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Marcelle Delpastre: “Bestiari Lemosin”. Natura et vida paisana per la votz dels bèstias.

Marcèla Delpastre: “Bestiari Limosin”. Natura et vita paisana per la votz dels bèstias

Tesi di Laurea Magistrale vincitrice del “Prix Pèire Bec 2021” dell’AIEO; di Costanza Amato. Tesi scaricabile con il link a fondo pagina.

italiano

Il mio primo incontro con un’Occitania ricca di storia, di vita e di paesaggi naturali mozzafiato che tanto hanno nutrito la mia fantasia di lettrice appassionata è avvenuto durante l’università, ma anche a seguito di un viaggio on the road nel Sud della Francia che ho fatto prima di iniziare la Magistrale. Ed è stato proprio così, grazie alla mia prima visita del Midi de France e ai miei studi universitari, che ho scoperto come questa cultura sia ancora estremamente viva e fiera e come la sua lingua sia capace di evocare luoghi, emozioni e la dignità del suo popolo.

È avvenuto, tuttavia, nell’autunno 2018, all’inizio del mio secondo anno di Magistrale all’Università di Ferrara, il mio vero incontro con l’occitano contemporaneo. La Professoressa Monica Longobardi, docente di filologia romanza presso la nostra università, aveva organizzato un convegno di qualche giorno dedicato alla produzione letteraria e musicale in occitano contemporaneo al quale decisi di assistere, spinta dalla curiosità –le lezioni della Professoressa Longobardi erano state tra le più interessanti e stimolanti del mio corso di Studi in Lingue Straniere— e, forse, da una sorta di richiamo più profondo. Ne rimasi completamente incantata. Di tutte quelle voci, quella che mi sembrò di comprendere più chiaramente, nonostante il gap linguistico (allora non conoscevo ancora molto bene l’occitano) e la distanza geografica e temporale che ci separava, fu quella della grande poetessa ed etnologa Marcelle Delpastre. Manifestai subito il mio interesse e la mia voglia di conoscere in maniera più approfondita questa autrice, così la Professoressa Longobardi mi propose di lavorare ad una sua opera ancora poco studiata. Si trattava di un bestiario, il Bestiari Lemosin, che insieme al suo pendant vegetale, Lo Libre de l’erba e daus aubres, costituisce una raccolta del sapere contadino relativo agli animali e alle piante della piccola comunità agreste di Marcelle Delpastre. Qualche mese dopo aver stabilito l’argomento della mia tesi magistrale, ero in Francia all’Université Toulouse II Jean Jaurès per il mio secondo Erasmus, luogo perfetto per iniziare il mio lavoro di ricerca bibliografica e per studiare l’occitano. Il mio periodo di studio a Tolosa è stato meraviglioso: ricordo con affetto la mia classe di occitano in cui mi sono sentita accolta e stimata, pur essendo tra i pochissimi studenti stranieri di tutto il corso universitario, e la generosità del Professore Jean-François Courouau, coordinatore della Facoltà di Studi Occitani, nell’indicarmi quale percorso seguire per iniziare il mio lavoro di tesi.

Poetessa, scrittrice, artista, etnologa, Marcelle Delpastre è stata una delle voci in lingua occitana più rappresentative del XX secolo e forse anche una delle più originali: nata in un piccolo villaggio della campagna limosina, praticò l’agricoltura e l’allevamento e si occupò per tutta la vita della fattoria di famiglia. Parallelamente ai lavori agricoli si dedicò sin dalla giovinezza alla scrittura, anzi furono proprio questi ad essere fonte di ispirazione per i suoi componimenti poetici, molti dei quali, come lei stessa affermò, le furono quasi suggeriti dai suoi animali da fattoria e dal fruscio del vento tra i campi. Oltre alla poesia, un altro suo grande amore fu l’occitano limosino, la lingua degli avi, della famiglia e della sua comunità rurale cui dedicò studi etnografici di raccolta della tradizione orale contadina e delle usanze tradizionali. Ne fece il suo lavoro di una vita, volto alla fissazione e alla trasmissione scritta del sapere agreste contro la minaccia incombente dell’industrializzazione, degli allevamenti e dell’agricoltura intensivi che avrebbero di lì a poco modificato radicalmente quell’oasi pacifica di compresenza tra umano e naturale. Il Bestiari Lemosin nasce proprio da questo intento, dalla volontà di ricordare quel mondo, di racchiuderlo tra le pagine di un libro e di dargli voce nell’unica lingua capace di esprimerlo, l’occitano limosino.

Il rapporto uomo-natura ha da sempre costituito uno dei temi prediletti della letteratura, sin dai tempi antichi. Basti pensare alle Metamorfosi di Ovidio, ad Apuleio, alle favole di Esopo e di Erodoto, a tutto il mondo greco-romano dove la presenza della natura è fondamentale e dove gli animali, utilizzati come mezzo di interpretazione delle realtà profonde della vita dell’uomo, entrano come personaggi nelle storie e nelle vicende di uomini e di Dei. Un mondo letterario e mitologico in cui gli animali rappresentavano l’anello di congiunzione tra la Terra e il Cielo. In epoca medievale, questo tipo di concezione sarebbe confluito in un nuovo linguaggio volto a esprimere il rapporto ancestrale dell’uomo con la natura, una forma letteraria che avrebbe preso il nome di Bestiario. Il bestiario medievale si presenta come volume dedicato alle realtà naturali e alla loro simbologia, con lo scopo di guidare il lettore nella comprensione del mondo ultraterreno attraverso l’interpretazione della natura e delle sue immagini. Ogni sezione, dedicata a una realtà naturale, segue sempre uno schema ben preciso: dopo una descrizione pseudoscientifica della natura e delle proprietà del soggetto trattato, segue un’esegesi simbolica che, da un punto di vista interpretativo, costituisce il vero centro d’interesse del genere del bestiario. Il Bestiari di Marcelle Delpastre sembrerebbe seguire questa strutturazione poiché ogni sezione dedicata a ciascun animale della campagna limosina esordisce con la presentazione dell’animale e la sua nomenclatura in occitano, seguite da alcune informazioni zoologiche, dalla descrizione del carattere dell’animale e dei metodi di allevamento. Seguono poi ulteriori informazioni relative al sapere pratico tradizionale come la costruzione delle gabbie e delle recinzioni, i metodi di macellazione, le pratiche curative, le ricette di cucina per poi giungere al racconto dei rituali tradizionali. Le feste tradizionali, come le festività natalizie e pasquali, in cui il ruolo svolto dagli animali è centrale, erano di fondamentale importanza per il calendario contadino in quanto momenti di marca dello scorrere annuale del Tempo. In questo lavoro si è cercato di evidenziare come, nel Bestiari Lemosin, il sapere pratico sia sempre in comunione con il sapere astratto, attraverso un’analisi di come l’uomo si relaziona con gli animali e in che modo a loro volta gli animali si relazionano con la natura e con il cosmo. Quali sono le tracce lasciate da questa esperienza? Il bestiario come mezzo di indagine per scoprire l’ignoto, l’invisibile attraverso ciò che è visibile, rivive nella favolistica, nella letteratura orale tradizionale, nelle canzoni e nelle storie popolari dove gli animali diventano parlanti, sono dotati di intelligenza ed esprimono i desideri dell’uomo e del suo inconscio. Il rapporto uomo-ambiente del Bestiari Lemosin diventa anche spunto di riflessione per un mondo che rischia di scomparire a causa dello spopolamento progressivo delle campagne e la trasformazione della vita agreste in funzione di fini meramente utilitaristici ed economici, annientando così completamente il rapporto di reciprocità tra l’uomo e la natura. Un rapporto che aveva reso la vita campestre limosina luogo perfetto di simbiosi tra le attività di sussistenza umane e la prosperità del mondo naturale. Proprio questa riflessione ha permesso, alla fine del mio lavoro di tesi, di inquadrare il Bestiari Lemosin all’interno di un’indagine letteraria più ampia che prende il nome di ecocritica, capace di rendere universale il messaggio di responsabilità etica nei confronti dell’ambiente.

Marcelle Delpastre ha descritto mirabilmente la vita agreste, i suoi valori e le tradizioni del suo territorio d’origine, un modo di vivere semplice ma allo stesso tempo autentico e quasi perfetto, poiché basato sulla completa armonia tra gli esseri umani e la natura. Un mondo in cui l’uomo amava e rispettava il suo habitat e contribuiva attraverso il suo lavoro alla sua preservazione e prosperità. Attraverso il suo bestiario Marcelle Delpastre invita ad osservare da vicino la natura e a conoscere il mondo rurale, facendoci capire che l’amore per la terra e la comprensione del linguaggio naturale sono indispensabili per la preservazione della vita umana e naturale e per il mantenimento della loro armonia. La sua opera ci induce a riflettere continuamente su noi stessi, sull’importanza di conservare le nostre radici e sulla consapevolezza che la nostra esistenza dipende dal nostro agire etico e dal rispetto nei confronti della natura.

I risultati di questa mia indagine sono frutto di molti mesi di lavoro, conclusisi con la mia discussione di Laurea avvenuta nel marzo 2020. A tal proposito, ci tengo a ringraziare ancora una volta la Professoressa Monica Longobardi e la Professoressa Joëlle Ginestet per avermi seguito durante questo percorso, la loro guida è stata fondamentale. Vorrei, inoltre, ringraziare Ines Cavalcanti e l’associazione Chambra d’Oc per avermi dato la possibilità di pubblicare la mia tesi su questa piattaforma. Un ringraziamento speciale va, infine, all’AIEO per il conferimento del Prix Pèire Bec 2021 al mio lavoro finale di tesi, con il quale spero di aver reso adeguatamente omaggio al messaggio etico di amore per la natura espresso da Marcelle Delpastre e, allo stesso tempo, di aver dato il mio contributo alla conoscenza e alla diffusione del patrimonio letterario della cultura occitana.

La mia tesi magistrale è, inoltre, consultabile su https://occitanica.eu/items/show/22618.

occitan

Tèsi de làurea vencidora dal “Pèire Bec 2021” de l’AIEO, de Costanza Amato.

Mon premier encòntre abo un’Occitània richa d’estòria, de vita e de païsatges naturals copaflat que tant an noirit ma fantasia de lectritz apassionaa es avengut durant l’universitat, mas bèla après un viatge on the road dins lo Sud de la França que ai fach derant de començar la Magistrala. E es estat pròpri parelh, gràcias a ma premiera vísita dal Midi de France e a mi estudis universitaris, que ai descubèrt coma aquesta cultura sie encara extremament viva e fiera e coma sa lenga sie encara capabla d’evocar de luecs, d’emocions e la dinhitat d’un pòple.

Es avengut, totun, dins l’an 2018, al començament de mon second an de Magistrala a l’Universitat de Ferrara, mon ver encòntre abo l’occitan contemporàneu. La Professoressa Monica Longobardi, docenta de filologia romànica a nòstra universitat, avia organizat un congrès de qualque jorn dedicat a la produccion literària e musicala en occitan contemporàneu al qual ai decidut d’assíster, possaa da la curiositat – las lecions de la Professoressa Longobardi eron istaas las pus interessantas e estimulantas de mon cors d’Estudis de Lengas Estrangieras – e, benlèu, da una sòrta de rapèl pus profond. Ne’n foguero completament enchantaa. De totas aquelas vòutz, aquela que me pareisset de comprene pus clarament, malgrat lo gap linguístic (alora conoissiu pas encara tant ben l’occitan) e la distança geogràfica e temporala que nos separava, foguet aquela de la granda poetessa e etnòloga Marcèla Delpastre. Manifestero súbit mon interès e ma vuelha de conóisser en maniera pus aprofondia aquesta autritz, coma aquò la Professoressa Longobardi me propauset de trabalhar a una sia òbra encara pauc estudiaa. Se tractava d’un bestiari lo Bestiari Lemosin, que abo son besson vegetal, Lo Libre de l’Erba e daus Aubres, forma un recuelh dal saber païsan relatiu a las bèstias e a las plantas de la pichòta comunitat agrèsta de Marcèla Delpastre. Qualque mes après aver establit l’argument de ma tèsi magistrala, ero en França a l’Université Toulouse II Jean Jaurès per mon second erasmus, un luec perfèct per començar mon trabalh de recèrcha bibliogràfica e per estudiar l’occitan. Mon períod d’estudis a Tolosa es istat meravilhós: recòrdo abo grinor ma classa d’occitan ente me siu sentua aculhia e estimaa, bèla en essent una di gaires estudents estrangiers de tot lo cors universitari, e la generositat dal Professor Jean-François Gourouau, coordinator de la Facultat d’Estudis Occitans, dins lo m’indicar qual percors seguir per començar mon trabalh de tèsi.

Poetessa, escriveira, artista, etnòloga, Marcèla Del Pastre es istaa una d’las vòuta en lenga occitana pus representativas dal sècle XX e benlèu tanben una d’las mai originalas: naissua dins un pichòt vilatge de la campanha lemosina, pratiquet l’agricultura e l’enlevatge e s’ocupet per tota la vita de la granja de familha. Parallelament ai trabalhs agrícols se dediquet dès la jovenessa a l’escritura, o mielh fogueron pròpri aquesti a èsser la fònt d’inspiracion per sas composicions poèticas, ben de las qualas, coma ilhe mesma afirmet, lhi fogueron esquasi suggerits da sas bèstias e dal bruire dal vent entre lhi champs. En mai de la poesia, un autre siu grand amor foguet l’occitan lemosin, la lenga di reires, de la familha e de sa comunitat rurala, a la quala dediquet d’estudis etnogràfics de recuelh de la tradicion orala païsana e d’las costumas tradicionalas. Ne’n faset son trabalh d’una vita, tendent a la fixacion e a la transmission escricha dal saber agrèst còntra la menaça incombenta de l’industrializacion, di enlevatges e de l’agricultura intensius que aurion d’aquí a gaire modificat radicalament aquela oasi pacífica de compresença entre l’uman e lo natural. Lo Bestiari Lemosin nais pròpri d’aquesta intencion, da la volontat de recordar aquel mond, de l’embarrar entre las pàginas d’un libre e de lhi donar vòutz dins la soleta lenga capabla de l’exprímer, l’occitan, lemosin.

Lo rapòrt òme-natura a da sempre constituít un di tèmas favorit de la literatura, dès lhi temps ancians. Baste pensar a las Metamorfosi d’Ovidio, a Apuleio, a las faulas d’Esopo e d’Erodoto, a tot lo mond grèc-roman ente la presença de la natura es fondamentala e ente las bèstias, adobraas coma meian d’interpretacion d’las realitats profondas de la vita de l’òme, intron coma personatges dins las estòrias e lhi eveniments di òmes e di Dius. Un mond literari e mitològic ente las bèstias representavon l’anèl de conjoncion entre la Tèrra e lo Cèl. En època medievala, aqueste tipe de concepcion seria confluït dins un nòu lengatge tendent a exprímer lo rapòrt ancestral de l’òme abo la natura, una forma literària que auria pilhat lo nom de Bestiari. Lo bestiari medieval se presenta coma volum dedicat a las realitats naturalas e a lor simbologia, abo l’intencion de menar lo lector dins la comprension dal mond ultraterren a travèrs l’interpretacion de la natura e de sas images. Chasque seccion, dedicaa a una realitat naturala, seguís totjorn un esquèma ben precís: après una descripcion pseudoscientífica de la natura e d’las proprietats dal subjèct tractat, seguís una exegèsi smbòlica que, dal ponch de vista interpretatiu, constituïs lo ver centre d’interès dal genre dal bestiari. Lo Bestiari de Marcèla Delpastre semelharia seguir aquesta estructuracion, dal moment que chasque seccion dedicaa a chasque bèstia de la campanha lemosina exordís abo la presentacion de la bèstia e sa nomenclatura en occitan, seguias da qualquas informacions zoològicas, da la descripcion dal caràcter de la bèstia e di mètods d’enlevatge. Seguisson puei d’autras infomacions relativas al saber pràctic tradicional, coma la construccion d’las gàbias e d’las clausuras, lhi mètods de maselacion, las pràcticas curativas, las recèptas de cusina, per puei arribar al racònt di rituals tradicionals. Las fèstas tradicionalas, coma las festivitats de Desneal e de Pascas, ente lo ròtle juat da las bèstias es central, eron de fondamentala importança per lo calendari païsan en tant que moments de marca de l’escórrer annal dal temp. Dins aqueste trabalh s’es cerchat d’evidenciar coma, ental Bestiari Lemosin, lo saber pràctic sie sempre en comunion abo lo saber abstrach, a travèrs un’anàlisi de coma l’òme se relaciona abo las bèstias e a lor torn las bèstias se relacionon abo la natura e lo còsmos. Qualas son las traças laissaas da aquesta experiença? Lo bestiari coma meian d’enquèsta per descubir lo desconoissut, l’invisible a travèrs çò qu’es visible, reviu dins la fablística, dins la literatura orala tradicionala, dins las chançons e dins las estòrias popularas ente las bèstias devenon parlantas, son dotaas d’intelligença e exprimon lhi desirs de l’òme e de son inconscient. Lo rapòrt òme-ambient dins lo Bestiari Lemosin deven tanben un’idea de reflexion per un mond que risca de desparéisser a causa dal despoplament progressiu d’las campanha e la transformacion de la vita agrèsta en foncion de miras purament utilitarísticas e econòmicas, en anientant parelh completament lo rapòrt de reciprocitat entre l’òme e la natura. Un rapòrt que avia rendut la vita campèstra lemosina un luec perfèct de simbiòsi entre las activitats de sussistença umanas e la prosperitat dal mond natural. Pròpri aquesta reflexion a permés, a la fin de mon trabalh de tèsi, d’enquadrar lo Bestiari Lemosin dins una recèrcha literària pus ampla que pren lo nom de ecocrítica, capabla de rénder universal lo messatge de responsabilitat ètica vèrs l’ambient.

Marcèla Delpastre a descrich mirablament la vita agrèsta, si trabalhs e las tradicions de son territòri d’origina, un biais de viure simple mas an un bòt auténtic e esquasi perfèct, daus que basat sus la completa armonia entre lhi èssers umans e la natura. Un mond ente l’òme amava e respectava son habitat e contribuïva a travèrs son trabalh a sa preservacion e prosperitat. A travèrs son bestiari Marcèla Delpastre envita a observar de près la natura e a conóisser lo mond rural, nos fasent comprene que l’amor per la tèrra e la comprension dal lengatge natural son indispensables per la preservacion de la vita umana e naturala e per lo manteniment de lor armonia. Son òbra nos mena a reflechir continuament sus nos, sus l’importança de gardar nòstras raïtz e sus la consciença que nòstra existença depend da nòstre agir ètic e dal respèct vèrs la natura.

Lhi resultats d’aquesta mia enquèsta son lo fruch d’un baron de mes de trabalh, s’achabats abo ma discussion de Làurea avengua ental mars 2020. A tal propaus, lhi teno a remerciar encara un bòt la Professoressa Monica Longobardi e la Professoressa Joëlle Ginestet per m’aver seguia durant aqueste percors, lor guida es istaa fondamentala. Voleriu, de mai, remerciar Ines Cavalcanti e l’associacion Chambra d’òc per m’aver donat la possibilitat de publicar ma tèsi sus aquesta plataforma. Un remerciament especial vai, enfin, a l’AIEO per lo conferiment dal Prix Pèire Bec 2021 a mon trabalh final de tèsi, abo lo qual espero d’aver rendut adeqüadament omatge al messatge ètic d’amor per la natura exprimut da Marcèla Delpastre e, al mesme temp, d’aver donat mon contribut a la conoissença e a la difusion dal patrimòni literari de la cultura occitana.

Ma tèsi magistrala es, de mai, consultabla sus https://occitanica.eu/items/show/22618