Durata: 2' 47''
Area/luogo: Paesana - Borgata Calcinere , Valle Po
Partecipanti: Crespo Enrico
Descrizione: Il testimone ci racconta la sua passione e la sua esperienza di musicista e di cantore popolare.
Il testimone ci parla della sua esperienza musicale come suonatore di scacciapensieri e cantore (lui in verità con molta modestia non si qualifica come suonatore) e lo fa nella parlata di Ferrere di Paesana, una delle ultime borgate del paese della media Val Po verso l’alta valle. Si tratta di una varietà che di transizione tra il piemontese rustico, con il quale condivide i tratti più importanti, e l’occitano con il quale condivide alcuni tratti conservativi che l’alto piemontese della pianura ha generalmente abbandonato. È una situazione che ritroviamo lungo tutta l’area di transizione tra le varietà piemontesi e quelle occitane, tra il Pinerolese e la Val Vermenagna.
Tra i tratti che queste varietà di transizione condividono con le parlate occitane, l’uscita degli infiniti dei verbi della prima coniugazione in -à: sounà ‘suonare’, cäntâ ‘cantare’, nonché alcune desinenze verbali, come la seconda persona dell’indicativo in -s: cäntës ‘canti’, ìntres ‘entri’ o la terza plurale, qui dell’imperfetto, cäntàvën ‘cantavano’.
Come in gran parte dell’alta Val Po e nelle parlate di Sanfront e Rifretto, notiamo l’esito di à davanti a nasale che qui risulta centralizzato: bastänsa ‘abbastanza’, grän ‘grande’, piän piän ‘pian piano’, tënte ‘tante’, cäntës ‘canti’.
Caratteristica della parlata sono i plurali dei participi passati dei verbi della prima coniugazione: genai ‘imbarazzati’, dal verbo genà, sugnàie ‘suonate’, dal verbo sounà ecc.
Molto particolare è il pronome nouzeiti, quasi una sintesi dell’incontro tra le varietà occitane – che hanno nouzaouti (o nouziaouti a Ostana) con -z- conservata da nous – e nuieiti, forma rustica dove la a auti passa a e per influsso metafonetico della -i finale.
Si notino infine i fenomeni di raddoppiamento fonosintattico nel caso di falle ‘far-le’ dove, verosimilmente, la caduta di -r dell’infinito ha innescato l’allungamento di l; le doppie postoniche qui sono ben attestate, come mostra anche la forma vitta ‘vita’.
commenta