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Edizione 2024

Il virus della letteratura: la lingua curda di Firat Cewerî al Premio Ostana 2024

Lo virus de la leteratura: la lenga curda de Firat Cewerî al Prèmi Ostana 2024

di Andrea Fantino

Il virus della letteratura: la lingua curda di Firat Cewerî al Premio Ostana 2024
italiano

L’esilio, la lotta politica, il potere dell’arte: il Premio Internazionale si racconta in un’intervista.

Ovidio, Seneca, Dante, Victor Hugo, Bertolt Brecht, Pablo Neruda, Milan Kundera: la storia della grande letteratura europea e mondiale è costellata di autori che hanno dovuto prendere la strada dell’esilio, e nell’esilio hanno prodotto i loro più grandi capolavori, guardando alla terra natia con nostalgia e forza, acume e disincanto. La “letteratura dell’esilio” finisce per essere quasi un genere a sé stante, che non smette di crescere, considerate le tante ragioni che costringono intellettuali e scrittori a lasciare i propri paesi e a diventare rifugiati, vittime di minacce politiche e personali, e di un’oppressione che colpisce – là dove le istituzioni democratiche traballano – innanzitutto la libertà di espressione e di critica dei poteri dominanti.

La letteratura in lingua curda di Firat Cewerî, Premio Internazionale al Premio Ostana 2024, è una letteratura in esilio, che non rinuncia alla sua lingua madre per poter accedere ad un pubblico più ampio (come spesso accade per grandi scrittori) ma che fa della lingua madre la linfa vitale della propria scrittura, la sua ragione d’essere, il sine qua non. Lo ha raccontato molto bene l’infaticabile Aldo Canestrari, il tutor di Cewerî, che lo ha accompagnato nelle giornate di Ostana evidenziando negli incontri con il pubblico l’importanza dell’asilo politico offerto dalla Svezia, un’accoglienza che ha permesso allo scrittore curdo di vivere al sicuro continuando a coltivare la sua arte (oltre ai suoi libri ha tradotto in curdo opere di Dostoevskij, Cechov, Steinbeck e ha curato antologie di poesia e di racconti). Non è stato l’unico scrittore curdo a lavorare fuori dalla propria terra: nella generosa intervista che oggi pubblichiamo sul canale youtube del Premio Ostana, Cewerî racconta di come la letteratura curda si sviluppò in esilio nel momento in cui la lingua curda fu bandita in Turchia. Solo negli ultimi quindici o vent’anni la letteratura in esilio è tornata in patria. “La lotta linguistica è essa stessa una lotta politica”, sostiene lo scrittore, aggiungendo “Oggi in Turchia ci sono dozzine di case editrici curde, ma l'ondata di assimilazione è forte, e se al curdo non viene concesso uno status ufficiale in Turchia, questa forte ondata di assimilazione potrebbe sommergere i curdi”. Anche una lingua come il curdo, che secondo le stime potrebbe essere parlata da 20 a 30 milioni di persone in quell’area mediorientale che comprende parti di Turchia, Siria, Iraq e Iran, ha sempre bisogno di un’attenzione costante e di una lotta politica continua, per evitare di essere schiacciata non solo dai poteri locali, ma da condizioni politiche internazionali che mutano con il mutare delle condizioni geopolitiche, indifferenti alle popolazioni e alle lingue che si trovano su quei territori.

La ricetta sappiamo che non esiste. Non esiste una terapia universale, capace di dare linfa alle lingue madri quando queste sono costrette in un angolo, o peggio ancora sono al tappeto, incapaci di alzarsi e tornare sul ring. Eppure esistono tante attività, molti metodi, diverse prospettive utili e a volte molto efficaci: sono gli autori che invitiamo ad Ostana a ricordarcelo, ognuno a modo suo. Forse dal gentiluomo pacato e sorridente di nome Firat Ciwerî, capace di una scrittura inquieta, onirica, quasi surreale come accade nel romanzo “Il matto, la prostituta e lo scrittore” (tradotto in italiano da Francesco Marilungo per Calamaro Edizioni) possiamo apprendere una lezione tanto complessa quanto affascinante. L’idea è quella di riuscire ad aprirci all’arte al punto da esserne contagiati: “Per me la letteratura è come un virus”, dice, “Il virus della lingua è entrato nel mio corpo attraverso la lingua di mia madre”. Quel virus, una sorta di “sana malattia”, può aiutarci a decifrare il presente, per dare voce ad una realtà, per inventarne di nuove. Sono in pochi ad aver sperimentato la possibilità di essere veri e propri interpreti e portavoce di coscienze, animi e sensibilità. Sono convinto che Cewerî sia tra questi, e lo si capisce da un aneddoto che racconta nell’intervista video. Un giorno camminava in una strada di Diyarbakır (sud est della Turchia, area curda), quando ha visto un passante venire verso di lui. Era un po’ spaventato, perché vedeva in lui delle somiglianze con il personaggio Temo, protagonista de “Il matto, la prostituta e lo scrittore”, un uomo che si sveglia una mattina con una voce in testa che gli dice che dovrà uccidere qualcuno. Così Firat Ciwerî si è chiesto se il passante avesse un coltello con sé, pronto per essere usato, perché nel romanzo Temo si ritrova proprio a camminare per le strade di una città con un coltello in tasca. Il passante ha però sorriso, ha fermato lo scrittore e gli ha detto che il suo romanzo sembrava raccontare la sua storia. Anche lui era stato in prigione, anche lui aveva vissuto lo stesso dolore del protagonista del libro: il romanzo sembrava raccontare la sua stessa vita. Cewerî non aveva mai incontrato prima quel passante, non lo conosceva, non aveva mai sentito la sua storia. Eppure il virus era entrato in azione, e il risultato era davanti ai suoi occhi. Non si scappa da quel virus, dice lo scrittore curdo: “Quando il virus della scrittura si impadronisce di te, continua fino alla morte”.

Intervista a Firat Cewerî Premio Ostana 2024, Lingua Curda, Turchia

https://youtu.be/0Gov4JlEzZg

Firat Cewerî riceve il Premio Ostana 2024, Premio Internazionale

https://youtu.be/-ZMCaugC4T8

occitan

L’exili, la batalha política, lo poer de l’art: lo Prèmi Internacional se racònta dins n’entervista.

Ovidi, Seneca, Dante, Victor Hugo, Bertolt Brecht, Pablo Neruda, Milan Kundera: l’estòria de la granda leteratura europèa e mondiala es constellaa d’autors que an degut pilhar lo chamin de l’exili, e dins l’exili an produch lors pus grands caps d’òbra, en beicant vèrs lor tèrra natala abo estant e fòrça, intelligença e desenchant..La “leteratura de l’exili” finís per èsser esquasi un genre a part, que quita ren de créisser, consideraas las tantas rasons que constrenhon lhi intellectuals e lhi escritors a laissar lors país e devenir de refugiats, víctimas de menaças políticas e personalas e de n’opression que colpís – ilai ente las institucions democràticas trantolhon – derant tot la libertat d’expression e de crítica di poers dominants.

La leteratura en lenga curda de Firat Cewerî, Prèmi Internacional al Prèmi Ostana 2024, es na leteratura en exili, que renóncia pas a sa lenga maire e per poler arrubar a un públic pus ample (coma càpita sovent a lhi grands escritors), mas que fai de la lenga maire la saba vitala de sa escrichura, sa rason d’èsser lo sine qua non. L’a contat ben l’infadigable Aldo Canestrari, lo tutor de Cewerî, que l’a acompanhat dins las jornadas d’Ostana en evidenciant dins lhi encòntres abo lo públic l’importança de l’asilo polític ofèrt da l’Esvècia, un’aculhença que a permés a l’escritor curd de viure al segur en continuant a coltivar sa art (en mai di si libres a revirat en curd d’òbras de Dostoevskij, Cechov, Steinbeck e a curat d’antologias de poesia e de còntes) Es res istat lo solet escritor curde a travalhar fòra de sa tèrra: dins la generosa entervista que encui publiquem sal canal youtube dal Prèmi Ostana, Cewerî racònta de coma la leteratura curda s’es desvopaa en exili ental moment que la lenga es istaa bandia en Turquia. Masque enti darriers quinze o vint ans la leteratura en exili es tornaa en pàtria. “La batalha linguística es decò ela na batalha política”, sosten l’escritor, en jontant “Encui en Turquia lhi a de desenas de casas editritz curdas, mas l’ondaa de assimilacion es fòrta, e se al curd ven ren concedut n’estatut uficial en Turquia, aquesta fòrta ondaa de assimilacion polaria submèrger lhi curds”. Decò na lenga coma lo curd, que second las estimas polaria èsser parlaa da 20° 30 milions de personas dins aquela àrea que compren de parts de Turquia, Síria, Iraq e Iran, a besonh de n’atencion constanta e de na batalha política contínua, per evitar d’èsser esnhacaa ren masque da lhi poers locals, mas da de condicions políticas internacionalas que chambion abo lo chambiar de las condicions geopolíticas, indiferentas a las popolacions e a las lengas que se tròbol sus aquilhi territòris.

La recèpta saubem que exist ren. Exist ren na terapia universala, capabla de donar de saba a las lengas maires quora son contrechas enten canton, o pejo encà son al tapís, pas bònas a auçar-se e a tornar sal ring. E pura existon tantas activitats, ben de mètods, divèrsas prospectivas útila e de bòts pro eficaças: son lhi autors que envidem a Ostana a recordar-nos lo, chascun a sa maniera. Benlèu da gentilòme calm de nom Firat Cewerî, capable de n’escrichura inquieta, onírica, esquasi surreala ental romança “Lo mat, la prostituïa e l’escritor (traduch en italian da Francesco Marilungo per Calamaro Edizioni) polem emparar na lecion tant complèxa coma afascinanta, l’idea es aquel d’arrubar a duérber-nos a l’art a la mira da n’èsser contagiats: “Per mi la leteratura es coma un virus”, ditz, “Lo virus de ma lenga es intrat dins mon còrp a travèrs la lenga de ma maire”. Aquel virus, na sòrta de “malatia sana”, pòl ajuar-nos a dechifrar lo present, per donar vòutz a na realtat, per ne’n inventar de nòvas. Son gaire a aver experimentat la possibilitat d’èsser de vers e pròpis intèrpretes e pòrtavòutz de conscienças, ànims e sensibilitats, siu convint que Cewerî sie entre aquesti, e se capís da un anècdot que còntia dins l’entervista video. Un jorn chaminava sus na via de Diyarbakir (sud est de la Turquia, àrea curda), quora a vist un passat venir vèrs nele. Era un pauc espaventat, perqué veïa dins nele de semelhanças abo lo personatge de Temo, protagonista de “Lo mat, la prostituïa e l’escritor”, n’òme que un matin se desvelha abo na vòutz en tèsta quel hi ditz que devarè maçar qualqu’un. Boquò Firat Cewerî s’es chamat se lo passant avesse un cotèl, prompt a èsser adobrat, perqué ental romanç Temo se retròba pròpi a chaminar per las vias de na citata bo un cotèl en sacòcha. Mas lo passant a sorïut, a fermat l’escritor e lhi a dich que son romanç semelhava contar son estòria. Decò nele era istat en preison, decò nele avia viscut lo mesme dolor dal protagonista dal libre; lo romanç semelhava contiar sa mesma vita. Cewerî avia jamai encontrat derant aquel passant, lo conoissia pas, avia jamai sentut son estòria. Mas lo virus era intrat en reaccion, e lo resultat era derant a si uelhs. S’escapa pas da aquel virus, ditz l’escritor curd: “Quora lo virus de l’escrichura s’empadronís de tu, vai anant fins a la mòrt”.

Entervista a Firat Cewerî Prèmi Ostana 2024, Lenga Curda, Turquia

https://youtu.be/0Gov4JlEzZg

Firat Cewerî receu lo Premio Ostana 2024, Prèmi Internacional

https://youtu.be/-ZMCaugC4T8