italiano

Durata: 3' 11''

Area/luogo: Bobbio Pellice, Valle Pellice

Partecipanti: Luca Charbonnier

Descrizione: L'intervistato ci racconta la sua vita di margaro e la produzione del formaggio locale "Lou Saras d'er Fen".


Il testimone filmato in questo video, mentre prepara il seras del fen, una particolare ricotta conservata nella festuca secca, è originario di Bobbio Pellice. Bobbio è il comune che sorge in fondo all’alta Val Pellice, al confine con il Queyras francese; qui l’occitano nella forma locale è ancora vitale grazie al fatto che molti hanno continuato con l’allevamento su scala locale e praticando la monticazione con regolarità. Le varietà della Val Pellice, sebbene siano spesso considerate insieme a quelle settentrionali, come parte di un gruppo “valdese”, in verità per più di un aspetto si collocano in una posizione di transizione tra queste (quelle delle valli Germanasca, Chisone e Susa) e quelle centrali (tra la Val Po e la Valle Stura).

Nel video possiamo notare come, in alta val Pellice, i sostantivi femminili presentino l’uscita in -a al singolare, così come accade in alcune altre località del cuneese, ma al contrario dell’esito occitano più tipico, che chiude la -a atona finale in -o: sentiamo dunque toumma, primma, e non toummo, primmo. Al plurale, invece, i sostantivi femminili della prima classe presentano la desinenza -e: ma fìe. Questo esempio ci permette peraltro di notare come la marca del plurale non sia distribuita sull’intero sintagma, ma soltanto sul nome: il determinante (in questo caso l’aggettivo possessivo, ma anche l’articolo) è lo stesso per il singolare e per il plurale: una de ma fije. 

Se ci concentriamo sui verbi, possiamo invece notare che la varietà di Bobbio esprime la necessità con il ricorso alla forma chà (cha rëstâ, cha beicase), in continuità con le valli del Cuneese e a differenza di quanto accade in val Germanasca (dove si usa ëntò, come in piemontese); notiamo anche il verbo pouiâ, “salire”, che si usa soprattutto nell’accezione di “salire all’alpeggio” – da cui il titolo della Fira d’ la Pouià, la celebre fiera che si svolge ancora oggi in primavera nel comune per l’avvio della stagione del pascolo in altura. 

Bobbio Pellice è stato punto di indagine dell’Atlas Linguistique de la France nel 1900. Altre località della Valle oggetto di indagine sono state Angrogna, per l’Atlante Linguistico Italiano, nel 1937, e Villar Pellice per l’Atlante Linguistico ed Etnografico del Piemonte Occidentale, negli ultimi decenni del XX secolo. Una sintetica descrizione della morfologia delle varietà dell’alta Valle è stata pubblicata nel 2007, con il titolo L’occitano dell’alta Val Pellice. Studio morfologico. Nel 2012 ha visto la luce un dizionario relativo alle parlate di Angrogna intitolato Lou courousét e la furmìa, realizzato da Jean-Louis Sappé.