Angela Crana (1956-), Christine Fundone (1953-) e Pierina Vazon (1927-2013), unendo esperienze ed entusiasmi diversi, pubblicano nel 2004 un importante lavoro su Sauze d’Oulx: Saouzë d’Oulx. Storia, Turismo e Ski. Lavoro. Religiosità347 corredato da preziose immagini d’epoca di Placido e di Mario Eydallin, rispettivamente padre e fratello di Duccio.
Angela Crana e Christine Fundone, entrambe insegnanti presso le scuole medie statali di Oulx, vivono a Jouvenceaux, frazione di Sauze d’Oulx e pur provenendo da cultura madre non occitana, avendo sposato due babilhâr (chiacchieroni, blasone degli abitanti di Jouvenceaux), si innamorano del paese adottivo e si impegnano in campo culturale e associativo per valorizzare il patrimonio tradizionale, artistico e linguistico del paese.
Pierina Vazon proviene da un’antica famiglia contadina originaria di Sauze d’Oulx, per molti anni gestisce l’osteria e la locanda della Croce Bianca che, fino alla fine degli anni Ottanta, rappresenta uno dei principali ritrovi tradizionali della popolazione locale. Negli ultimi anni di vita, la Vazon s’impegna in ricerche archivistiche e nella raccolta di immagini d’epoca e di oggetti della cultura materiale contadina con il proposito di scrivere una storia dell’Alta Valle di Susa e creare un museo etnografico, ma il suo lavoro è rimasto incompiuto e attende volenterosi continuatori.
Il lavoro delle tre autrici colma una lacuna sulla storia e sul territorio del paese alpino che ha subito una trasformazione radicale del paesaggio urbano, territoriale e socio-culturale nel corso del Novecento. In tale contesto, è dedicato ampio spazio alla storia dello sci e alle mutazioni economiche e sociali conseguenti allo sviluppo di questo sport.
Una parte dell’impegno delle tre scrittrici è dedicato al lavoro tradizionale, alla religiosità e alle abitudini della comunità contadina di Sauze d’Oulx ormai relegata nel ricordo. In questa parte del lavoro, numerosi sono i toponimi riportati spesso accompagnati da fotografie che ritraggono i luoghi in epoca precedente alla cementificazione del territorio.
La trascrizione dei toponimi è effettuata utilizzando la grafia dell’Escolo dou Po adottata dall’Atlante Linguistico del Piemonte Montano per il quale Christine Fundone ha compilato la tesi di laurea con la raccolta dei toponimi di Sauze d’Oulx e Jouvenceaux che, purtroppo, rimane a tutt’oggi inedita. Con la stessa grafia sono riportati diversi vocaboli, proverbi e modi di dire, quali: Boun zhou, boun an, dounam unë couronnë sla man (Buon giorno, buon anno, datemi una pagnotta sulla mano), mentre sono ripresi con la grafia originaria alcuni brani di Duccio Eydallin tratti da El Sauŝe d’ûn viaje.
Tra i lemmi riportati segnaliamo per la loro particolarità:
lou zhovria - i giorni feriali;
boo dou bourë - pianta di cui era utilizzata la corteccia, la rushia, per tingere i drappi di lana;
laz eshinzha - letteralmente gli scambi ma erano indicate con questo termine le giornate di turno al pascolo a governare le mucche;
lâ balhoura - festa per la demonticazione: in autunno, di ritorno dall’alpeggio, si organizzava una cena per festeggiare la fine della stagione del pascolo alto;
shambrë menazhira - camera fresca e asciutta utilizzata per deposito di alimenti e semenze;
nishia - dispetto bonario fatto a fine di corteggiamento;
batizëlha - tradizione di onorare la nascita di Gesù, dopo la messa di mezzanotte, con la famiglia riunita a consumare una tazza di caffelatte o cioccolata;
lȃ feizella - sagome di paglia avvolta attorno ad un bastone che si bruciavano al termine delle feste carnascialesche la sera della diamanzhë gralhë, la prima domenica di Quaresima che segnava la fine del carnevale, secondo il calendario ambrosiano;
tënëbra - raganelle utilizzate nelle funzioni religiose durante la Settimana Santa.
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