Nel cuore delle valli alpine, ai tempi delle incursioni dei Saraceni provenienti dalla Provenza, si ergeva un antico monastero, la Prevostura di San Lorenzo a Oulx. Qui, due monaci di straordinaria fede, San Giusto e San Flaviano, rimasero con coraggio, amministrando i beni e prestando soccorso ai fedeli locali e ai viandanti.
Ma quando la furia saracena divenne insostenibile, i due santi furono costretti a cercare riparo. La leggenda narra che si rifugiarono sui monti di Beaulard, in una grotta che divenne il loro santuario. Fu proprio lì, in quel rifugio rupestre che oggi porta il nome di Chiesa di San Giusto, che accadde un evento miracoloso.
San Giusto, cercando un punto elevato per vegliare sulla valle, si arrampicò su un imponente larice a sette punte, un albero così maestoso e antico da sembrare un guardiano della montagna. Ai piedi di questo larice sacro, dalla roccia della grotta, fece sgorgare una fonte di acqua cristallina e miracolosa, che dissetava e donava speranza a chiunque ne bevesse.
Un giorno, nei pressi del pilone votivo dedicato a Santa Chiara, ai due monaci apparve un angelo. Il messaggero celeste li avvertì di una sanguinosa persecuzione che stava mietendo vittime tra i cristiani di Oulx. Senza esitazione, e con un coraggio incrollabile, Giusto e Flaviano decisero di tornare in città, per condividere il martirio con il loro popolo. La tradizione racconta che San Giusto fu decapitato e divenne un santo cefaloforo, vale a dire, dopo la decapitazione, egli raccolse la propria testa. Il suo corpo, gettato in un pozzo e ricoperto di pietre, fu il sacrificio estremo di una vita dedicata alla fede.
Il larice a sette punte di Beaulard, tuttavia, non fu dimenticato. Si racconta che alcuni anni dopo il martirio di San Giusto, un uomo, incurante della sacralità dell'albero, osò abbatterlo. La sua empietà ebbe conseguenze terribili: tutti i suoi figli morirono in giovane età, e la sua famiglia fu per sempre segnata da una maledizione che si tramandò di generazione in generazione.
I resti di San Giusto, inizialmente sepolti a Oulx, furono poi trasferiti tra il 1027 e il 1029 nella chiesa di Susa, che in seguito divenne la Cattedrale, per volere del Marchese Manfredi. Questo trasferimento riconobbe ufficialmente il suo martirio e la sua santità; una storia intrisa di fede, sacrificio e un tocco di mistero alpino, continua a risuonare tra le valli di Beaulard e Oulx.

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