Continua la nuova serie youtube di Premio Ostana-Chambra d’Oc che permette di conoscere più in profondità i premiati dell’edizione 2023.
Chi si fa alfiere e promotore di lingue madri, spesso si ritrova a tu per tu con chi denigra tali lingue, considerandole un retaggio del passato da abbandonare, perché oggi la loro presenza (è questa la tesi che spesso viene difesa) risulta essere inutile, senza senso, se non addirittura dannosa per una società, quella contemporanea, teoricamente proiettata verso un futuro in cui la diversità linguistica viene meno. Ora, ognuno di noi, può proporre una sua riflessione in merito, e dato che state leggendo queste righe su Nòvas della Chambra d’Oc probabilmente sarete abbastanza infastiditi se non addirittura innervositi da una visione di questo genere, insensibile al tema dell’alterità e della sua relazione con il territorio e le comunità. Come darvi torto. La questione è stata posta anche a Sarah Laurent Zurawczak, il Premio Lingua Occitana della scorsa edizione. Una piccola provocazione, una domanda che ho deciso di farle durante l’intervista che ho realizzato insieme a Yalmar Destefanis e alla mediazione linguistica di Luca Pellegrino, musicista e animatore del collettivo artistico che ogni anno si ritrova sotto il Monviso per rendere ancora più allegri e partecipati gli incontri e la premiazione. La domanda andava a toccare un tema che ogni tanto emerge qua e là, per la lingua occitana (specie in Francia) ma anche per altre lingue madri: non c’è il pericolo che una lingua cresca in quanto lingua scritta e letta ma diventi sempre meno forte come lingua orale perché non ci sono le condizioni sociali e politiche per una sua reale affermazione?
Sarah Laurent inizia dicendo che innanzitutto chi parla la lingua occitana non lo “grida sui tetti” né lo “sbandiera” e quindi bisognerebbe realizzare dei sondaggi precisi per capire lo stato della lingua orale occitana in Francia. E alla domanda successiva, connessa alla presunta progressiva scomparsa della sua variante orale, ovvero se l’occitano “può servire nella vita”, l’autrice nata a Nimes racconta che, quando stava conseguendo l’abilitazione all’insegnamento dell’occitano, diversi professori le avevano detto che l’occitano “non serviva niente”. Eppure grazie all’occitano lei non solo ha insegnato al Lycée Thiers di Marsiglia, quest’anno nominato il migliore liceo di Francia, ma ha anche incontrato suo marito: insomma, quella lingua le ha semplicemente cambiato la vita. Per questo, afferma “dichiarare che una lingua non serve a nulla è una visione capitalista della vita. Se si inizia così, allora i musei non servono a nulla, la scrittura, la musica, la pittura, non rendono abbastanza… Quindi per me la questione non si pone ed è comunque una questione pericolosa”.
Abbiamo apprezzato l’onestà e la schiettezza di Sarah Laurent anche a livello letterario, in racconti che riescono a far riflettere adottando prospettive comiche e dinamiche narrative per certi versi esplosive. Nel video dell’intervista troverete il suo percorso biografico come autrice e in rapporto alla lingua occitana. Nel video del momento della premiazione avrete modo di ascoltarla in un discorso appassionato sulla difesa e la promozione delle lingue, oltre ad aver la possibilità di ascoltare un racconto del tutto inedito in Italia.
Ecco il link dell’intervista:
Ecco il link della premiazione:
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