Durata: 3' 27''
Area/luogo: Villar Pellice, Valle Pellice
Partecipanti: Katia Monnet, Silvana Barolin
Descrizione: Testimonianza di due giovani allevatori che lavorano in alpeggio, tra le difficoltà e le soddisfazioni di una vita a contatto con la natura.
Le testimonianze sono state raccolte in Alta Val Pellice, all’alpe Giulian su Bobbio Pellice, uno dei numerosi ancora frequentati da allevatori della Valle. Qui, in particolare, i giovani pastori raccontano della loro attività e, soprattutto, della passione che la lega alla tradizione di famiglia.
La parlata della giovane testimone è quella di Villar Pellice, molto simile a quella di Bobbio Pellice. Insieme a quella di Angrogna, sebbene siano spesso considerate insieme a quelle settentrionali, come parte di un gruppo “valdese”, per più di un aspetto si caratterizzano per essere varietà di transizione tra le varietà più propriamente settentrionali (quelle delle valli Germanasca, Chisone e Susa) e quelle centrali (vale a dire quelle delle valli comprese tra la Val Po e la Valle Stura).
Dal punto di vista fonetico, possiamo notare l’esito del dittongo atono ai che passa a ei e poi si chiude in i lasciando traccia di un allungamento: mîzoun ‘casa’
Il sistema dei possessivi presenta la serie atona per gli aggettivi in posizione prenominale: moun paire ‘mio padre’, ma maire ‘mia madre’, moun fraire ‘mio fratello’.
I pronomi clitici soggetto sono presenti: tu vee lou travai ‘vedi il lavoro’.
Dal punto di vista lessicale, si nota l’avverbio len ‘giù’ usato anche nell’espressione su e len ‘su e giù’. Tra gli avverbi è notevole anche mai ‘più’ che alterna con pi: lai l’anava pa mai ben ‘là non andava più bene’; è questo un elemento che unisce queste varietà a quelle più meridionali e le differenzia da quelle settentrionali. Notiamo ancora il verbo salhî ‘uscire’: lou soulei a sai ‘il sole sorge’ e il verbo difettivo cha ‘bisogna’: cha fa atansioun ‘bisogna fare attenzione’, anche questo come l’avverbio mai collega la varietà a quelle centrali.
Villar Pellice è stato punto di inchiesta dell’Atlante Linguistico ed Etnografico del Piemonte Occidentale negli anni ’80; altre località punti indagati dagli atlanti linguistici sono Bobbio Pellice, per l’Atlas Linguistique de la France nel 1900 e Angrogna, per l’Atlante Linguistico Italiano, nel 1937. Una sintetica descrizione della morfologia delle varietà dell’alta Valle è stata pubblicata nel 2007, con il titolo L’occitano dell’alta Val Pellice. Studio morfologico. Nel 2012 ha visto la luce un dizionario relativo alle parlate di Angrogna intitolato Lou courousét e la furmìa, realizzato da Jean-Louis Sappé
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