Non possiamo più farci illusioni e dobbiamo arrenderci all’evidenza e guardare al futuro con preoccupazione prendendo atto di quanto sta capitando un po’ per tutto il mondo dove sovranisti e destre varie, più o meno dichiarate, trovano sempre più il consenso popolare e sovente agiscono creando instabilità e squilibri nell’ordine mondiale.
In Argentina vedremo cosa farà Javier Milei e se rispetterà il suo preoccupante programma elettorale; poi dobbiamo prendere atto dell’avanzata della destra in Olanda; in Israele un folle Benjamin Netanyahu porta avanti una guerra di sterminio dalle dimensioni ingiustificate,(a tutto c’è un limite: è stato raggiunto il rapporto di dieci morti per ogni israeliano ucciso nell’orribile attentato di Hamas; roba che ricorda i nazisti..) pur considerando la nefandezza di quanto avvenuto il sette ottobre.
Israele, massacrando donne e bambini, sta producendo in massa futuri terroristi; un aiuto ad Hamas e a chi usa il terrorismo per raggiungere i propri scopi in una visione che vede l’occidente come il diavolo da vincere e spera quindi di allargare a dismisura il conflitto! E l’Iran pare abbia a disposizione la bomba atomica!
La Corte penale internazionale dell’Aia ha emesso un mandato di arresto per il presidente russo Putin per l’invasione dell’Ucraina ; perché non è stato replicato nei confronti di Netanyahu e Ismail Haniyeh (capo di Hamas che vive tranquillamente nei lussuosi hotel di Doha, la capitale del Qatar)? Misteri della giustizia internazionale!
Ma non sono solo le guerre (Ucraina ma anche le altre più nascoste) a minacciare il futuro dell’umanità; siamo vicino ad un punto di non ritorno per quanto riguarda il cambiamento climatico che tutti siamo in grado di osservare direttamente (anche se esisteranno sempre i negazionisti ad oltranza..).
La recente conferenza Cop 28 tenutasi a Dubai (sic) ha partorito un difficile compromesso con tempi di realizzazione dilatati nel tempo. Già la scelta del luogo era deprecabile e dare la presidenza a Sultan Ahmed Al-Jaber (con enormi interessi personali in materia) faceva presagire quale poteva essere il risultato: far guardare il pollaio dalla volpe non è mai stata una buona idea ed era in più ovvio che i paesi produttori di petrolio non avrebbero accettato limitazioni importanti in tema di riduzione dei combustibili fossili e i richiami alla moderazione non sarebbero serviti di fronte a chi vuole lo “sviluppo” dei propri paesi (penalizzati da centinaia di anni di sfruttamento) anche se questo volesse dire l’avvelenamento globale. Chi ha il potere lo vuole conservare costi quello che costi e quindi non vuole inimicarsi gli elettori che, come sonnambuli (per l’Italia vedi il rapporto Censis) acriticamente li segue; basta non chiedere loro sacrifici e privazioni e raccontare un po’ di favole! E in questo i sovranisti sono campioni.
Non sappiamo cosa succederà in natura alla fine del piano o forse anche prima visto che le emissioni continueranno ad aumentare per anni! Nessuno è in grado di predire quale saranno le conseguenze di squilibri climatici, ormai praticamente irreversibili, da qui al 2050, anno concordato in sede Cop 28 per l’abbandono completo dell’energia da fossili.
Anche l’Italia, a parte la questione del cambiamento climatico, sta scivolando su un piano inclinato.
Il governo Meloni sta marciando a destra con provvedimenti progressivi che dimostrano quale sia la strada che si vuole percorrere: le precettazioni che limitano il diritto di sciopero, una serie di nuovi reati che ricordano un modo di operare del ventennio, sortite intimidatorie nei confronti del sistema giudiziario per condizionarne l’attività, tagli alla sanità che penalizza chi non ha soldi per rivolgersi all’offerta privata, mancanza di riforme serie in settori che avrebbero bisogno di grandi ammodernamenti. Pensiamo solo al disastroso stato del servizio ferroviario,alla sanità con ospedali che si incendiano, alla burocrazia che riduce l’efficienza degli enti pubblici ma anche dell’imprenditoria privata. Molti proclami ma poca sostanza con il virus del populismo farcito di faciloneria con la quale si adottano provvedimenti che guardano al breve termine (sopratutto in funzione delle elezioni) piuttosto che al futuro, nell’arroganza di poter fare quello che si vuole. Sui temi sociali chiusura netta. Nelle grandi città uno studente su quattro è senza cittadinanza (la maggioranza nata in Italia) ma dello Ius Scholae non si vuol sentire parlare!
I fondi PNRR erano l’ultima grande occasione per lavorare al futuro del Paese ma tutto si sta risolvendo in un collage di interventi (migliaia) tra loro slegati e non inseriti in una visione globale che possa portare l’Italia ad uno sviluppo virtuoso con obiettivi chiari e sostenibili. Occorrerebbe avere un disegno!
A causa anche dell’insufficiente vivaio a disposizione, la Meloni ha scelto molti ministri e sottosegretari inadeguati (quando non con cospicui interessi personali: l’eterno problema italiano di berlusconiana memoria), vogliosi solo di comunicare al mondo il loro universale pensiero, sovente su materie a loro sconosciute, rasentando sovente il ridicolo e obbligati poi a rapidi dietrofront con relative penose smentite.
“Non faremo prigionieri” disse Previti prima che il Polo subisse la sconfitta del 1996; anche stavolta il pensiero è quello e vedremo quali frutti darà l’occupazione sistematica dei posti di potere: un incapace resta tale anche se gli si danno i gradi! E la storia dei primi anni del fascismo ci ricorda quali nefaste conseguenze fruttarono scelte di questo tipo.
La Meloni avrebbe la possibilità di costruire una prospettiva conservatrice-liberale credibile, con una operazione che resterebbe nella storia, ma gli mancano gli strumenti necessari che, in una democrazia, sono i partiti. I partiti sono il legame con gli strati popolari attraverso i responsabili locali che garantiscono la continuità e l’azione delle iniziative politiche: e qui casca l’asino se il partito è raffazzonato e inadeguato!
La finanziaria è ancora da definire (come al solito; ma questa volta con meno scusanti visto che il governo ha una forte maggioranza parlamentare) ma sicuramente non passerà alla storia. Anche questa volta non ci verrà svelato quale futuro si immagina per il Paese.
Esistono poi i comportamenti contradditori della Meloni in termini di politica internazionale. E’ passata dagli anatemi contro l’Europa di qualche anno indietro ai sentimenti europeisti di oggi dimostrando però un’ambiguità che rivela una tattica che potrebbe non essere vincente nei tempi lunghi. Rimandare l’approvazione del MES (meccanismo europeo di stabilità) per usarlo come materia di scambio da giocare su altri tavoli lascerà degli strascichi (e desideri di vendetta) nella memoria dei leder europei. L’amicizia con Biden (che chiede ad Israele di fermare il genocidio di Gaza ma subito dopo gli conferma forniture di armi in quantità enorme; gli Stati Uniti, se volessero, potrebbero fermare Israele in pochi giorni; ma ci sono altri interessi evidentemente…) con relativo appiattimento nei confronti della politica americana , se vincesse Tramp, che conseguenze avrà? Avere per compagno di viaggio un estremista come Santiago Abascal (vox) stona con il nuovo europeismo della premier (peraltro costantemente smentito da un Salvini disperatamente alla ricerca di uno spazio politico a destra, in concorrenza con Fratelli d’Italia) che, in Italia, non può permettersi di convergere verso il centro pena perdere voti a favore della Lega. Equilibrio difficile per la Meloni costretta a alternare atteggiamenti barricadieri da capo popolo, all’equilibrio richiesto dal suo ruolo istituzionale.
Resta da chiedersi perché la gente voti a destra. Ma questo è un discorso lungo.
Giacomo Lombardo
Ostana 16/12/2023
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