Le trattative di pace intavolate nel 1712 terminarono con la firma del trattato di Utrecht, disastroso per il Brianzonese. Malgrado che una delle clausole del Trasporto del Delfinato alla Francia, stipulasse che il Re: "non poteva alienare nè smembrare alcuna zona dei detti stati sotto qualsivoglia pretesto e causa" la Francia abbandonò al Duca di Savoia, divenuto Re di Sicilia, una grande zona del Brianzonese: le valli di Cesana, d'Oulx, di Bardonecchia, di Val Chisone e di Castel Delfino, cioè il territorio delle 32 comunità sullo spartiacque cisalpino. La frontiera fu delimitata
seguendo la "cresta spartiacque" dal Monte Thabor, passando per la Cappella di San Gervasio al Monginevro sino al Colle dell'Agnello. Il grande "Escarton" del Brianzonese, amputato dei tre "Escartons" d'Oulx, di Pragelas e di Château-Dauphin si riunì a due piccoli Escartons: quello del Queyras, raggruppante 7 comunità e quello di Briangon che ne contava 12: Briançon e i suoi 9 villaggi e le comunità di Vallouise, Monêtier, Névache, Mongenevre ecc.
A titolo di magra compensazione e su istanza del Berwick, la Valle di Barcelonnette, arida e sprovvista di fortificazioni mititari, fu annessa alla Francia. Sul piano militare, questa clausola fu ugualmente poco vantaggiosa. La Francia cedette al Re di Sicilia delle valli dotate di importanti fortificazioni: come quelle d'Exilles, di Fenestrelle(Fort
Mutin) e di Château-Dauphin. Le vie d'accesso al Piemonte furono praticamente impedite o rese molto difficili. Il valore strategico di
Briançon, già riconosciuto prima d'Utrecht fu ancor più accresciuto. Diverrà ormai città di frontiera. Questa posizione rese necessario un rinforzo del suo sistema di difesa, per mezzo di nuove fortificazioni. Questa città, i cui abitanti, poco bellicosi vivevano essenzialmente di commercio, divenne, malgrado essa, una città militare. Più che mai, serviva come magazzino di viveri e di munizioni per l'armata; vengono immagazzinati il più sovente, in conventi e in particolare, in quello dei "Cordeliers" granaglie, vino, legumi, fieno, paglia,pagliericci, coperte e tutto ciò che è necessario ad un'armata in campagna. Le forniture provenivano in genere dalle comunità vicine e talvolta
anche da Grenoble.
Per cui, la perdita della maggior parte del suo territorio, ridimensiona il suo carattere di piccola capitale, animata e dinamica.
La sua economia ne soffre, poichè le valli cedute sono le più ricche. Per ricompensarla, il Re concede agli abitanti una riduzione della rendita perpetua di 4.000 ducati, equivalenti all'epoca a 13.433 lire, 6 soldi, 8 denari. Questa è ridotta a 8.416 lire, 15 soldi.
Nel 1737 gli abitanti delle valli d'Oulx e Pragelato fecero redigere dal Parlamento di Grenoble un atto notorio ricordando i diritti signorili di cui avevano beneficiato dal 1343.
Grazie a questa procedura, essi ottennero dal loro nuovo sovrano il mantenimento dei loro privilegi (1).
I Brianzonesi furono molto dispiaciuti di essere separati dalle popolazioni alle quali erano stati uniti da relazioni insieme economiche e affettive. 84 anni dopo il trattato di Utrecht, nel 1797, un memoriale, redatto a Briançon, reclamava la riunione al Brianzonese delle valli perse. L'argomentazione si componeva di 6 punti principali.
1)Questa riunione faciliterebbe la costruzione di una grande strada per comunicare con l'Italia, che faciliterebbe le relazioni commerciali
che esistono tra questo paese e i dipartimenti meridionali della Repubblica.
2)Questa strada, sempre praticabile dalle vetture, sarà ancora un grande mezzo vivificatore per il dipartimento delle Hautes-Alpes dove il
commercio è in stasi e la cui industria ha bisogno di essere incoraggiata.
3)La fertilità di queste valli, assai ricche di granaglie di ogni specie, di olio, vino, castagne, legumi e frutta alimenterebbe il Brianzonese e gli offrirerebbe in ogni tempo delle risorse abbondanti che la natura gli ha rifiutato e che la vicinanza renderebbe più disponibili e meno costose.
4)Le barriere doganali riavvicinate agli antichi confini sarebbero di più facile custodia,poichè la disposizione delle montagne, in questo territorio, renderebbe impraticabile qualsiasi passaggio diverso da quello in cui la strada fosse stabilita; la loro resa sarebbe d'altra parte più considerevole, mentre esse aggravano oggi la miseria di un paese sfortunato, la cui popolazione diminuisce di giorno in giorno.
5)Importa alla sicurezza dello Stato, alla conservazione delle numerose basi militari che si trovano su questa frontiera, dare ai suoi abitanti tutti i mezzi di prosperità che è possibile dare e un tale scopo può essere raggiunto soltanto mediante l'annessione richiesta.
6)Infine, quest'annessione da tanto tempo desiderata, realizzerebbe anche l'aspirazione, così viva, degli abitanti di queste valli che hanno conservato gli usi, i costumi, e il carattere francese.
Questo rapporto nella sua forma concisa, riassumeva assai bene i problemi del Brianzonese, alcuni dei quali ancora curiosamente attuali. Le "Valli Cedute" tornarono per qualche anno al Brianzonese, quando per le vittorie napoleoniche la Francia annesse l'intero Piemonte. Ma la separazione divenne definitiva dopo i trattati del 1814 e 1815.
(1) L'originale taglia reale era già stata quasi triplicata durante la guerra del 1706. Al passaggio del territorio sotto il dominio piemontese i 450 franchi per fuoco che già pagavano gli abitanti non vennero ridotti ma automaticamente portati a 600 lire del Piemonte. Il Re confermava: "Sans payment d'aucune finance" tutte le convenzioni, franchigie, privilegi ma malgrado ciò, durante le guerra contro la Francia repubblicana, il Re imponeva una nuova imposta straordinaria della metà di tutti i tributi, e un'imposta speciale per i quartieri d'inverno della truppa.
Nel 1802 la taglia originale del "ducato" che, per il comune di Roure, era fissata originariamente in lire 875,10, era salita a lire 11.368. Senza risorse, con una produzione agricola limitata, gran parte della popolazione si trovava nell'assoluta indigenza. Con le vittorie napoleoniche, gli abitanti dell'alta valle del Chisone il 25 brumaio dell'anno X (1802), deputarono il sindaco di Roure, Pierre François Perron e il sindaco di Usseaux, Thomas Sallen, a recarsi a Torino per richiedere che tutte le imposte, diritti e gabelle, le imposizioni ordinarie e straordinarie, fossero soppresse in quanto nessun dubbio poteva sorgere sul diritto degli abitanti di pagare unicamente la taglia convenuta con Umberto Delfino nella carta del 1343. Il consiglio della prefettura dell'Eridano decretò di esonerare i comuni dell'alta Val Chisone (Pragelato, Usseaux, Fenestrelle, Mentoulles, Roure, Meano) dal debito del tasso per gli anni 1799 e 1800. Così per le altre imposte gli abitanti di vai Chisone continuarono a pagare come avevano sempre pagato, sotto re o repubbliche, limitandosi a lamentarsi ed a presentare suppliche o memorie.Nel 1804 altra petizione a Napoleone: "per fargli conoscere il sovraccarico di contribuzioni di cui questo cantone è oberato nei riguardi della pianura". La petizione subì la sorte di tutte le petizioni: finì in un malinconico archivio polveroso, dal quale solo ora, per la consolazione dei tardi nipoti che soffrono gli stessi mali, abbiamo potuto estrarla.
Estratti da "Petite Histoire de Briançon e Briançonnais" di Jacqueline Routier. Trad. Franco Bronzat, Sergio Ottonelli e da "Storia di Pinerolo e del Pinerolese" di Arnaldo Pittavino.
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