologia: considerazioni sulla diffusione del tipo [vi'naj] nella microtoponomastica monregalese, leggibile su http://iusspavia.academia.edu/EmanueleMiola/Papers/572547/In_margine_a_un_
recente_concorso_di_etimologia_considerazioni_sulla_diffusione_del_tipo_vi_nai_
nella_microtoponomastica_monregalese .
(11)"Il Comune, in proprio ed in collaborazione con ogni ente o istituzione che abbia competenza in materia, si fa promotore della tutela della storia e della lingua occitana, valorizzandola, secondo i principi del documento espresso dall'associazione culturale 'E kyé' ed accogliendone lo spirito, nei termini di una tutela attiva", Deliberazione del Consiglio Comunale n.48 del 24-11-2003 pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, n.05 del 5-02-2004.
(12)Livia Barbero Ruffino, La parlata del kyé. Note grammaticali e culturali, Associazione Culturale 'E kyé', 2004, Fontane di Frabosa Soprana (Cuneo)
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