Nella giornata del 17/01/2023 con atto pubblico è stato costituito il “Comitato pro zona franca “extradoganale Valle di Susa” .
Come si legge nell’atto consuntivo: “la costituzione è finalizzata all’istituzione di una zona franca extradoganale per lo sviluppo dell’economia in Val Susa, nel territorio compreso tra i comuni di Avigliana e Sestriere ...”
“… Il Comitato non ha fini di lucro ed il suo scopo è quello di promuovere la costituzione di una zona franca extradoganale in Valle di Susa. A tal fine, il Comitato si propone di tutelare il territorio della Valle di Susa, che sta vivendo una lenta agonia, con le nuove generazioni costrette a vivere in un'area da anni totalmente deindustrializzata, trasformata dalle molteplici infrastrutture non utili e assolutamente prive di ogni ricaduta costi/benefici sui residenti. Il Comitato intende quindi tutelare e salvaguardare tutte le attività esistenti, oltre che promuovere e valorizzare anche le attività innovative delle piccole e medie imprese ancora presenti in valle. Il Comitato è aperto a chiunque (aderente), persona fisica e giuridica, che ne faccia richiesta, senza alcuna discriminazione di razza sesso, fede religiosa, o altro…”
“… Il Comitato è indipendente da qualsiasi altra associazione, Comitato, circolo, partito politico”
Spiega il presidente Narciso Valerio: “dopo un ciclo economico caratterizzato dalle grandi strade napoleoniche e dal primo Traforo del Fréjus sono subentrati periodi in cui la struttura economica si è fatta progressivamente più debole. Il risultato è una deindustrializzazione che negli ultimi trent’anni ha prodotto effetti durissimi, aggravati da una progressiva delocalizzazione di un tessuto produttivo un tempo una eccellenza a livello nazionale nel territorio transfrontaliero e nel Brianzonese, complice anche un costo dell’energia che è del 25% inferiore rispetto al Piemonte”.
“Il Pil pro capite – ha ricordato ancora Marin – è inferiore ai 15.000 euro, tanto che la Valle è stata riconosciuta come area depressa della Regione Piemonte, senza che i grandi investimenti infrastrutturali invertissero questa tendenza. In questo quadro si inserisce l’azione del Comitato “Pro Zona Franca Extradoganale Valle di Susa”, che da mesi si riunisce quasi settimanalmente per chiedere iniziative concrete volte alla sua rinascita”.
In effetti se si frequenta l’alta valle sono numerose le attività commerciali che espongono il simbolo del Comitato e dichiarano apertamente la loro adesione, lamentando che la pressione fiscale in queste aree è davvero opprimente per le piccole e medie imprese del territorio montano. Un’iniziativa che ha tutta l’aria di essere trasversale, che tocca cittadini, imprese, e amministratori, infatti, sono numerosi i comuni che hanno aderito al Comitato: Sauze d’Oulx, Sestriere, Susa, Bussoleno, Mattie… e come precisato dal presidente, è libero da ogni partito o ideologia. Spiega Narciso Valerio: “noi del Comitato abbiamo interpellato tutti i partiti del territorio, via e-mail e telefonicamente; alcuni di essi non ci hanno degnato nemmeno di una risposta, mentre altri sono entrati in aperto conflitto con l’iniziativa. Costoro renderanno conto della loro posizione di fronte ai cittadini della valle”.
Tuttavia l’appello della valle è arrivato fino in regione Piemonte, dove la Giunta Regionale assieme agli Assessori competenti, con l’ordine del giorno del 30 - 05 - 2023, dichiara il proprio impegno a sensibilizzare il Governo nazionale affinché valuti l’istituzione di una zona franca nelle aree territoriali della Valle di Susa, o in subordine ogni provvedimento utile al fine di consentire a questa area geografica – di fondamentale importanza per i collegamenti tra i paesi europei – di risollevarsi dallo stato di crisi economica in cui versa da tempo, dando anche il giusto riconoscimento ai sacrifici, umani ed economici, compiuti nel tempo dai suoi cittadini. Ad oggi il Comitato ha riscontrato simpatie anche da altre valli del Piemonte che hanno deciso di unirsi alle richieste avanzate dal Comitato, come ad esempio la val d’Ossola, e ciò ha portato il Comitato a riflettere sulla condizione socio-politica di tutto il territorio montano del Piemonte, riscontrando problematiche similari in tutte le valli. Questo tipo di riflessione, spiega ancora il signor Narciso, “ci porta a considerare la nascita di una forza politica che possa ascoltare le problematiche delle valli del Piemonte”. I cittadini delle montagne non hanno una rappresentanza politica poiché il bacino elettorale di questo territorio è poco numeroso e ciò porta a non prendere in considerazione le problematiche della montagna da parte dei centri amministrativi che sono in pianura. Se si guarda alle Alpi occidentali possiamo rilevare che la loro lunga storia di autogestione amministrativa e delle risorse ha portato queste terre a possedere specificità a ogni livello: da quelle socio-economiche a quelle produttive, da quelle storico-culturali a quelle linguistiche. Esattamente come la Valle d’Aosta o le province di Trento e Bolzano le valli del Piemonte sono abitate da minoranze storiche, che siano esse linguistiche (occitane, francoprovenzali, walser), religiose (valdesi), economiche (le poche aziende che resistono in paesi quasi deserti e che danno un servizio essenziale ai cittadini) necessitano ad oggi di poter essere rappresentate a livello politico ed essere messe in una condizione di equità di fronte alle aree più avvantaggiate della pianura. Che rinascano nel prossimo futuro gli Escartons o una nuova rappresentanza politica che porti le valli a un’autonomia o a una defiscalizzazione?
Sarebbe in linea con la storia naturale di questi territori, in linea con l’Europa dei popoli che vorremmo e, noi che viviamo quassù e che, minoranza in un modo o nell’altro lo siamo, tutto questo è ciò che ci auspichiamo da molto tempo. Seguiremo queste nuove iniziative con interesse.
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