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Poesie

REALDO

(Reàud)

di Nino Lanteri

 

Posizione

Collocato su una falesia che ne accentua il fascino per chi vi arriva dal fondo valle, Realdo, a 1007 metri di altitudine sul livello del mare, si trova nella parte alta della Valle Argentina, che poi si prolunga fino al monte Saccarello.

Panorama del paese

Dati amministrativi

Fino al 1947 è stato frazione dell’ex comune di Briga Marittima, in provincia di Cuneo, Regione Piemonte. Oggi, dunque, è frazione del Comune di Triora, in provincia di Imperia, Regione Liguria.

Abitanti

All’inizio del Novecento, Realdo contava circa 600 abitanti, in parte residenti stabili (agricoltori, manovali e artigiani), in parte lavoratori stagionali negli alberghi della Liguria e della Costa Azzurra e in notevole parte pastori.
Oggi, dopo il generale spopolamento della montagna del secondo dopoguerra, i Realdesi (Reaudée in Brigasco) stabilmente residenti in paese sono ormai ridotti a poche unità: soltanto durante l’estate alcune centinaia di turisti delle seconde case popolano il paese.

Origini

Non ci sono indicazioni che consentano un sicuro significato etimologico del nome del paese: Realdo.
Per molto tempo il paese è stato chiamato "Cà da Roca" (Casa della Roccia) e, fino a qualche anno fa, i Realdesi che passavano l’estate nelle borgate, chiamavano ancora la loro casa di Realdo, "Cà da roca".
Qualcuno argomenta che il paese, per la sua posizione sulla roccia, sia sorto per fronteggiare, con un efficace avamposto, la podesteria genovese di Triora; altri che la sua origine coincida con l’esodo da centri urbani per carestie, o pestilenze, ma non esiste documentazione certa al riguardo. E’più sicuro che a partire dagli anni 1400/1500, l’alta valle Argentina, sul versante destro del torrente, sia sorta ad opera di pastori brigaschi, allontanatisi dal capoluogo alla ricerca di nuovi pascoli e di nuovi terreni da coltivare. Sono infatti sorte nella zona, a partire da quegli anni, molte borgate sparse: Borniga (la più importante), Pin, Abenin, Cravetti, Dula, Ciapapé, Cae de Borma, Cutela, A Cabana, Vesignana, Frasciu.
Per secoli gli abitanti di tali borgate ebbero come luogo di incontro, sul piano sociale e religioso, la Chiesa di Sant’Antonio, situata a monte di Realdo, sostenuta ed amministrata da un Patronato, ancora oggi attivo e con personalità giuridica, che è stata per lungo tempo il centro di riferimento della comunità brigasca da cui si è originato il paese di Realdo.

Tipologia dell'abitato


Archivolto

Il paese attuale si presenta come un agglomerato compatto di case strutturalmente legate fra loro, diviso in tre zone. La parte alta si sviluppa scendendo fino alla via principale "Ër Carùgë" dove in passato la gente si riuniva normalmente di sera e dove si svolgevano le assemblee di paese, riunite con il suono di un corno ancora oggi conservato.
La parte mediana arriva fin o alla strada di mezzo "Ër Carùg dë mégë" e più in basso una terza parte che arriva fin sulla roccia, dove scorre la strada inferiore o "Ër Carùgë Sutàn".
Lungo questa strada, che scorre sulla roccia tutta recintata da orti, è stato aperto recentemente un punto panoramico, che consente di ammirare dall’alto lo strapiombo sul quale si erge il paese.
Dalla strada principale, verso ponente, si snoda una strada, oggi chiamata Via Rogli, che in dialetto è detta "Ër Carùgë di Ebréu", dove esiste ancora un vecchia casa-palazzo, che è stata abitata da Ebrei, commercianti di lana, nei tempi di maggior sviluppo della pastorizia.

Da vedere

La Chiesa Parrocchiale, dedicata alla Madonna del Rosario, ricostruita all’inizio del Settecento.
Il forno comunale, dove in passato a turno veniva cotto il pane ed oggi utilizzato soltanto nelle feste paesane.
La fontana vecchia, costruita nell’Ottocento.
Il monumento ai Caduti.
Appartengono alla comunità di Realdo le "Case Carmeli” o "Borgata Pastorelli", sistemate nel verde, fra prati e boschi, oggi quasi disabitate. In passato la borgata contava una cinquantina di abitanti, e lungo il torrente Argentina, presso il quale è situata, fino al 1950, erano attivi mulini per il grano e per le castagne, che servivano l’intera alta valle.
Lungo le strade mulattiere che un tempo collegavano il paese a tutte le sue borgate, ci sono numerose edicole sacre "Capëléte" (almeno un ventina nella zona di Realdo), che meriterebbero un restauro. Nella stessa zona si trovano ancora resti o ruderi di almeno una decina di alveari.
Poco sotto l’abitato di Realdo, a 985 metri di quota, si trova l’Arma da Gràa dë Màrmu. Si tratta di una piccola cavità di orgine carsica, la più importante e rappresentativa delle grotticelle sepolcrali dell’Età del Rame scoperta fino ad oggi nella Liguria di Ponente. Lo scavo, effettuato a partie dal 1963, ha consentito il recupero di un ricco e vario corredo funerario, costituito in massima parte da piccoli oggetti di ornamento e di armamento litico, oggi conservato in apposite vetrine nel Museo Civico "Borea d’Olmo" della città di Sanremo.


Forno
Funtana véglia

Piatti tipici

Piatto tipico del luogo, come di tutta la Terra Brigasca: i sugéli, simili alla orecchiette pugliesi o sarde, preparate con sola farina di grano tenero e conditi con formaggio pecorino e “brus”. Altro piatto tipico, le brusùuṡe, fatte con una sfoglia di pasta, con vari ripieni o semplicemente spalmata con olio e aglio, e cotte nel forno e patàche 'n la föglia, patate, tagliate a sfoglie molto sottili, condite con sale, olio, burro, fior di latte ed un po’ di farina e cotte nel forno.
Fino agli anni precedenti l’ultima guerra mondiale, l’alimentazione della comunità si basava quasi interamente su prodotti locali: grano, segala, legumi (lenticchie e fagioli), patate, castagne, latte e suoi derivati, uova, frutti coltivati e di bosco, miele.
I prodotti importati si riducevano essenzialmente a sale, olio, riso. Limitatissimo il consumo di salumi e di carne.

Associazioni e attività

In Realdo è attiva una Pro Loco che promuove le sagre e le manifestazioni paesane prevalentemente durante la stagione estiva.
Esiste un rifugio alpino, utilizzabile tutto l’anno, con cucina autonoma e sedici posti letto. Sono anche aperti tutto l’anno, con eccezione dei giorni infrasettimanali dei mesi invernali, un apprezzabile punto di ristoro ”Reaud“, un commestibile “A Bütéa d' Lena” ed un’osteria “Dëzgënà”.

Museo


Il Museo

Per salvaguardare le tradizioni, la cultura e l’idioma della Comunità brigasca e per far conoscere la sua storia plurisecolare, è in via di allestimento a Realdo un Museo dell’Arte e della Cultura brigasca, denominato "Cà de Gente Brigaŝche” e che si propone di coinvolgere il pubblico in un percoso che gli consenta:

- di entrare nel mondo brigasco con la sua storia, le sue peculiarità culturali ed etnoantropologiche, il suo tipico idioma, per il quale la Comunità Brigasca è stata riconosciuta dalla legge 482/99 minoranza linguistica storica

- di avere una conoscenza del territorio brigasco mediante l’attivazione di filmati, fotografie, descrizione dei centri storici e dei luoghi interessanti della Terra Brigasca.