italiano

Durata: 3' 50''

Area/luogo: Bobbio Pellice, Valle Pellice

Partecipanti: Marita Cocco

Descrizione: L'intervistata ci racconta della sua vita in montagna in quanto moglie di un margaro, che quindi passa le estati in alpeggio, e curatrice per il fuoco di Sant'Antonio


La testimone racconta della sua vita in alpeggio – il marito è malgaro, come molti a Bobbio Pellice – e del suo dono particolare che consiste nella capacità di “soffiare” il fuoco di Sant’Antonio, lou fùic sarvagge ‘il fuoco selvatico’, vale a dire la capacità di scacciare con il soffio e qualche rituale che le è stato insegnato, l’Herpes Zoster; è questo un dono che le è stato passato dalla nonna. La sua parlata è quella di Bobbio Pellice, comune dell’alta Val Pellice, dove l’occitano nella forma locale è ancora vitale grazie al fatto che molti hanno continuato con l’allevamento su scala locale e praticando la monticazione con regolarità. Le varietà della Val Pellice, sebbene siano spesso considerate insieme a quelle settentrionali, come parte di un gruppo “valdese”, in verità per più di un aspetto si collocano in una posizione di transizione tra queste (quelle cioè delle valli Germanasca, Chisone e Susa) e quelle centrali (vale a dire quelle tra la Val Po e la Valle Stura).

Le varietà occitane della Val Pellice conoscono il dittongamento delle vocali medie posteriori: fùic ‘fuoco’, ma non quello delle anteriori: vélh (anziché vielh) ‘vecchio’. Compare anche il suono eu che ritroviamo in tutte le varietà settentrionali: veulha ‘voglia’, feulha ‘fuoco’. Come si può notare, il suono lh tipico delle varietà settentrionali, qui è conservato.

Nelle varietà occitane della Val Pellice nomi e aggettivi originariamente terminanti in -a non presentano -o analogamente a quanto accade in altre località (ad esempio ad Argentera e Sambuco, in Valle Stura, a Crissolo in Val Po). 

A livello morfosintattico, nomi e aggettivi maschili rimangono invariati al plurale e l’indicazione del numero è affidata al solo articolo), mentre per quanto riguarda i femminili, la -a finale passa a -e, mentre l’articolo rimane invariato: la vacche ‘le vacche’. A Bobbio Pellice si conserva traccia del plurale sigmatico nell’articolo in forme come z’abëlhe ‘le api’.

Per quanto riguarda i pronomi clitici soggetto, queste varietà hanno una serie molto ricca che nel caso di Bobbio Pellice può dirsi completa, infatti è presente anche la prima persona, qui ad esempio: a soufiou ‘soffio’.

Bobbio Pellice è stato punto di indagine dell’Atlas Linguistique de la France nel 1900. Altre località della Valle oggetto di indagine sono state Angrogna, per l’Atlante Linguistico Italiano, nel 1937, e Villar Pellice per l’Atlante Linguistico ed Etnografico del Piemonte Occidentale. Una sintetica descrizione della morfologia delle varietà dell’alta Valle è stata pubblicata nel 2007, con il titolo L’occitano dell’alta Val Pellice. Studio morfologico. Nel 2012 ha visto la luce un dizionario relativo alle parlate di Angrogna intitolato Lou courousét e la furmìa, realizzato da Jean-Louis Sappé