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Nòvas n.246 Novembre 2024

Minoranze in connessione - Il festival del Libro Bretone

Les minorités sont connectés - Festival du Livre en Bretagne

di Teresa Geninatti Chiolero

Minoranze in connessione - Il festival del Libro Bretone
italiano

Quello del 26 e 27 ottobre è stato un fine settimane importantissimo per il “Premio Ostana. Premio Scrittura in lingua madre”. Infatti in quei giorni, come ogni anno, si è tenuto a Carhaix, il “35 Gouel al levriù e Breizh”, il festival del libro Bretone e quest’anno ha visto una grande novità per il Premio Ostana, infatti Ines Cavalcanti, direttrice artistica del premio, è stata invita per presentare le attività collegate al Premio.

Carhaix è cittadina viva e frizzante vicino a Finistere: in ogni stagione, si svolgono eventi legati alla lingua e alle tradizioni bretoni che attraggono e coinvolgono sia la popolazione locale sia visitatori da tutt’Europa.

Dal 1989 Carhaix-Plouguer accoglie ogni ultimo fine settimana di ottobre il festival del libro Bretone, organizzato dal centro culturale locale: è il momento in cui si ha la possibilità di incontrare numerosi autori che scrivono esclusivamente in bretone, ma si possono anche conoscere traduttori, specializzati nel trasporre, in bretone i grandi best seller del mondo, e infine editori di ogni genere, in particolare per l’infanzia. Carhaix è una vera vetrina, è l’opportunità di dimostrare che esistono libri in lingua bretone e da quest’anno è anche l’opportunità di dimostrare che esistono libri e tante attività anche nelle altre lingue di minoranza, grazie alla filosofia sulla quale si basa questo festival: per far venire voglia di conoscere le lingue di minoranza, devi dire che esistono e quello che fanno, devi mostrare che ci sono autori, traduttori, musicisti, attori, attività e spettacoli: è necessario farlo sapere, comunicarlo al tutto il mondo.

Nel corso di queste due giornate, il Festival del Libro ha proposto numerose attività e incontri, a partire dal premio Carhaix City Novel Prize, con quattro romanzi in corsa, ma sono stati anche premiati autori per il “danevellù ti-kêr Karaez” (racconto in bretone) e il Langleiz (opera in lingua bretone). Non si contano poi le presentazioni di libri, dibattiti, spettacoli e persino la proiezione di film. Quindi l’essere invitati a questo salone per la “Chambra d’Óc” è stato un modo non solo per farsi conoscere, ma anche per conoscere persone che dedicano la propria vita e la propria attività alla cura e alla diffusione della propria lingua madre.

Tuttavia, ciò che ha reso ancora più speciale questo evento così lontano è stato che domenica 27 ottobre il “Premio Ostana è stato ufficialmente presentato con una conferenza stampa pomeridiana tutta dedicata al Premio e alla sua attività. Infatti per mostrare come opera il Premio, insieme a Ines Cavalcanti, è stato invitato anche uno dei premiati di quest’anno Jayde Will, scrittore e traduttore dalla lingua Letgalla, che ha portato la sua testimonianza viva circa ciò che avviene nei giorni del Premio.

Si è trattato di un momento veramente importante e fondamentale nella storia del Premio Ostana, perché, come ha sottolineato Ines stessa in una breve intervista, questo invito ha rappresentato la prima volta in cui il Premio è stato ufficialmente invitato a partecipare ad una conferenza stampa, alla presenza anche di un premiato: è un grande risultato, perché, se da un lato, è vero che “Chambra d’Óc”, per quanto concerne il “Premio Cinema”, collabora già da molto tempo con il sardo “Babel Film Festival” (il primo concorso cinematografico internazionale destinato alle produzioni cinematografiche che raccontano le minoranze), dall’altro lato l’aver creato un legame, una rete con questo salone del libro, quindi con una grande minoranza, come è quella bretone, è stato un grande onore, oltre che un evento importante, nell’ottica di un più ampio discorso che vede tutte le lingue di minoranze impegnate.

Infatti tutte le lingue di minoranza del mondo corrono il grave pericolo di sparire, tutte le lingue: è necessario che tutte insieme, creando rete e collaborando tra loro, insieme, si adoperino per cambiare la mentalità collettiva, sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale, tutte congiuntamente. Per poter vedere il cambiamento nella considerazione delle lingue di minoranza è necessario unirsi, lavorare insieme, collaborare e cooperare, perché da soli, ognuno per la propria minoranza, non si ottiene nulla, non si va da nessuna parte. Per cambiare la mentalità collettiva è necessario che tutte le minoranze e tutti coloro che combattono per la salvezza della propria minoranza, si uniscano, concentrino coralmente i propri sforzi per crescere nuove generazioni attaccate al proprio territorio, legate indissolubilmente alla propria lingua.

Questa è la filosofia sulla quale si basa il “Premio Ostana. Premio Scrittura in lingua madre”, questo è il messaggio portato da Ines Cavalcanti e Jayde Will al salone bretone, questo è anche il “bottino”, portato a casa dopo questi due giorni intensi di conoscenze e scambi: un forte legame, un consolidamento della rete di lavoro con la minoranza bretone.

Questi due giorni hanno portato a stringere le maglie della rete tra minoranze, a creare un gradino in più verso l’impegnativo proposito di unione tra le minoranze. Un altro piccolo, grande passo è stato fatto e chissà che tra le tante persone molto interessanti incontrate non si nasconda qualche premiato di qualche prossima edizione?

Français

Les 26 et 27 octobre ont été un moment très important pour le « Prix Ostana », un grand Prix ​​d'écriture pour les langues maternelles ». En effet, comme chaque année, le festival du livre breton, appelé les "35 Gouel al lévrier et Breizh", s’est tenu à Carhaix avec en plus au programme une grande innovation pour le Prix Ostana, en effet Ines Cavalcanti, directrice artistique du prix, a été invitée à présenter le Prix dans son ensemble.

Carhaix est une ville animée du Finistère : à chaque saison ont lieu des manifestations liées à la langue et aux traditions bretonnes qui attirent et impliquent aussi bien la population locale que les visiteurs venus de toute l'Europe.

Depuis 1989, Carhaix-Plouguer accueille le dernier week-end d'octobre la fête du livre breton, organisée par le centre culturel local : c'est l'occasion pour découvrir de nombreux auteurs qui écrivent exclusivement en breton, mais aussi on peut rencontrer des traducteurs, spécialisés dans les grands best-sellers mondiaux en breton, et enfin des éditeurs de tous genres, notamment pour la jeunesse. Carhaix est une véritable vitrine du livre et c'est l'occasion de démontrer que les livres existent en langue bretonne. Depuis cette année c'est aussi l'occasion de montrer que des livres ainsi que de nombreuses activités existent aussi dans d'autres langues minoritaires, grâce à la philosophie de ce festival : bien sur pour donner envie de connaître les langues minoritaires, il faut dire qu'elles existent et expliquer ce qu'elles font, il faut montrer qu'il y a des auteurs, des traducteurs, des musiciens, des comédiens, des activités et des spectacles : il faut les faire connaître et le communiquer au monde entier.

Ainsi durant ces deux jours, la Fête du Livre a proposé de nombreuses rencontres, à commencer par le Prix du roman de la ville de Carhaix, avec quatre romans en lice, mais aussi des auteurs qui ont été primés pour le "danevellù ti-kêr Karaez" (nouvelle en breton) et le Langleiz (ouvrage en breton). Sans oublier bien sur les présentations de livres, les débats, les spectacles ou encore les projections de films. Pour la "Chambra d'Óc", le fait d’être invité, à ce salon était une façon non seulement de se faire connaître, mais aussi de rencontrer des personnes qui consacrent leur vie et leurs activités au thème et à la diffusion de leur langue maternelle. Mais ce qui a rendu cet événement encore plus spécial, c'est que le Prix Ostana a été officiellement présenté durant un après-midi entièrement consacré au Prix et à ses activités, dimanche 27 octobre avec une conférence de presse. En effet, pour découvrir comment fonctionne le Prix, Ines Cavalcanti a invité Jayde Will, écrivain et traductrice en langue letgalla, lauréate de l’année, qui a apporté son témoignage en direct sur le Prix Ostana.

Il s’agit d’un moment certainement important dans l'histoire du Prix Ostana, car, comme Inès elle-même l'a souligné dans une courte interview, cette invitation représentait une toute première, c’est-à-dire que le Prix Ostana était officiellement invité à participer à une conférence de presse, en présence d'un lauréat. C'est un beau résultat, d'une part, il est vrai que "Chambra d'Óc", en ce qui concerne le "Prix Cinéma", collabore depuis déjà longtemps avec le sarde " Babel Film Festival" (premier concours internationale de films destiné aux productions cinématographiques qui racontent l'histoire des minorités), d'autre part, elle a su créer un lien ou plutôt un réseau avec ce salon du livre, et donc avec une grande minorité le Salon Breton ; c’est un grand honneur, ainsi qu'un événement important, en vue d'un grand débat qui devra impliquer toutes les langues minoritaires.

En fait, toutes les langues minoritaires du monde courent sérieusement le risque de disparaître, toutes les langues : il faut donc que toutes ensemble créent un réseau et collaborent entre elles, pour travailler ensemble, pour changer la mentalité collective et élever la sensibilisation de l'opinion publique internationale, tous ensemble. Pour voir un vrai changement dans la prise en compte des langues minoritaires, il faut s'unir, travailler ensemble, collaborer et coopérer ; seul, chacun tourné vers sa minorité, on n'obtient rien, on ne va nulle part. Pour changer la mentalité collective, il est nécessaire que toutes les minorités et tous ceux qui luttent pour sauver leur propre minorité s'unissent et concentrent leurs efforts ensemble pour élever de nouvelles générations rattachées à leur territoire, indissociablement liées à leur propre langue.

C'est la philosophie sur laquelle repose le "Prix Ostana : Prix d'écriture en langue maternelle", c'est le message porté par Ines Cavalcanti et Jayde Will au salon breton, c'est aussi le "petit butin" ramené à la maison après ces deux journées intenses de connaissances et d’échanges : un lien fort, une façon de consolider le réseau travail avec la minorité bretonne.

Ces deux jours ont permis de resserrer les mailles de notre réseau de minorités, de créer une étape supplémentaire vers l'objectif ambitieux d'union entre les minorités. Un petit pas pour l’homme, mais important pour l’humanité a été franchi et peut-être que parmi les nombreuses personnes très intéressantes rencontrées, il y aura peut-être un futur lauréat des prochaines éditions ?


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