Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Come può un Parlamento soddisfare questa elementare norma democratica quando, secondo un reportage di La Repubblica (29/01/2024 non smentito…) all’interno di questo sono un centinaio i parlamentari che sono in palese conflitto di interessi: 40 di Fdl, 19 della Lega, 15 di Forza Italia, 8 del PD, 4 di 5 Stelle? Può un Parlamento con 1/5 dei membri (molti sconosciuti ai più) dare vita a leggi che guardino all’interesse collettivo e non ai loro interessi particolari?
Dal reportage si evince:
che Gasparri (FI) presiede una società che ha partecipazioni in cyber sicurezza e siede nella Commissione affari esteri e difesa;
che Riccardo Zucconi (Fdl) che difende strenuamente l’attuale normativa sulle concessioni balneari (che l’Europa da anni chiede di cambiare passando ad adeguate gare aperte a tutti..) è in commissione Attività produttive, commercio e turismo pur avendo partecipazioni in varie società di ristorazione che fatturano milioni di euro (Shell srl, Zuma, Brocante srl, ecc.). Zucconi è primo firmatario di un ddl che chiede di concedere agevolazioni fiscali nel settore della distribuzione alimentari per ristoranti;
Ylenia Lucaselli (Fdl) è socia al 30% della Hc Consulting srl una società del marito Daniel Hager, azionista anche della Southern Glazer’s Wine and SpiritsWine and Spirit (la più grande azienda statunitense nel settore della distribuzione di vini e alcolici che fece arrivare a Fdl 200.000 euro di finanziamento). La Lucaselli è la prima firmataria di un ddl in materia di enoturismo per sponsorizzare il circuito dei vini:
Alessandro Zan (PD) è amministratore unico di Be Proud, società che a Padova organizza il PRIDE VILLAGE (fatturato intorno al milione di Euro) ed è autore del ddl contro l’omotransfobia.
E potremmo continua a lungo (per altri novanta e più parlamentari) ma è sufficiente sottolineare, ad esempio, che a proposito delle concessioni balneari di cui sopra, in barba ai dettati europei, i vari ultimi governi si rifiutano di cambiarne decentemente la normativa perpetuando così i privilegi dei soliti noti a danno dell’erario (leggi tariffe scandalose delle concessioni stesse).
Gli intrallazzi tra i potenti sono arrivati al parossismo e gli intrecci degli affari tra appartenenti alla casta sono sotto gli occhi di tutti e non fanno neanche più scandalo in quanto giustificate da una morale in caduta libera.
2) Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell'eccellenza. Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri,chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio ma come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La giustizia in Italia è condizionata dal fatto di essere più o meno ricchi e quindi in grado di pagare abili avvocati, possibilmente famosi, che trascineranno i processi fino alla prescrizione. Se sei povero finisci in galera anche per aver rubato un pollo! Servire lo Stato appartiene ad un lessico in disuso e si fa politica per assurgere ad un potere che aprirà l’accesso alla casta di cui sopra. E’ vero che la povertà continua a non essere un impedimento basta essere spregiudicati a sufficienza. E poi, più si riesce a togliere strumenti di indagine alla magistratura e più aumenterà la possibilità di delinquere con tranquillità fuori dalle grinfie di quei magistrati che ostinatamente vogliono continuare a fare il proprio dovere.
Per far parte di chi comanda basta entrare nei partiti in qualità di yes man. Non sono le qualità delle persone che vengono premiate; anzi, quelli bravi vengono stoppati se non si adeguano alla filosofia di chi il partito lo comanda. Quali siano queste filosofie si vede giorno per giorno: l’obiettivo numero uno è mantenere il potere e quindi attirare voti con misure che fidelizzino il proprio elettorato indipendentemente dell’interesse generale.
3) La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l'uno dell'altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Basta leggere i giornali per vedere quanto oggi le faccende private condizionino il corretto agire dei politici. In continuazione emergono vicende nelle quali il politico di turno approfitta del proprio potere per curare i propri interessi tradendo il mandato affidatogli dagli elettori.
4) Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell'universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La lotta ai magistrati sta assumendo toni ben più gravi di quando Berlusconi aveva inaugurato questo sport. La delegittimazione della magistratura spinge gli italiani nel considerare tutti disonesti e convincerli che è inutile lottare per principi fuori moda (la differenza tra giusto e ingiusto): meglio rassegnarsi e raccogliere le briciole che cadono dai tavoli dei potenti.
Paolo VI nel suo messaggio per la quinta giornata mondiale della pace disse: “se vuoi la pace lavora per la giustizia”. Vedeva nella giustizia “ ciò che è e deve essere, una forza propulsiva che germina assetti migliori di quelli vigenti, che può promuovere ideali nobili, condizioni di sviluppo nazionali, sociali, economici, culturali più eque, esenti da calcoli di dominio”.
5) Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà non è più ragionata nel suo valore. La disposizione di una qualsiasi merce ne fa perdere di importanza; la riacquista solo quando la si perde. La percentuale di chi non va più a votare ha raggiunto livelli preoccupanti. Ad Atene chi non si occupava dello Stato era considerato inutile e ognuno era tenuto almeno a rendersi conto dell’agire della politica e giudicarla. In Italia (ma il ragionamento vale per molte democrazie “mature”) la gente si disinteressa della politica (e quindi dello Stato) e questo impedisce un corretto giudizio nei confronti di chi si propone agli elettori, con conseguenze infauste per tutti.
Negli Stati Uniti Trump favorisce e giustifica l’attacco al Parlamento e la gente anziché scandalizzarsi accetta che si proponga nuovamente come futuro presidente. C’è da chiedersi se non sia necessario ribaltare i concetti finora alla base del vivere civile: proibire l’onestà dei comportamenti ed esaltare chi viola sistematicamente le leggi!
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell'Ellade e che ogni
ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso,
la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la
nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Ho voluto ricordare parte del discorso fatto da Pericle nel 461 a.c. per fare un ragionamento e un paragone sulla nostra democrazia malata e traballante a causa proprio di quello che Pericle indicava come nemici di questa forma di governo. Gli enunciati di Pericle, almeno sulla carta, erano fino a qualche decennio indietro, patrimonio della politica italiana (e non solo) e ora appaiono solo come idealizzazioni sorpassate, prive di significato e passate di moda. Da relegare in archivio!
Il futuro?
Giacomo Lombardo
Ostana. 20 febbraio 2024
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