Area/luogo: Roaschia, Valle Gesso |
Durata: 5:37-8:57 (tot 3:20) |
Partecipanti: Mario Fantino |
Autore e anno: Daniele Landra, 2011 |
Descrizione: L’informatore racconta la vita ed alcuni episodi della Roaschia di quando era piccolo, tutto raccontato nella lingua del luogo. |
Roaschia si trova in un vallone laterale della Valle Gesso e le sue alture segnano il confine con Vernante in Valle Vermenagna.
In questa testimonianza, Mario Fantino racconta episodi della vita del paese risalenti alla sua infanzia, tra gli anni ’50 e ’60 del Novecento.
Dal punto di vista linguistico, le varietà della Valle Gesso, insieme a quelle dell’alta Val Vermenagna, si possono raggruppare in un insieme occitano cisalpino meridionale.
Quella di Roaschia, in particolare, è la più conservativa di questo gruppo in relazione ad alcuni fenomeni fonetici e morfologici, come il mantenimento della -r dell’infinito dei verbi (taiar ‘tagliare’, mangiar ‘mangiare’, drumir ‘dormire’ ecc.) – e in generale la morfologia verbale presenta forme delle valli occitane più conservative, es.: scouteian ‘ascoltavamo’ –, o la presenza del plurale sigmatico nei sostantivi e aggettivi femminili in -a (boùchës ‘labbra’, oùrës ‘ore’, famihës ‘famiglie’ ecc.).
Caratteristico è poi l’esito è di ai: lèt ‘latte’ per lait (taiarin e lèt ‘tajarin e latte’), mè ‘più’ per mai (li mè jouve ‘i più giovani’), che ritroviamo anche in bassa Val Vermenagna, a Robilante e Roccavione, e in Val Gesso.
Una particolarità della parlata dell’informatore, molto rapido nell’eloquio, è rappresentata dall’impiego di alcuni termini in cui occorre la metafonia, diffusa nelle varietà arcaiche di piemontese del Cuneese, per cui abbiamo alcune o che nei plurali maschili (anticamente terminanti in -i) diventano eu: cheut ‘bambini, piccoli’ da chot, eumi ‘uomini’ da ome, leunc ‘lunghi’ da lonc, ma anche è da a: tenti ‘tanti’.
Notiamo infine la presenza dei pronomi soggetto atoni obbligatori alla terza persona, come in i arzentava l’asjeulla ‘sciacquava la scodella’, ar la butava ‘la metteva’, qui con rotacismo di l da al.
Pur non essendo punto d’inchiesta di nessun atlante, né potendo contare su un dizionario della parlata locale, Roaschia è stata oggetto d’interesse dei linguisti sin da inizio Novecento, quando Salvioni vi ha dedicato un importante saggio. Sono inoltre diverse le pubblicazioni di carattere antropologico che descrivono l’antagonismo e la cooperazione tra pastori e contadini, e vi sono alcune raccolte del gergo dei gratta (i pastori).
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