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Nòvas n.246 Novembre 2024

Essere esseri pensanti: la lingua ladina di Stefen Dell’Antonio “Monech” al Premio Ostana 2024

Èsser d’èssers pensants: la lenga ladina de Stefen Dell’Antonio “Monech” al Prèmi Ostana 2024

di Andrea Fantino

Essere esseri pensanti: la lingua ladina di Stefen Dell’Antonio “Monech” al Premio Ostana 2024
italiano

La lingua e il rapporto con la montagna, la letteratura, la musica, il teatro: il Premio Minoranze Storiche Linguistiche in Italia si racconta in un’intervista.

Lavoro al Premio Ostana dal 2016. Ho sempre documentato quel che accade in quelle belle giornate di giugno nella Borgata Miribrart, ma da quando insieme a Ines Cavalcanti della Chambra d’Oc abbiamo deciso di realizzare interviste video approfondite ad ognuno dei nostri premiati… quelle giornate sono cambiate, è come se avessero un colore diverso. Prima seguivo ogni incontro pubblico, ogni conversazione portata avanti con i tutor nel salone de Lou Pourtoun. Negli ultimi tre anni mi sono invece ritrovato ad ascoltare gli autori, sì, ma a tu per tu, con l’aiuto di un mediatore linguistico quando necessario, nel salotto di casa Zoli-Manaresi, che non smetteremo mai di ringraziare per l’ospitalità, per “sopportare” l’invasione di un vero e proprio set (ripieno di attrezzature) nei loro spazi domestici.

Il colore delle giornate è diverso perché conosco gli autori in modi e momenti diversi rispetto al pubblico. Da una parte mi capita di accedere più velocemente alla dimensione privata del pensiero e della creazione degli autori e alle idee che hanno intorno alla promozione delle minoranze linguistiche. Dall’altra mi ritrovo a conoscere questi autori quando il pubblico non li ha ancora conosciuti, o al contrario, mi capita di conoscerli in ritardo, quando tutti già sanno chi sono. È questo il caso di Stefen Dell’Antonio “Monech”. L’appuntamento pubblico con l’autore ladino, Premio Minoranze Linguistiche Storiche in Italia, era previsto venerdì 29 giugno, alle ore 10:00, il primo della giornata. Io ero con Yalmar Destefanis e Aldo Canestrari, impegnati ad intervistare Firat Cewerî, lingua curda, Premio Internazionale. Nella pausa pranzo più persone mi si avvicinano e mi dicono che l’incontro con “Monech” li ha sorpresi, non solo per le capacità strettamente autoriali, ma per la peculiarità del suo sguardo, per l’abilità nello scegliere un punto di osservazione originale e sincero sulla sua lingua e sul territorio che abita, la Val di Fassa. Seguite i links qui sotto e andate a gustarvi l’intervista e il momento della ricezione del Premio Ostana 2024, e capirete cosa intendo. Nell’intervista, divisa in otto capitoletti, si parla della lingua ladina e del suo “stato di salute”, del futuro della lingua, dell’anima ladina, della standardizzazione linguistica, di letteratura, musica e teatro, della rilevanza del Premio Ostana per tutte le lingue madri. Stefen Dell’Antonio legge inoltre due suoi brani, inseriti nell’antologia dell’edizione 2024: “Il campo d’orzo” e “La lezione di ladino”. Sono tanti i temi affrontati. Ma se dovessi fare una scelta, se dovessi esprimere una preferenza, vi suggerirei di rimanere ben attenti quando compare il titolo “Essere un uomo di montagna, oltre il turismo”. Lo scrittore ladino riflette sul suo essere “uomo dei monti”, un uomo cresciuto in quelle che nei proclami spesso vengono definite “le valli più belle del mondo”, all’ombra delle Dolomiti.

Interrogarsi, riflettere sull'abitare in un contesto montano è importante al giorno d'oggi, perché le montagne sempre di più rischiano di diventare il luna park "non sostenibile" delle grandi città, nonostante esistano politiche territoriali che provano a ragionare su un sistema territoriale diverso, capace di unire le aree metropolitane alle terre alte nella cosiddetta "metromontagna" (in tal senso si vedano le pubblicazioni del gruppo "Riabitare l' Italia"), ragionando su territori che hanno in comune molto più di quello che pare, a partire dalla necessità di servizi efficienti e facilmente raggiungibili.
In un mondo in cui a Firenze e a Barcellona compaiono le scritte sui muri "No al turismo!" e "Tourists not welcome!" e a Venezia si pensa ad un biglietto-ingresso per visitare il centro, Stefen Dell'Antonio lancia un forte e sentito appello a chi vive e lavora nelle sue terre trentine, perché quel che in ambito internazionale viene chiamato "overtourism" può essere un vero pericolo da cui è necessario difendersi senza ulteriori indugi. Le parole di "Monech" sono le parole sì di un uomo di montagna, ma anche di un uomo ladino, di un uomo che ama la sua lingua madre e la sua terra madre e che, come ogni nativo in ogni angolo del mondo, non può che alzarsi in piedi e parlare quando il futuro del luogo che abita è minacciato dalle logiche di un mercato onnipotente e impietoso verso gli equilibri ecosistemici che da sempre legano le comunità ai loro paesaggi. Ancora una volta le lingue madri rivelano qualcosa che nel discorso "mainstream" di solito viene occultato o al limite messo da parte per difendere un bene comune di volta in volta difficilmente identificabile.

Il suo appello è dunque accorato, coraggioso, e non posso fare altro che condividerne un estratto, ringraziandolo per la sua onestà intellettuale e, senza dubbio, politica:

In Val di Fassa, abbiamo troppo, è tutto troppo, troppi numeri, la gente è numeri, il lavoro è numeri, i letti sono numeri, è tutto un numero. In Valle Po spero vivamente che ci siano più contatti umani e che il turismo non si sia preso tutto e tutti. In Val di Fassa e in tutta l’area ladina dolomitica, una tra le terre più belle del mondo, Patrimonio dell’umanità Unesco, un tempo si diceva che il turismo portava da vivere… ma al giorno d’oggi penso che il turismo stia portando la morte. Porta la morte, non quella fisica, ma porta la morte del pensiero, della creatività, della comunicazione, della poesia, dell’ambiente, dell’acqua, dell'aria e della neve. Porta la morte un po' alla volta, quella morte cerebrale che ti porta a non esserci più, neppure da vivo.

Con questo voglio dire che essere un uomo di montagna oggi, significa prima di tutto essere obiettivi: guardare e vedere, ascoltare e sentire, essere prima di tutto, esseri pensanti, pensare chi siamo, dove stiamo andando e che cosa stiamo facendo oggi con le montagne e con la terra”.

Intervista a Stefen Dell’Antonio “Monech” Premio Ostana 2024, Lingua Ladina, Italia

https://youtu.be/uqpT5FeFQiI

Stefen Dell’Antonio “Monech” riceve il Premio Ostana 2024, Premio Minoranze Storiche Linguistiche in Italia

https://youtu.be/ywGhTCBtdqk

occitan

La lenga e lo rapòrt abo la montanha, la leteratura, la música, lo teatre: lo Prèmi Minoranças Estòricas Linguísticas en Itàlia se racònta dins n’entervista.

Travalho al Prèmi Ostana dal 2016. Ai sempre documentat çò que aven dins aquelas bèlas jornadas de junh dins la ruaa de Miribrart, mas da quora ensema a Ines Cavalcanti de la Chambra d’òc avem decidat de realizar d’entervistas video aprofondias a chascun di nòstri premiats… aquelas jornadas son chambiaas, es coma se auguesson un color diferent. Derant seguiu chasque encòntre públic, chasque conversacion menaa abo lhi tutor ental salon de Lou Pourtoun. Enti darriers tres ans, al contrari, me siu retrobat a escotar lhi autors, bò, mas morre a morre, abo l’ajut d’un mediator linguístic quora chalia, ental salòt de casa Zoli-Manaresi, que quitarèm jamai de rengraciar per lor ospitalitat, per “soportar” l’envasion d’un ver e pròpri set (borrat d’aisinas) dins lors espacis domèstics.

Lo color de las jornadas es diferent perqué conoisso lhi autors dins de manieras e de moments diferents respèct al públic. D’un cant m’arruba accèder pus rapidament a la dimension privaa dal pensier e de la creacion di autors e a las ideas que an a l’entorn de la promocion de las minoranças linguísticas. Da l’autre me tròbo a conóisser aquesti autors quora lo públic lhi a pas encà conoissuts, o al contrari, de conóisser-lhi en retard, quora já tuchi san qui son. Es aqueste lo cas de Stefen Dell’Antonio “Monech”. L’apontament públic abo l’autor ladin, Prèmi Minoranças Estòricas Linguísticas en Itàlia, era previst venre 29 de junh a 10h00, lo premier de la jornada. Mi ero abo Yalmar Destefanis e Aldo Canestrari, empenhats a entervistar Firat Cewerî, lenga curda, Prèmi Internacional. Dins la pausa per disnar pus de na persona s’avesina e me ditz que l’encòntre abo “Monech” l’a sorprés, ren per sas capacitat estrechament actorialas, mas per la singolaritat de son esgard, per l’abilitat ental ciérner un ponch d’observacion original e sincèr sus la lenga e sal territòri que àbita, la Val di Fassa. Seguetz lhi links aicí dessot e gustar-vos l’entervista e lo moment que receu lo Prèmi Ostana 2024, e capirètz çò que entendo. Dins l’entervista, divisa en uech capitolets, se parla de la lenga ladina e de son “estat de salute”, dal futur de la lenga, de l’ànima ladina, de estandardizacion linguística, de leteratura, música e teatre, de l’importança dal Prèmi Ostana per totas las lengas maires. Stefen Dell’Antonio en mai d’aquò les de siei tòcs, enserits dins l’antologia de l’edicion 2024: “L ciamp de orc” e “La lezion de ladin” Son un baron lhi tèmas afrontats. Mas se devéssem far na chausia, se devesse exprímer na preferença, vos suggeririu de restar ben atents quora apareis lo títol “Essere un uomo di montagna, oltre il turismo”. L’escritor ladin reflechís sus son èsser “òm da mont” un òme creissut dins aquelas que enti proclamas sovent veno definias “las valadas pus bèlas dal mond”, a l’ombra de las Dolomits.

S’interrogar, reflechir sus l’istar dins un contèxt de montanha es important al jorn d’encuei, perqué las montanhas riscon sempre de mai de devenir lo luna park “ren sostenible” de las grandas vilas, malgrat que existen de políticas territorialas que pròvon a rasonar sus un sistèma territorial diferent, capable d’unir las àreas metropolitanas a las tèrras autas dins aquela que se ditz “retromontanha” (dins aqueste sens se veen las publicacion dal grop “Riabilitare l’Italia”), en rasonant sai territòris que an en comun ben de mai d’aquò que semelha, a partir da la necessitat de servicis eficients e de bèl rejónher.

Dins un mond ente a Firenze e Barcelona apareisson las escrichas “No al turismo” e “Tourits not welcome!” e a Venècia se pensa a un bilhet d’intrada per visitar lo centre, Stefen Dell’Antonio Monech lança n’apèl fòrt e sentut a qui viu e travalha dins las tèrras dal Trentin, perqué çò que dins l’esfèra internacionala ven sonat “overtourism” pòl èsser un ver pericle dal qual chal defénder-se sensa bachilar. Las paraulas de “Monech” son de paraulas de n’òme, mas decò de n’òme ladin, de n’òme que ama sa lenga maire e sa tèrra maire e que coma qual se sie natiu dins qual se sie canton dal mond, pòl masque auçar-se en pè e parlar quora lo futur dal luec que àbita es menaçat da las lògicas d’un marchat omnipotent e despietós vèrs lhi equilibris ecosistèmics que da sempre lion las comunitats a lors païsatges. Encara un bòt las lengas maires revelon quarquaren que ental descors “mainstream” normalment ven estremat o al pus acairat per defénder un ben comun de bòt en bòt de mal identificar.


Son apèl donca es acorat, coratjós, e puei ren far d’autre que ne’n partatjar un tòc, en lo remerciant per sa onestat intellectuala e, sensa dúbit, política:


En Val di Fassa avem tròp, es tot tròp, tròp de numres, la gent es de numres, lo travalh es de numres, lhi liechs son de numres, es tot un numre. En Val Po espero vivament quel hi àbie pus de contacts umans e e que lo torisme se sie ren pilhat tot e tuchi. En Val di Fassa e en tota l’àrea ladina dolomítica, una de las tèrras pus bèlas dal mond, Patrimòni Mondial de l’Umanitat Unesco, un bòt se disia que lo torisme portava da viure… mas al jorn d’encuei penso que lo torisme iste portant la mòrt. Pòrta la mòrt, ren aquela física, mas pòrta la mòrt dal pensier, de la creativitat, de la comunicacion, de la poesia, de l’ambient, de l’aiga, de l’aire e de la neu. Pòrta la mòrt un pauc al bòt, aquela mòrt cerebrala que te pòrta a lhi èsser pus, nimanc da viu.

Abo tot aquò vuelh dir que èsser un òme de montanha encuei vòl dir derant tot èsser objectius; beicar e veire, escotar e sentir, èsser derant tot, d’èsser pensants, pensar qui siem, ente istem anant e çò que istem fasent encuei abo las montanhas e abo la tèrra”.



Entervista a Stefen Dell’Antonio “Monech” Prèmi Ostana 2024, Lenga Ladina, Itàlia

https://youtu.be/uqpT5FeFQiI



Stefen Dell’Antonio “Monech” receu lo Prèmi Ostana 2024, Prèmi Minoranças Estòricas Linguísticas en Itàlia

https://youtu.be/ywGhTCBtdqk




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